Quando mi reco al cimitero la mia attenzione è catturata soprattuto dai loculi vuoti, quelle caselle in cemento spoglie, che prima o poi saranno delle tombe, spesso utilizzate come magazzini per gli attrezzi da manutenzione del cimitero, con il tempo mi sono iniziati a interessare più quelli che erano tenuti intonsi.
Nei loculi intonsi, puliti con cura, emerge un paradosso: l’illusione che un ordine esteriore possa mitigare il disordine interiore. Questo gesto simbolico rappresenta il tentativo umano di controllare ciò che è ineluttabile.
In questo contesto tutto ciò si fa metafora del dubbio, che, voglio trattare come la morte viene trattata nei cimiteri, inteso cioè non come limite o come demone, ma come strumento di connessione. Esso ci ricorda che la comprensione piena è spesso inaccessibile e che la vulnerabilità emotiva ci accomuna tutti.