AUTODISTRUZIONE

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Autodistruzione, nel contesto di "Il ruolo della performance nel riconoscere le opere musicali come belle arti", incarna una tensione dinamica tra autodistruzione e rigenerazione all'interno della ricerca artistica. Esplora il modo in cui gli artisti navigano nella linea sottile tra decostruzione e ricostruzione, riflettendo sulla natura trasformativa dell'espressione artistica attraverso la performance.

 

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L'autodistruzione è un comportamento che porta una persona a danneggiare se stessa, sia fisicamente che emotivamente. Può manifestarsi attraverso azioni come l'abuso di sostanze, l'autolesionismo, la ricerca di relazioni distruttive o l'adozione di abitudini dannose per la salute. Le cause possono essere complesse e includere traumi emotivi, disturbi mentali, bassa autostima o problemi relazionali. Affrontare l'autodistruzione richiede spesso un intervento professionale e un lavoro di autoconsapevolezza per affrontare le radici profonde del problema e sviluppare comportamenti più sani e positivi.

OBLIO MENTALE

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L'oblio mentale, nel contesto di "Memoria e rappresentazione nell'arte" e "I picchi e le difficoltà della salute mentale nell'energia creativa", comprende gli stati transitori di coscienza che influenzano l'espressione artistica. Riflette l'interazione tra memoria, rappresentazione e fluttuazioni della salute mentale, plasmando l'energia creativa attraverso periodi di raccoglimento e profondità emotiva.


 

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L'oblio mentale in relazione agli stati transitori di coscienza può avere un impatto significativo sull'espressione artistica. Durante momenti di flusso creativo o di trance, gli artisti possono sperimentare una sorta di distacco temporaneo dalla realtà quotidiana, consentendo al subconscio di emergere in modo più pronunciato. In questo stato, possono emergere ricordi, emozioni o idee precedentemente dimenticate o sopite, che possono informare l'opera d'arte in modi inaspettati e profondi. L'oblio mentale può quindi essere visto non solo come una limitazione, ma anche come una risorsa che apre la porta a nuove forme di creatività e espressione artistica.

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ETEROTOPIA

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L’eterotopia, nel contesto di “Exploring Sound Processing Techniques for Creating Movement and Dimension”, si riferisce alla creazione di spostamenti spaziali e dinamici attraverso la manipolazione del suono. Utilizzando varie tecniche di elaborazione, come panning, riverbero e modulazione, il suono può essere trasformato per evocare movimento e profondità all'interno di un ambiente sonoro.


 

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Il concetto di "eterotopia" è stato introdotto dal filosofo francese Michel Foucault nel suo saggio del 1967 intitolato "Of Other Spaces" ("Dei luoghi altri"). Le eterotopie sono spazi fisici o mentali che rappresentano delle controtendenze rispetto allo spazio ordinario. Questi luoghi, secondo Foucault, hanno una funzione sociale e culturale particolare, che va al di là della loro funzione pratica. Le eterotopie possono fungere da specchi critici della società, mettendo in discussione le convenzioni sociali e culturali esistenti. Esempi di eterotopie includono luoghi come le prigioni, i cimiteri, i giardini pubblici, i musei e le biblioteche, che hanno significati simbolici e funzioni che vanno oltre la loro semplice esistenza fisica.

DEVOZIONE

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La devozione nel contesto di "Il ruolo della performance nel riconoscere le opere musicali come belle arti" si riferisce alla dedizione e all'impegno che gli artisti portano alla loro interpretazione delle opere musicali. Comprende il profondo investimento emotivo e artistico necessario per trasmettere l'essenza e il significato di una composizione musicale attraverso la performance.


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La devozione è un sentimento intenso e profondo di dedizione, rispetto e amore verso qualcosa o qualcuno. Può manifestarsi in varie forme, come la devozione religiosa, la devozione verso una causa, un ideale, una persona amata o un familiare. Essenzialmente, implica un legame emotivo e spirituale che porta a un impegno totale e altruistico. La devozione può essere espressa attraverso gesti di sacrificio, servizio, preghiera, affetto e dedizione assoluta. È un elemento chiave nelle relazioni umane, nelle pratiche spirituali e nel perseguimento di obiettivi significativi.

La mente di un artista (o almeno, la mia) è come un flipper sempre in funzione, la pallina dei pensieri schizza da un lato all’altro colpendo tantissime idee una dopo l’altra, anche se lontanissime, ad una velocità prossima alla luce.

Col mio stesso materiale estratto da Kobi altri artisti potrebbero avere totalmente altre associazioni e idee.

suggestioni visive

frase da Lucia D’Errico: “There is another kind of trajectory, always on the verge of bifurcation, and that is the path marked in the darkness of amnesia. What next? One has no plan, no choice, no  expectation, only a fall—a failure. Every step opens the possibility of a new turn: things grow into something else, and at the same time their something-elseness grows into what they are. Here resemblance is an effect, sensible resemblance, indeterminacy made clear, clarity blurred.” titolo di Kobi: “Trajectory of Amnesia”