[TBC001]
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai), ho
avuto l’idea d’interessarmi sempre più profondamente della Fisica e
quindi della perfezione del Piano del Bocchino del nostro Clarinetto.
Problema molto difficile che, a parere di molti Tecnici (il mio Insegnante
per primo), è sempre stato e sarà il Problema insoluto!!!
Beh, da quello che penso io: il Problema non è facile; ma non lo metto al punto
di fare delle pazzie! Quindi non pessimista fino all’estremo.
Con un pò di pazienza e di adattamento, ben’inteso studiandoci sopra, credo
si possa lavorare e fare la Professione come gli altri Strumentisti.
Anch’io come gli altri Clarinettisti, ho avuto una Scuola. Allora: la Scuola
prima, la lunga Professione poi …. ho completato le mie idee e con un pò di
memoria, la cosa va da sé. Perciò non sto inventando niente! Cosa naturale
come il Professore di Oboe o di Fagotto che a Scuola insegna ai suoi Alunni
a farsi le Ancie…. e che a casa sua potrebbe fare un Trattato come il
presente. O forse qualche Oboista l’ha già fatto? O Fagottista?
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per il Clarinetto,
ma da quello che ho sempre visto io:.questi Capiscuola hanno creato
grandi Studi di Virtuosismo e agilità, ma pochi hanno parlato del Bocchino
del nostro bello ma difficile Strumento. ! Dal Bocchino si forma il suono.
Il detto Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento!
Se il Clarinettista ha un bel suono, questi ha un valore! Se, al contrario,
ha una voce sgradevole…potrebbe avere la Tecnica del celebre.Paganini;
Che non ha nessun valore!!! Suonato bene, questo spiffero è bello. Al contrario
è noioso!!!
Il grande e celebre Klosé (Francese) in un suo Metodo dice.
La voce del Clarinetto deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!
A parte che il Problema di ottenere i requisiti del Klosé …non è facile..
Aggiungiamoci le Ancie che oggi giorno siamo costretti a comperare…
la faccenda è al quanto poco bella… Ma, ripeto; coraggio e avanti…!
E’ ovvio che sto parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.
Detto questo, non c’è divieto per nessuno. Tutti possono leggere, studiare;
meditare e, al fin fine, ogni uno và per la propria strada!
Non ho neanche la pretesa che tutti quelli che leggeranno il presente Trattato
si mettano a limare il Piano dei suoi Bocchini. Ogni Elemento è libero!
Si metteranno a questo lavoro quelli che si sentono di farlo.
Se però si conosce bene questo Accessorio, sarà di tanta utilità anche solo
per le compere dei futuri Bocchini che la Professione impone
Non si studia questa Fisica solo per avere un suono migliore, no! Direi che
io partii col proposito di togliere il fischio ad un bellissimo Bocchino, il
quale Becco, tanto erano i Fischi che era impossibile fare trè note….!
Ebbene riuscii a togliere il maledetto fischio! Dopo ho fatto questo lavoro
Per cinquant’anni…e quante soddisfazioni ho avuto!!!
Nel concludere questo mio discorso di preparazione, faccio qualche
Raccomandazione: non si faccia mai degli Esperimenti in corso di forti Impegni!
Questi si facciano in giorni di riposo oppure in Ferie.!
Quando si lavora e poi si controlla…non si adoperi Ancie vecchie! Becco
nuovo Ancie nuove!
Anziché chiamare Bocchino all’Italiana, lo chiamerò Becco alla francese.
Più consono alle nostre chiacchierate.
Si lavori calmi che del tempo ne abbiamo a josa! Calma che il tempo Dio lo
dà per niente!
Buon lavoro a tutti!
Ernesto Olivieri
[TBC002]
TRATTATO Per il Bocchino
Del Clarinetto
(. Studi di Ricerca. )
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita di Clarinettista (modesta ma lunga) ho sempre avuto
l’idea di interessarmi del Bocchino del nostro Strumento…e anche di arrivare
a dire qualcosa anch’io di questo difficile Problema.
E se devo dire la verità, fin da ragazzo e da dilettante, avevo capito la
grande importanza di questo Accessorio. Figuriamoci poi dopo una
Professione di quarant’anni d’Orchestra…a che grado sia salita questa mia
brama… E allora il mio istinto mi porta a dire il mio parere su questa
difficile e importante faccenda! Non posso farne a meno!!!!
Il mio Insegnante di Bologna: grande come Clarinettista e anche come Insegnante,
è stato un conoscitore del Bocchino dello Strumento nostro insuperabile,
se io gli avessi chiesto qualche dettaglio del Bocchino; egli cambiava
discorso! Forse egli non voleva che io mi distogliessi dallo studio…..o
che io mettendomi alle prove di Bocchini nuovi; mi fossi rovinato…
Perciò gli ho sempre perdonato! Ma se avessi chiesto qualcosa ad altri
Professori di Clarinetto qualche cosa…. non solo non rispondevano, ma non
mi avrebbero più salutato! Insomma sembrava un segreto di Stato!!!
Come tutti gli altri del Clarinetto anch’io ho avuto una Scuola… La
Scuola prima, la lunga Professione poi…ho completato le mie idee.
Non stò dunque inventando niente: la Scuola prima, la Professione poi, tutto
va da se!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi
per Clarinetto e direi anche di grandi Capiscuola. Ma quasi tutti hanno
fatto Grandi Studi di Tecnica e Agilità; ma pochi si sono soffermati a trattare
il Bocchino che è l’artefice numero uno dello Studio di tale e difficile
Strumento! Dal Bocchino si forma il suono!. Quello è la Fabbrica della
voce del Clarinetto!!! Un Clarinettista con un bel suono… ha un valore
Con una voce sgradevole…. Avesse anche l’agilità del fu Paganini; non ha
nessun valore! Questo spiffero è bello se è suonato bene…Caso contrario
è assai noioso!
Il fu Caposcuola e Celebre Klosé, dice in un suo Metodo: la voce del
Clarinetto deve essere: Dolce, chiara, pastosa e molle!
A parte che il problema è tutt’altro che facile, se noi ci aggiungiamo le
Ancie che sono in vendita oggi giorno….La faccenda diventa al quanto
difficile! Eppure chi suona questo Strumento e vuole fare l’Orchestra, è
necessario inoltrarsi in questo campo, che, per prima cosa, conoscerà
meglio i suoi futuri Bocchini anche solo per gli acquisti.
E’ ovvio che stò parlando del Classico Clarinetto di grande Orchestra.
Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti potranno leggere, studiare
Meditare e ogni Elemento tirerà le sue somme andare per la propria strada.
Non impongo a nessuno di mettersi a grattare il Piano dei suoi Bocchini….!
Lo farà chi è portato a questo e che ha la natura adatta.
Non è facile scrivere questo Trattato! Le difficoltà sono due: la prima
di essere creduto. La seconda di essere capiti. O viceversa.
In sostanza: si tratta di mettere un’Ancia su un altro Piano (Del Becco).
E i due piani devono essere perfetti…caso contrario…non viene fuori
niente di buono! Vedremo il da farsi in seguito.
Chiudo facendo due raccomandazioni: non si faccia mai esperimenti in
corso di impegni! Questi si facciano in giorni di riposo o in Ferie!
Negli esperimenti, usare Ancie nuove in Becchi nuovi! Mai in Becchi nuovi
usare ancie vecchie. Chiamerò il Bocchino Becco, alla Francese.
Ernesto Olivieri
[TBC003]
TRATTATO per il Bocchino
del Clarinetto (Studi di Ricerca)
PREFAZIONE
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Per tutta la mia vita Clarinettistica (modesta ma lunga assai) ho sempre avuto
l’idea d’interessarmi più profondamente della Fisica e quindi della perfezione
del Bocchino del nostro Clarinetto. Problema molto difficile e, direi,
Insoluto! E’ naturale che anch’io ho avuto una Scuola. La Scuola prima,
la lunga Professione poi ….ho completato le mie idee, Perciò, con un
po’ di memoria tutto va da sé. In altre parole non voglio e non scopro niente!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto.
Ma quasi tutti, questi insigni Capiscuola, hanno creato grandi Studi di difficoltà
Tecniche….ma nessuno, o quasi, ha mai parlato del Bocchino
di questo difficile Strumento. Dal Bocchino si forma il suono! Dal Becco
nasce la voce… Questa è la fabbrica della voce di detto e, ripeto, difficile
Strumento!!!
Il Grande Caposcuola Francese Klosè, in un suo Metodo dice:
la voce del Clarinetto deve essere: Dolce,Chiara, Pastosa e Molle!
A parte che il Problema è tutt’altro che facile…aggiungiamoci
L’altro Problema delle Ancie che oggi giorno si compera; e allora la
Faccenda diventa molto brutta!!!
Poi, siamo logici: se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegna ai ragazzi di
aggiustarsi le loro Pive (Ancie); perché noi Clarinettisti non possiamo dire
niente sul nostro Bocchino…? Chi è che vieta questo?!
Il mio Insegnante e celebre Clarinettista, in materia del Bocchino, era
profondissimo! Ma se io gli avessi chiesto qualche particolare di questo
Accessorio…o lui cambiava discorso, o addirittura non rispondeva.
Domandare altri dettagli ad altri Professionisti….questi o non rispondevano
o dicevano delle fesserie…e magari non mi salutavano più!
Addirittura sembrava un segreto di Stato!
E’ ovvio che intendo parlare del Clarinetto Classico e di Grande Orchestra
Detto questo non c’è divieto per nessuno! Tutti possono leggere, studiare,
meditare e, al fin fine…ogni Elemento tirerà le sue somme e andrà per la
sua strada. E non impongo anche di mettersi a limare il Piano dei
Bocchini che i futuri Clarinettisti hanno per le mani! Potrà lavorare o grattare…
gli elementi che sono portati a questo lavoro.
Conoscendo bene questo Becco (lo chiamo così perché è più consono…)
anche se non si vuole lavorare nei Piani….saremo più pratici e ci
salveremo meglio nelle compere dei futuri Becchi che la Professione impone.
Prima di chiudere, farei qualche raccomandazione. Primo: credere a ciò che
dico! Mi permetto di dire quello che qui scrivo, è frutto di una vita
di lavoro, di esperimenti e di prove!
Secondo: se si lavora nel Piano…. farlo quando in casa non c’è nessuno
oppure quando c’è pace… e che ci si vede bene!
Non si lavori con Ancie vecchie! Becco nuovo, Ancie nuove!
Per gli esperimenti poi in Orchestra, non si faccia dei tentativi se il
soggetto nuovo ancora non si conosce! Gli Esperimenti si facciano in tempo
di riposo o in Ferie. Come già ho accennato, chiameremo il Bocchino alla
Francese: le Beck. Più adatto ai nostri discorsi.
L’ultimissima raccomandazione: si abbia tantissima pazienza!
E poca fretta. Il tempo Dio lo da per niente!
Ernesto Olivieri
[TBC004]
Padova, via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio !973
-------------------------
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
E Studi di Ricerca)
Prefazione.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho sempre avuto la volontà
di scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro strumento.
Ora che sono a riposo, mi accingo a farlo; sperando di riuscirci.
Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il
mio mestiere! Mi accontento semplicemente di mettere in evidenza
le tante cose che la mia modesta Professione mi ha insegnato.
(Modesta ma assai intensa!)
E’ ovvio che prima della carriera Orchestrale, pure io, ho avuto una
Scuola di Clarinetto, detta Scuola posso definire la base….
E su questa base; tutti quanti abbiamo costruito il nostro Castello
Artistico; ben’inteso assecondo la nostra natura…
Il mio Insegnante conosceva il Bocchino alla perfezione! Forse
anche per questa ragione…e sentendo lui parlarne continuamente….
Avrò ereditato io stesso un pò delle sue idee…?
Senza dubbio non sono io il primo e il solo a trattare questo
difficile e tanto discusso problema.
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Metodi e Studi per
Clarinetto e aggiungo di grandi Autori: Ma ho sempre visto e vedo
tutt’ora che questi Capiscuola si sono dati alla creazione di
grandi Metodi per il perfezionamento della Tecnica e del Virtuosismo…
ma non hanno mai trattato profondamente il Bocchino del
nostro strumento! Se qualcuno lo ha fatto; è stato solo di sfuggita!
Curare la Tecnica e la mano del Clarinettista è assai importante;
ma ritengo essenziale, prima di tutto, curare il suono di detto e
difficile strumento! Da questo accessorio nasce i suoni…Questa
è la Fabbrica della Voce del Clarino!!!
Se questo va bene e che la voce sia bella; il Clarinettista ha
veramente un valore! Se il Becco non va e che il suono non fosse
bello: l’esecutore potrebbe avere la Tecnica del Fù Paganini…che
avrebbe nessun valore! Il nostro Clarinetto è bello se c’è il
suono bello, se è scadente…è uno spiffero noioso!!!
E’ logico che intendo parlare del classico Clarinetto; e del classico
Bocchino.
[TBC005]
Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere,
studiare..meditare…e alla fine ognuno va per la propria strada.
Pregherei di non correre colle idee…e non fare castelli in
aria! Si vada adagio studiando bene quello che qui scrivo; poiché ogni
parola ha il suo valore. Ed è frutto di anni ed anni di prove e
riprove! Altra preghiera: non si faccia mai prove ed esperimenti in
corso di forti impegni! Questi si fanno in giorni di riposo oppure
in tempo di.Ferie. Specie se un Bocchino non si conosce e che potrebbe
fischiare. Guai se un becco ha questo difetto!!!
Ho detto che tutti possono leggere…e può leggere anche quelli che
non credono alla lavorazione dei Bocchini; o in altre parole insistono
col dire che solo le macchine possono fare il piano ad un
becco e portarlo alla perfezione! Non c’è erresia più grande di
questa! La Macchina dovrebbe lavorare perfetto…Ma ha molti
inconvenienti che vedremo in seguito. E in definitiva può studiare il
presente Trattato anche se un Clarinettista non vuole assoggettarsi
alla lavorazione dei detti Bocchini: quando si ha una certa conoscenza
sarà più facile la scelta dei Bocchini che nel corso della
professione si ha bisogno di acquistare. Specie noi Italiani che
adoperiamo il Cristallo e che quando meno ce l’ho aspettiamo troviamo
il detto accessorio con una crepa…! Col Legno o Caucciù
si potrebbe fare una carriera con un sol becco.
Ma io personalmente sono di parere contrario, e sono per la
lavorazione del becco…insistendo che il Clarinettista deve lui stesso
metterselo a posto: nessun altro può mettere a posto questa cosa!
E’ naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche dello
Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò una pagina
introduttiva con esempi di note ecc….
Anziché dire sempre Bocchino, chiamerò becco.che è un diminutivo e
più consono ai nostri discorsi. Pure i Francesi dicono: le Beck.
Chiedo scusa in anticipo se certe cose saranno lunghe e ripetute
più volte. E’ il lavoro in se stesso che porta a questo.
Il lavoro sarà lunghetto; e allora occorre molta pazienza.
Se anche fosse più lungo non si direbbe mai il tutto!
Ernesto Olivieri
[TBC006]
Trattato per lo Studio
del Bocchino per Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto l’idea di scrivere un
Trattato per il Bocchino del nostro Strumento. Lo ritenevo e ritengo
tutt’ora cosa essenziale! Ed ecco a fare del mio meglio.
Non pretendo di fare un lavoro letterario: lo Scrittore non è il mio mestiere;
mi accontenterò soltanto di mettere in evidenza le tante cose che la
mia modesta e lunga Carriera Orchestrale mi ha fatto vedere.
E’ ovvio che anch’io come tutti i Clarinettisti del mondo ho avuto una
Scuola e, oserei dire anche Buona. Ebbene, sù questa mia Scuola, ho costruito
le mie prime Basi; il resto è venuto in mè dall’esperienza della Professione.
Ecco dunque che non sto inventando niente di mio personale; un po’ di memoria
e tutto va da sé. Chi leggerà questo mio Trattato (ammettendo di riuscire
a farlo stampare…), capirà subito che intendo trattare il Classico
Clarinetto d’Orchestra Grande; detto questo, tutti possono leggere, studiare,
meditare….e al fin fine, ogni uno va per la propria strada: In altre parole:
dal più grande degli Artisti dello Strumento al più modesto, tutti possono
studiare e non c’è divieto per nessuno!
Le Case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per Clarinetto
e, aggiungerei, di grandi Capiscuola; però, da quello che ho sempre
visto e che vedo tutt’ora questi Insigni Musicisti si sono dati molto da
fare per creare Studi di Tecnica e Virtuosismo…, ma pochi hanno parlato
del Bocchino del Clarinetto che è la Base prima dello Studio per il suono
di detto e tanto difficile Strumento! Se qualcuno l’ha fatto, è stato
un vento di sfuggita! Per tutta la mia vita mi sono sempre chiesto il
perché di questa dimenticanza? O forse dimenticanza in buona fede?
Il Bocchino è l’artefice numero uno del Clarinetto. Quel pezzetto di
Accessorio è la Fabbrica della voce del nostro Strumento: se quella è bella;
il Clarinettista è quotato! Se il suono è sgradevole, anche colla Tecnica
del Celebre Paganini, il detto Professore non ha nessun valore!!!!!
Questo è uno Strumento bello con la voce bella…caso contrario, è noioso!
Ho detto che tutti possono studiare e meditare…ecc. Però non impongo a
nessuno di mettersi a grattare o lavorare il detto Becco ammettendo che
uno non ne abbia la volontà! Lo deve fare quello che si sente portato
a farlo: Ma così restando se un Clarinettista arriva a conoscere bene
questa faccenda….gli sarà assai più facile anche negli acquisti dei suoi
futuri Bocchini che nella Professione purtroppo avviene.
Se poi un Elemento è anche Insegnante, ragione di più per capirla sempre
meglio questa difficile prassi! Problema Insoluto, diceva il Grande Prof…
Bianco Bianchini!
E ancora una considerazione. Se l’Insegnante di Oboe e Fagotto insegnano
ai suoi Allievi a farsi le Pive (Ancie), perché il Maestro di Clarino non
può insegnare anche a lavorare nei Bocchini per il nostro Strumento?
Mi pare che la logica ci sia e come!
Chiuderò col raccomandarmi di non fare mai tentativi di portare in
Orchestra dei Bocchini che non si conoscono…Calma, intelligenza e furberia!
Il Bocchino lo chiamerò alla Francese: il Becco (Le Beck). Più adatto
alle nostre conversazioni.
Ernesto Olivieri
[TBC007]
Trattato
Per il Bocchino del Clarinetto
(Studi di Ricerche)
PREFAZIONE
Per tutta la mia vita Clarinettistica, modesta ma assai lunga, ho sempre avuto
l’idea di arrivare a scrivere qualche cosa che parlasse di questo Accessorio,
che si chiama Bocchino. Fin da giovane, dello Strumento avevo capito
che per curare la voce del nostro difficile ed importante Strumento, la
cosa più importante era di conoscere il detto Bocchino (o Becco come
chiamano i Francesi). Da lì nasce il suono….quello è la Fabbrica della
voce del Clarinetto!
Anch’io come tutti gli Strumentisti ho avuto una scuola (non voglio peccare
di presunzione, ma direi Buona). Ebbene la Scuola prima, la lunga Professione
poi, ho completato le mie idee: Ecco dunque che non invento niente: un pò di
memoria e tutto va da sé…!
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Musica e Studi per Clarinetto;
però, da quello che ho sempre visto, questi Insigni Capiscuola hanno fatto
grandi Metodi creando difficilissimi Studi di forte Agilità…ma poche cose
hanno detto del Becco dello Strumento! E se qualcuno ha accennato qualcosa,
poi è scappato via di corsa! In un solo Metodo trovai qualcosa per il Bocchino:
un certo Blatt. Poi tutto fini lì. E anche a Scuola, benche il nostro
Insegnante fosse profondo nella Fisica del Becco, se io chiedevo qualche cosa…
egli cambiava discorso! Chiedere ad altri più anziani? …N N!!!!
Sembrava un Segreto di Stato! A questo punto, oltre la necessità di sapere…
mi rimase l’ansia di sapere o di arrivare a sapere a tutti i costi!!!
Il celebre Caposcuola Francese Klosé, in un suo Metodo descrisse la voce
del Clarinetto: deve essere: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle….!
A parte che il problema è tutt’altro che facile, se aggiungiamo le Ancie che
si compera oggi giorno….la faccenda diventa seria e assai difficile!
Chi leggerà questo trattato capirà che intendo trattare il Classico Clarinetto
di Grande Orchestra, però non c’è divieto per nessuno: tutti possono
leggere, studiare, meditare…e al fin fine, ogni interessato potrà tirare le
sue somme…e poscia andare per la propria strada. Sì, perché le Scuole del
nostro Strumento sono tante che sarebbe impossibile pretendere che tutti
condividessero le mie idee. Vi era e non so se esista ancora…il sistema
di suonare coll’Ancia sopra. Questa è una. C’è chi parla di spingere non
con i Polmoni e naturale come quando studiavamo noi, bensì col Diaframma…
ecc. Comunque sia i sistemi e le Scuole, si deve sempre suonare con
un’Ancia poggiata sul Piano di un Bocchino. Perciò credo sia bene che quelli
che non si sono mai interessati di questa cosa; se quì leggono…potrà portare
grande vantaggio anche solo negli acquisti dei Bocchini che avranno
bisogno nella loro Professione.
Prima di chiudere questa preparazione allo studio, farei due raccomandazioni,
la prima è di credere a quello che quì scrivo! Questo è frutto di anni
ed anni di Professione e di esperienze!
In secondo luogo: non si faccia mai esperimenti in corso di forti impegni!
Le prove e gli esperimenti si facciano in giorni di riposo oppure in
tempo di Ferie. E aggiungo: Ance Nuove a Bocchini nuovi. Non si adoperi
Ance Vecchie in Becchi nuovo! Non combinereste mai niente!
Auguro a tutti quelli che vogliono dedicarsi a questo Studio: un buon lavoro
e molta calma…e tanta pazienza!
Potrà dedicarsi alla lavorazione dei Bocchini chi è portato e chi ne ha la
volontà…Chi non è portato: non lo faccia! Io non istigo nessuno di mettersi
a grattare il Piano dei Bocchini! E’ cosa grande anche ad arrivare.a
conoscere bene questo importante Accessorio!
Ernesto Olivieri
[TBC008]
Padova, Via Jacopo da Montagnana 13 bis. Maggio 1973
Trattato per il Bocchino del Clarinetto
tudi di ricerca e Mistero del Bocchino?... .)
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Prefazione.
Per tutta la mia vita di Clarinettista ho avuto la volontà di
scrivere un Trattato per il Bocchino del nostro Strumento; ora che
sono in pensione e a riposo, mi accingo a farlo.
Non ho la pretesa di fare un lavoro Letterario: la scrittura non è
il mio mestiere: Mi accontento di mettere in evidenza le tante
cose che la mia Professione mi ha insegnato: (Modesta Professione
ma assai intensa). E’ ovvio che prima della mia carriera Orchestrale
ho avuto una Scuola (se mi è permesso direi anche buona), E questa
è stata la prima base. A questo punto aggiungo i quaranta e più
anni di professione…Ed ecco la completa (o quasi) conoscenza
del Bocchino del nostro Clarinetto.
Il mio Insegnante conosceva questo accessorio alla perfezione…
Forse anche per questo, ho ereditato le idee del mio Insegnante
e la volontà di studiare il detto arnese.
Senza dubbio non sono io il primo a trattare questo difficile e
tanto discusso problema. Comunque io dirò il mio parere.
Le case Editrici Musicali sono ben fornite di Studi e Metodi per
Clarinetto, e aggiungo di grandi Autori. Ma ho sempre visto e vedo
tutt’ora che questi capiscuola si sono dati molto d’affare per
creare studi difficili e di virtuosismo…, ma ben pochi hanno
approfondito lo studio del Bocchino del nostro Strumento; che è tanto
importante! Se qualcuno l’ha fatto, è stato solo di sfuggita.
Prima della grande Tecnica, ritengo necessario curare il suono,
che è la base di tutto! Un Clarinettista con una grande Tecnica
e un brutto suono, non ha valore. Il Clarinetto è bello se è suonato
con una bella voce, caso contrario è uno spiffero noioso!
Per arrivare a questo occorre conoscere molto bene il Bocchino:
(Questa è la Fabbrica della voce del Clarinetto)
E’ logico e fuori dubbio che intendo parlare del Classico Clarinetto
d’Orchestra: del Professore di Clarinetto.
Detto questo; non c’è divieto per nessuno: tutti possono leggere
e meditare… poscia ognuno và per la propria strada.
[TBC009]
Pregherei di non correre colle idee…e non fare facili e inutili
discussioni! Si vada adagio…si legga bene quello che scrivo….si
mediti….e col tempo si metta in pratica quello che man mano si
può. Dico quello che si può perché durante gli impegni certe prove
non si possono fare. Si faccia prove ed esperimenti in corso di
Ferie e in giorni di riposo! Non si porti in Orchestra dei Bocchini
che non si conoscono! Guai se questi hanno il difetto di fischiare!
Ho detto che tutti possono leggere il presente Trattato. Mi riferisco
a quelli che non credono alla lavorazione a mano dei Bocchini. A giudizio
di certi Clarinettisti solo con le macchine possiamo venire
in possesso di Bocchini perfetti. Dovrebbe essere così; ma in pratica
è al contrario: Ve ne sono di quelli, venuti dalla Fabbrica,
che possono andare anche senza farci niente; ma questo è una
percentuale minima. Il 90% dei Bocchini dobbiamo aggiustarli da noi.
Ammettendo che un Clarinettista non volesse dedicarsi a questi
esperimenti e a questo lungo e noioso lavoro, leggendo questo o
quell’altro Metodo del genere….è sempre una buona pratica che
potrà servire anche nell’acquisto di questo arnese…Peggio è
se uno non lo conosce affatto!!!
E’ più che naturale che parlando del Bocchino dovrò parlare anche
dello Strumento: sono due cose che vanno di pari passo. Farò anche
una pagina Introduttiva con diversi esempi…ecc., ecc.
Nelle nostre future conversazioni chiamerò Becco, anziché Bocchino:
Diminutivo più adatto ai nostri discorsi.
Anche i Francesi lo chiamano: le Beck.
Chiedo scusa in anticipo se i discorsi saranno lunghi e certe
cose ripetute. E il lavoro in se stesso che và così.
Il detto lavoro è più complesso di quello che si può pensare.
E allora la medicina più adatta è la Pazienza!
Ho detto che il lavoretto è lungo: Credetemi, che se fosse anche
più lungo, non si arriverà mai a dire il tutto!!!
Raggiungere la perfezione è difficile! Ecco allora che le cose
sono lunghissime anche da prendere in considerazione.
Non si dimentichi la seguente parola: Mistero del Bocchino!
Ernesto Olivieri
[TBC010]
PAGINA INTRODUTTIVA
I Clarinettisti interessati che consulteranno questo Trattato,
sanno ugualmente quali sono le note del Clarinetto
che per legge fisica hanno tendenza alle stonature,
ma per regolarità, metto uno specchietto mettendole in
evidenza..Quando un Clarinettista ha studiato
bene… e che ha in mano un buon istrumento e un
ottimo Bocchino, può intonare bene con gli altri Strumentini
e stare in Orchestra in santa pace.
Se il Becco non và bene, il più delle volte, fa stonare
lo Strumento e allora, tocca a noi provvedere…colmando
le lacune. Ci vuole pazienza e coraggio.
-------------------------
Quando si compera un clarinetto, o si prova qualunque Strumento
del genere, la prima prova si fa nelle dodicesime, poi nelle
ottave.
Dodicesime
[Music omitted]
Se vanno bene
queste, sarà
giusto anche
le ottave
Ottave
[Music omitted]
Note del tubo di scarico
[Music omitted]
Se queste note fossero un po’ calanti
si possono intonare allargando il
barilotto e un po’ il pezzo di sopra
verso il portavoce: Ma si vada da un
Fabbricante…! Ci vogliono i ferri…!
--------------------------
Note dello Chalumeau
Se questo registro
fosse crescente,
si deve allargare la
camera del Bocchino.
Non si esageri!
[TBC011]
Pagina 1
Prima di entrare nel vivo delle nostre ricerche, vorrei fare qualche
raccomandazione. La prima: invito i lettori e studiosi del presente
Trattato, a credere quello che stò scrivendo. Questo è frutto di tantissimi
anni di studi ed esperienze, osservando anche le minime cose.
Mi rendo anche conto che da un Clarinettista all’altro vi potrà essere un
po’ di differenza nelle idee. E questo non è una meraviglia poiché non proveniamo
tutti dalla medesima Scuola: Scuola e abitudine può formare qualcosa
di differente… ma lontano non possiamo essere perché abbiamo in mano
il medesimo Strumento Musicale e, alla fine, è sempre la medesima Professione.
Secondo: non solo dovete credere a quello che ho scritto io, ma dovete
avere fiducia anche in voi stessi; caso contrario non farete mai niente!
Se si sbaglia? Sbagliando s’impara! E’ lostesso di quella gente che
di qualunque argomento si stà parlando…ribattono di continuo: che sono
balle! Ebbene; questa gente non imparerà mai niente rimanendo in vita
ignorante! Vi sarà delle cose che io ripeterò più volte. E’ il lavoro stesso
che comporta le noiose ripetizioni. Tutt’al più, chiederò scusa in anticipo!
Questo lavoro, nel complesso, potrà apparire complicato, ma se consideriamo
bene lo scopo di mettere assieme il tutto, i problemi rimangono solo tre:
curare bene l’intonazione, questo deriva dallo Strumento; il Bocchino,
che è il perno delle nostre ricerche e le Ancie. Questo trio di cose, formano
lo scopo di Questo Trattato. Se riusciamo di risolvere questi problemi,
potremo portarci in Orchestra lavorando decentemente in tranquillità!
Per quanto riguarda lo Strumento, ci si attenga a quello che ho detto nel
foglio precedente. Per il Bocchino, vedremo in seguito. Vorrei soffermarmi un
pò parlando delle Ancie, che si è costretti a comperare oggi giorno.
Andando alla compera di Ancie, si dovrebbe fare il Segno della Croce come
andare davanti a Gesù Cristo…tanto è disonesto questo commercio!!!!
Parte di questa nera faccenda è cosa naturale che non ci sarà mai nessuno
a mettere fine a questo insoluto problema. A meno chè non si arrivasse a
creare delle Ancie artificiali di altra materia?... Chi vive vedrà?
Il legno delle Ancie: Canne di Bambù,.non è un legno uguale a tutti gli altri
legni: Qualunque legno noi osserviamo…vediamo i pori attaccati formando
una parete continua. Il Bambù delle nostre Ancie, al contrario, parte dal
tallone di ogni canna quasi fino alla vetta delle vene, queste vene saranno
loro stesse che sostengono il suono e che addirittura sono loro che
vibrano. Queste vene sono lunghe per tutta la durata della misura dell’Ancia
ed essendo loro le protagoniste di tutto; guai se l’Ancia fosse appoggiata
su un Piano imperfetto e fatto male. In tal caso: o suona male, o viene fischi
a non finire! Questa è la natura delle nostre Ance: Poi c’è la riuscita della
fattura… Anche il Fabbricante di Ancie per Clarinetto non si può condannarlo
al 100%. Brutto a dirlo, ma fenomeno naturale! Però questo fenomeno
porta a impazzire quelli che suonano il Clarinetto…coll’identica cosa
di un qualsiasi uomo che entra in un Ristorante ed ordina una pastasciutta,
(pagando prima. Le Ancie si pagano a scatola chiusa), poi il cameriere
porta al detto signore il piatto ma non pieno di paste, bensì di sabbia!
Siamo a questo livello. Ecco perché è necessario conoscere bene questo
nostro Attrezzo del Bocchino; e allora un pochino ci salveremo meglio.
Più di una volta sentivo dire che nel prossimo Concerto veniva un Maestro
un pò salato……e con un Programma difficile. Mi precipitavo in un Negozio
e acquistavo un paio di scatole di Ance nuove. A casa che ero non ne suonava
neanche una! E finiva che dovevo trovare Ancie vecchie…..Addio le mie
20.000 o 30.000 lire!!!! Questa è la Professione del Clarinettista.
Cercheremo, come ho già detto, di perfezionare il nostro Bocchino….in modo
di rendere.più leggero il nostro lavoro. In altre parole: meno fatica e buona
riuscita.
[TBC012]
Pagina 1.
Prima di entrare nello studio delle nostre Ricerche, vorrei
ripetere (se mi è consentito) quello che già ho detto nella Prefazione
aggiungendo una raccomandazione, cioè: di credere quello che dico
perché questo è frutto di prove e riprove…..di una vita intera vissuta
col Clarinetto in mano controllando ogni particolare. Se per caso qualche
piccola cosa non combinasse coll’idea di un altro Clarinettista… Senz’altro
o è per natura diversa, o Scuola…..Ma non potremo essere lontani,
Qualche volta ho assistito a dei ragionamenti di gente abbastanza competenti
i quali ammettevano che pure nel nostro Strumento la voce deve essere di
Natura, caso contrario, non c’è nessun modo per fare tirare fuori ad un ragazzo
una voce d’Orchestra! Non cancello l’ipotesi, ma neanche l’ammetto!
Un giovane che studia canto: o Tenore, o Soprano; non ha importanza
il ruolo del Cantante: Questi si se manca la voce naturale, che viene dalla
gola… non può studiare! Ma per studiare un istrumento come il nostro, direi
che il 70% lo possono fare; a patto che abbiano la musicalità e la volontà.
E lo Studio che stiamo per fare è fatto apposta per curare il suono del
nostro Clarinetto.
Come ho detto ripeto: il Bocchino è l’arnese che fa fare bella figura, se va
bene, e brutta se rende lo strumento stonato. Questo Accessorio è come le
persone del mondo: non c’è un Bocchino uguale all’altro! Ci sarà poco, ma non
sono uguali l’uno dell’altro: Ed è proprio queste differenze che portano a
dei cambiamenti…
Chiamerò il Bocchino del Clarinetto alla Francese: le Beck: Più consono ai
nostri discorsi.
Il Clarinettista in genere ha bisogno di un Bocchino intonato: e questa è la
cosa più importante. Ma ha bisogno anche di un Becco che abbia la punta fatta
bene in modo che passi senza sforzo la colonna del proprio fiato in modo di
avere una certa libertà di azione. Per avere questo, occorre stare attenti
nell’acquisto di un Becco. Mai comperare dei Bocchini colla punta troppo
grossa molto materiale nella scarpata sottostante all’orlo. Specialmente se
poi ci si lavora….Lavorando s’allarga l’orlo, s’allarga tutta quanta la punta
e in tal caso, passerà la colonna d’aria con più sforzo e meno spontanea.
Malgrado che questo nostro Clarinetto sia uno strumento assai difficile…
ma se lo strumento è fatto bene e il Becco abbia i requisiti di cui ho
parlato, il Clarinettista può lavorare con tanta calma e anche molta libertà!
Se noi comperiamo un Becco e che poi risultasse un po’ calante…possiamo
arrangiarci tagliando un po’ il Barilotto. Se però possiamo, evitiamo di
accorciare il Barilotto. Non solo nel Bocchino si può curare l’intonazione, ma
anche nel Barilotto. Semmai si provi parecchi Barilotti e di svariate misure….
E se, viceversa, il Becco che abbiamo per le mani fosse crescente, si può
allargare la camera del Bocchino. Operazione facile se si tratta di un Becco di
legno o di Caucciù; ma difficile se è di Cristallo! Comunque, si trovi un pezzetto
di legno e si lavori sino a portarlo ad un bastoncino della misura che entri
dentro la camera del Becco; quindi ci si arrotola della carta smariglia e
si consumi del materiale nella camera del detto Becco. Cercare di controllare
….e non andare oltre!
Sempre nell’acquisto di un Bocchino, è necessario stare
attento non solo come ho detto di non essere troppo grosso nella punta….ma
anche di non essere troppo largo nella punta. Se così fosse e che ci si lavorasse,
si può correre il pericolo che se la punta è troppo larga potrebbe
passare qualche spiraglio d’aria…tirandosi dietro il maledetto fischio.
[TBC013]
Pagina introduttiva
Prima di cominciare il Trattato è molto importante dare uno sguardo
alla Fisica del Clarinetto. In tal caso, potremo meglio orientarci
lavorando con fiducia e persuasione. Caso contrario, potremmo
trovarci a non sapere se il difetto di una data nota, o zona di
note, è il becco o se è l’istrumento?
Se noi abbiamo la fortuna di avere in mano un buon istrumento;
senz’altro le ricerche del becco riusciranno più facile.
Secondo il mio criterio ed esperienza, cercare la perfezione nei
nostri strumenti (perfezione d’intonazione….), è cosa assai
difficile! Se non fosse una parola al quanto pessimista direi:
impossibile!!! Gli strumenti a fiato, in special modo il nostro: il più
ben riuscito e più intonato; è il meno stonato. Arrivato a questo
punto; tocca a noi, coll’ingegno e le orecchie….intonare le note
in modo da poter stare in mezzo agli altri strumenti…lavorando
facendo la Professione. E allora è di capitale importanza andare
verso la perfezione del.Bocchino; che, ripeto; da lì nasce il suono.
Ma torniamo all’istrumento: Se un giorno ix, vogliamo andare in un
negozio per l’acquisto di un becco; quasi sempre ci portiamo con
noi il clarino per fare, sia pur lieve, ma una prova… del becco
nuovo che desideriamo acquistare: Se conosciamo bene il clarino
che con noi portiamo; il problema è solo quello del becco.
Perché lo strumento vada bene e non si corra a degli altri errori di
calcolo….Si osserva le medesime note, stando molto attento se le
Dodicesime sono giuste.
[Music omitted]
Si stia attenti alla nota superiore di queste Dodicesime che da
quì si sente il difetto dello strumento. Questa nota superiore, si
deve sentire buona anche senza sforzarsi colle labbra.
In una compera di istrumento, se non ci fidiamo di noi…o delle
nostre orecchie: si porti una persona molto pratica e con delle
orecchie abituate a questo controllo. E indicato un Timpanista, o
un accordatore di Pianoforte. Ai miei tempi tutti andavano dal
[TBC014]
Celebre Timpanista: Leone Bompani. Egli aveva due orecchie che
spaccava l’impercettibile! Peccato che non c’è più!!!
Controllare bene queste note.
Queste quattro note si trovano [Music omitted]
nella zona del tubo di
scarico, chiamato. Sono solite a calare anche dalle Fabbriche più
rinomate del Mondo.
Qualche clarinettista riesce da sé ad aggiustarsele: allargando
qualche foro. Ma è un azzardo. Le Fabbriche, al contrario, toccano
il pezzo superiore dall’incastro fino verso il cannello del
Portavoce; e anche un po’ nel barilotto. Spesso si può rovinare un
Istrumento. E, in fine, guardiamo le note dello Chalumeau, che sono le
Seguenti.
[Music omitted]
Queste note, ripeto, dello
Chalumeau, sono le più difficile da intonare; la nota in terza riga
chiamata: Si b; non solo è difficile da intonare, ma anche la più
brutta: alle volte addirittura Tisica. Eppure, con un buon clarino,
un buon becco e un’ancia buona; questa zona di note sono le più
caratteristiche ed interessanti del Clarinetto.
Tornando alla nota Tisica del Si b in terza riga, se si vuole si
può cambiare il cannello del portavoce…andando verso il
meglio; e ci si può andare. Occorre tanta pazienza!!!
Questo è il quadro generale dello strumento; ben’inteso nel grosso
modo. I piccoli particolari si trovano studiando e suonando in
Orchestra.
A questo punto si deve mettere assieme due cose;
strumento e Bocchino: Cerchiamo di lavorare con calma e senz’altro
riusciremo. Ma non mi stanco: pazienza assai!!!!
Ernesto Olivieri
[TBC015]
Pagina 2
Penso che nella Prefazione mi sia fatto capire bene circa di avere
sempre avuto la grande volontà di parlare e quindi di scrivere
parlando del Bocchino per perfezionare lo studio del nostro Strumento, ma
non per la brama di un guadagno di denaro.
Da studente, benché il mio Insegnante fosse profondo in materia; egli non
ne parlava mai. A chiedere…nessuno parlava! Ecco perché in me mi si formò
questa fissazione…di dire tutto quello che sapevo…anche più se potessi!
Ho l’idea che questo Trattato possa servire più ai giovani che agli anziani
Clarinettisti. Questi ultimi sono già piazzati in Orchestra e camminano
colla sua abitudine. Però, sia gli uni che gli altri, hanno sempre a che
fare col medesimo Strumento e Professione.
La vita del Clarinettista in Orchestra impone tantissime cose e trà queste
anche il bisogno improvviso di correre ad acquistare un nuovo Bocchino.
Specie noi Italiani che suoniamo quasi tutti col Becco di Cristallo…e
a causa anche solo di un piccolo urto…possiamo trovarci col Bocchino rotto.
E cominciando da questa combinazione, è necessario una buona conoscenza
di questo Accessorio. Nel caso detto di una rottura…e che il giovane Artista
abbia vicino il suo Insegnante, questi gli può aiutare: Ma se il ragazzo
si trova lontano? Comunque sia, la prima cosa da imparare è quella di
conoscere il Becco anche solo nei dettagli più elementari…e appunto, di una
compera improvvisa. Premetto che quando si va in Professione già si dovrebbe
avere una scorta di Bocchini; almeno due. Con tutto che mi sono sempre
interessato di questa cosa, nella mia Professione mi sono trovato un paio di
volte col Becco rotto e senza scorta. Eppure ho sempre provveduto.
Nella mia vita ho conosciuto degli ottimi Clarinettisti che non si interessavano
di questo Problema, ma che erano dotati di buon gusto e riuscivano a
salvarsi da queste situazioni critiche. Anche qualche Insegnante che non
dava tanto peso al fattore Bocchino. Benedetti loro!
Un buon Clarinetto è una cosa bellissima! Un buon Bocchino è cosa Divina!!!
Non a torto: qualcuno ha detto che un Becco riuscito bene…vale più dello
Strumento! Ma questa affermazione non si può dirla a tutti, si correrebbe il
Rischio di una parolaccia…!
Durante tutto il corso della Professione l’artista ha bisogno di studiare,
e non solo per stare in esercizio, bensì per vedere di salire…a dei progressi.
Considerando che in taluni periodi, pure studiando, e fatica anche a
rimanere al proprio livello. Salute un po’ malferma…Denti messi male…
Stanchezza fisica e di Labbra…ecc.
Se uno come noi lascia lo Strumento…Finisce che lo Strumento lascia
lui!
In sostanza, cosa brama e che cosa vuole il Clarinettista? Risposta:
L’uomo che tiene in bocca il Becco dello Strumento, ha bisogno che l’Ancia
vibri bene e che la colonna del fiato cammini senza intoppi; solo così verrà
un buon suono e con una certa libertà d’azione. Guai se manca questa
libertà…! Se disgraziatamente si deve buttar dentro il fiato colla prepotenza,
diventa più difficile anche i Passi d’Azzardo. In queste condizioni
ci si potrebbe trovare, o per un’Ancia pessima; per Becco difettoso. Per lo
Strumento che sfiata; oppure se noi siamo in balia della Febbre…e colle
labbra gonfie. Cerchiamo di sapersi arrangiare il nostro Bocchino…e
lavoreremo bene e tranquilli.
I Francesi chiamano l’Artista che aggiusta i
Bocchini: Le Pianoista. L’Artista del Piano del Bocchino.
Nel breve soggiorno a Parigi, imparai tantissime cose di questo
Accessorio!
Coraggio e pazienza!
[TBC016]
Pagina 3
Sembrerebbe un’eresia ai giorni nostri dopo che la Scienza ha
fatto tante conquiste: (la vera conoscenza della Luna…) Parlare di problemi
per fare suonare un’ istrumento come in nostro Clarinetto…Eppure, ci
sono e come! Però noi Clarinettisti non siamo i soli a lamentarci e a
brontolare perché sovente in Orchestra non possiamo fare il nostro dovere
come vorremmo. Vi sono anche gli Oboisti e i Fagottisti a dire altrettanto;
pure loro maneggiano uno strumento ad Ancia. Per la verità, questi due
Strumenti hanno l’Ancia doppia che, come sappiamo, consiste nel mettere
assieme due palette, ben congeniate, quindi legate assieme creandone una unica.
Ecc. ed ecc. Per la verità, tutti gli Strumenti d’Orchestra hanno il suo castigo,
ma i nostri ad Ancia alle volte… diventa un castigo assai brutto!
Eppure se noi avessimo delle Ancie discrete, (non dico buone perché non
esistono più) a suonare il nostro Clarino sarebbe un gioco. Il Clarinetto è di
emissione più facile dell’Oboe e del Fagotto. E questo lo dimostra quando i
ragazzi cominciano a studiare gli Strumenti ad Ancia. I ragazzi dei Clarinetti
fanno presto a fare il suono e le scale: Oboisti e Fagottisti, mettono
molto più tempo anche solo per impostare il suono…!
Da parte nostra abbiamo il problema del Bocchino: Difatti, questo mio Trattato
parla quasi interamente del Bocchino del nostro difficile Strumento.
Si tratta di poggiare un’Ancia sul Piano del Becco e tirare fuori la voce
naturale dell’Istrumento. Sono due cose che si uniscono e che devono essere
perfette, caso contrario, non viene fuori niente di buono!!!
Pensiamoci un po’ cosa vuol dire di unire due Piani: quello del Becco e quello
dell’Ancia…e pensare di avere un bel suono…che per avere questo, i due
Piani devono andare bene fino al punto che questo pezzo di legno deve vibrare
liberamente come fosse da solo….Supponiamo che i due Piani potessero
parlare (cosa impossibile…ma, ipotesi). Il Becco potrebbe dire all’Esecutore:
dammi un pezzo di canna buona e io farò il mio dovere! Allora potrebbe
intervenire l’Ancia dicendo: se mi dai un bel Piano perfetto…io lavorerò fino
a farti impazzire di gioia!!! Se noi ci pensiamo bene, il problema non è facile!
E colle Ancie di oggi giorno, un povero Clarinettista che deve lavorare
con degli impegni assai impegnativi…il detto problema diventa pesante!
Ho detto e ripeto che chi avesse Ancie discrete il nostro Strumento si
suonerebbe bene. Se però noi ci pensiamo, il commercio delle Ancie non potrà mai
essere come tutte le altre cose che noi comperiamo. Se i Fabbricanti di Ancie
facessero solo Ancie buone; ammettendo che potessero…? Guadagnerebbero molto
poco! Mettiamoci in testa che con questi Strumenti ad Ancia, dobbiamo avere,
fin da principio, una gran dose di pazienza…e non sarà mai troppa!!!!
E torniamo al Bocchino.
A questo punto mi viene davanti l’impegno di un’Insegnante che abbia dei
ragazzi da impostarli…e altri da mettere agli Esami di diploma ecc.
E anche un’Insegnante non può, alle volte, fare miracoli…! Se però i genitori
degli Alunni hanno mezzi sufficienti…il problema è assai meno difficile…
Con dei soldi si cammina meglio verso la perfezione.
Se si conosce discretamente il Bocchino e la Sua Fisica, è meno difficile
la scelta che si potrà fare in un Negozio negli acquisti…quando vi è il
bisogno.
Da quello che ho visto io nella lunga carriera che ho fatto, la
maggior parte dei Clarinettisti, si aggiustano loro stessi il loro Bocchino.
Sì perché può essere anche una esigenza personale che abbiamo ognuno di noi.
[TBC017]
Pagina 4
Mi pare di aver già detto che frà Professore del nostro strumento
e giovane studente (sempre di Clarinetto) non vi sarebbe stato nessuna
differenza in quanto tutti e due maneggiano il medesimo arnese Musicale,
quindi i problemi sarebbero gli stessi. In questo momento, pensandoci
bene, arrivo a dedurne che la posizione del giovane studente è assai più delicata.
Ed è così perché è la materia stessa dello studente in Musica che dà
meno affidamento e quindi anche meno aiuto; sia morale che materiale.
E’ bene precisare che qualunque studente e, in qualunque materia; sono sempre
con pochi soldi in tasca…o, addirittura c’è chi salta i pasti!
E questo l’ho visto non solo in Italia, ma anche all’Estero: Sarà il destino
dello studente del mondo intero. Ma lo studente in Musica in particolare.
Ed ecco un buon esempio. Se un giovane va ad iscriversi all’Università (specie
In medicina)…La famiglia, i parenti, gli amici e tutto il vicinato, fanno
una gran festa! Al contrario, se un giovane con delle bellissime doti Musicali,
riesce ad iscriversi ad un Conservatorio Musicale…Viene giù il mondo
delle critiche! Siamo d’accordo che il contenuto di questa faccenda, ha
per base molta ignoranza! Però non toglie che se il ragazzo è criticato…
strada facendo è anche meno aiutato. Vi è le prime malelingue a dire che
questo giovanotto suona Musica che non si capisce niente!! E di seguito gli
scivola la critica di dire che è un pallone gonfiato…e che spende dei soldi
per niente! La lista delle improperie sarebbe lunga…
Ecco perché il giovane studente anche di Clarinetto, il più delle volte non è
aiutato. E termino ripetendo che questo giovane studente in Musica di qualunque
strumento o facoltà Musicale; meriterebbe un aiuto particolare.
Da sottolineare che intendo parlare dello studente in Musica che abbia
veramente le qualità. Se i Genitori di uno studente del genere non sono convinti..
che il figliolo abbia le qualità, si porti dall’Insegnante…e fa presto a
sapere se il ragazzo ha o nò le qualità per tale studio. Se è anti Musicale,
il giovane cambierà in un’altra cosa…e non cade il mondo per così poco!
Da qualche anno a questa parte, si sente dire che qui nella nostra bella Italia,
dove è nata la Musica e l’Arte Musicale, che non abbiamo più sufficienti
giovani Orchestrali per sostituire gli anziani che a sua volta se ne vanno
in pensione. Vedi Teatro Scala di Milano…Ed altre Orchestre.
Se noi cercheremo di aiutare questi giovani…un giorno potremo avere degli
elementi giovani in grado di metterli non solo alla Scala di Milano; ma di
mandarli, come era una volta, in tutto il mondo. Io mi domando: i Ministri di
Belle Arti e Cultura le sanno queste cose quì?
Non tutti sanno che il nostro Clarinetto è, fra gli Strumentini d’Orchestra,
uno degli strumenti più giovani: forse il più recente che sia stato portato
in grande Orchestra. All’epoca di Johan Sebastian Bach, il Clarino non
l’avevano messo nelle Partiture. Il primo, o diciamo, uno dei primi fu Mozart
a comporre il Concerto in La maggiore per Clarinetto e Orchestra.
In seguito, non solo l’hanno messo in tutte le Partiture, ma lo mettono e come
lo caricano. E’ uno strumento di molta risorsa perché ha una grande
estensione. I cosiddetti Strumentini d’Orchestra sono: Flauti e Ottavino. Oboe e
Corno Inglese. Clarinetti e Clarinetto Basso. Fagotti e Controfagotto. E anche
i quattro Corni giocano assieme. Beato o beati quelli che giocano meglio!
A questo punto il gioco dell’impegno Orchestrale, non è solo di parità…
ma può essere concorrenziale… Chi più ne ha più ne mette!
Ecco perché anche il Clarinettista anziano si trova nel bisogno di fare
delle ricerche e poscia andare verso sempre più alla perfezione.
La ricerca del meglio; interessa a tutti in questa professione!
[TBC018]
Pagina 5.
E per andare alla ricerca del meglio, ammettendo che riuscissimo,
occorre studiare, darsi daffare, interessarsi e via dicendo…
Come punto di partenza la prima cosa è di conoscere le lettere Fisiche
che può essere la chiave di partenza d’entrata dello studio stesso.
Queste lettere Fisiche applicate sulle posizioni più importanti del Bocchino,
le vidi per la prima volta in un Metodo per Clarinetto di un’Autore di
nome Blatt. (Forse Austriaco o di razza Tedesca). Questo doveva essere
un conoscitore profondo del Bocchino del Clarinetto.
Parlare di andare verso il meglio…e alla più perfetta perfezione, può
sembrare un termine vanitoso. Nella nostra Professione e con tale istrumento
per le mani, è necessario anche una dose di vanità; caso contrario, potremmo
apparire freddi e di scarsa iniziativa: Questa è una ragione. La seconda
possiamo ammetterla in quanto: gli altri Strumentini d’Orchestra; non sono
solo i nostri amici di lavoro; bensì e in taluni momenti: i nostri concorrenti.
Ecco perché non dobbiamo mai fermarci di studiare e perfezionarci.
E aggiungo che in Orchestra può sempre presentarsi cose nuove: E ne cito una.
Basti solo che un bel giorno venisse un Nuovo Oboista, che è quello che dà
il La dell’Accordatura, e che costui avesse un Corista un po’ diverso dal
precedente, che fosse un po’ più alto e che noi non arrivassimo al suo Diapason..
come facciamo? Se si vuole lavorare e stare in pace… dobbiamo risovere anche
questo Problema! Per fortuna adesso, in quasi tutte le Orchestre, hanno
il Diapason che attaccano alla Corrente e tutto il complesso si orienta lì.
Ed è finito le discussioni!
Il nostro strumento, oltre alle beghe delle Ancie, dei Cuscinetti, delle Molli
e via dicendo…e anche un’Istrumento Traspositore. E qui, si voglia o no
l’impegno è maggiore. E più di noi sono i Corni e le Trombe. Quelli debbono
leggere in tutte le Chiavi. Il perché di questi Trasporti, non c’è bisogno
che io lo scriva perché quelli che leggeranno quì lo sanno ugualmente.
I profani di questa faccenda; e qui dentro vi è anche qualche Direttore di
Orchestra, si lavano la bocca strombazzando che i Trasporti sono solo questioni
di studio e di abitudine…ma che in fondo non è niente. Meglio non
rispondere a questi…! Dirò soltanto che il Repertorio Lirico, quasi si
può farlo col solo Strumento in Si B. Mentre invece nel Sinfonico occorre
Anche il Clarinetto in La; più facile e di molto più rendimento!
In un Concorso fatto a Roma che io pure ero uno dei tanti: Quello.che
esaminava; chiedeva se avevamo il Clarino in La? Un giovane, un po’ superbo,
rispose che era cosa superata…e che non occorreva. Morale della favola:
misero un Pezzo Sinfonico in La di una difficoltà enorme…e lui fece
cilecca! Contro natura non ci si può andare!!!
A proposito del Clarino in La. Anche i Fabbricanti mi hanno detto che è un
Clarinetto difficile da fare perché ha delle misure troppo diverse del normale;
sarà vero? Non lo so! Io ho constatato che quell’Istrumento si deve
suonarlo spesso se no dà sempre l’impressione che sia stonato anche se và
bene.
Il Concerto di Mozart in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra,
è bello con questo Strumento. Tutte note Reali e comode. Quelli che l’hanno
fatto sapevano il fatto suo assai più dei chiacchieroni inutili!
Non sembra, ma questa è una Professione difficile!
Sempre a proposito dei diversi Clarini, mi è stato detto che in molte
Orchestre Straniere, Russia in special modo, portano in Orchestra pure il
Clarinetto in DO. Non è una meraviglia: Se nei Concerti Branderburghesi di
Bhach vanno ad eseguirli con la Trombina in Mi B piccola; possono adoperare
pure il Clarino in DO.
[TBC019]
Pagina 6
Dopo aver visto un pò le caratteristiche e anche i difetti del
nostro Strumento, passiamo nel vivo delle nostre Ricerche; che è il
Bocchino. Ed è per questo che m’impegno di scrivere il presente Trattato.
Per capire bene questa faccenda, dovremmo essere ad una lavagna con
Un gesso in mano e studiarla come i ragazzi delle Scuole Elementari la
carta Geografica dell’Italia. Scritta in un pezzo di carta come quì, non so
se riuscirò di farmi capire? Comunque farò del mio meglio.
A questo punto parlerò del Clarinettista in genere: del Professore già in
Orchestra e del giovane che se non è al suo posto……sta per andare.
Tanto l’Arnese che adoperiamo e sempre lo stesso.
Quali sono le ragioni dell’istrumentista ix che non è contento del suo
Bocchino? E’ una parola anche rispondere a questa domanda.
Dico questo perché se noi interrogassimo mille Clarinettisti; novecentonovantanove
si lamenterebbero…e non sarebbero contenti di quello che hanno
in mano anche da parecchi anni. Questo è in via di massima, ma se noi andiamo
nei particolari, come ad esempio il difetto del fischio… a questo punto,
non solo se il Clarinettista si lamenta ha mille ragioni, ma urge prendere
dei provvedimenti. Se si trattasse di uno che studia, allora deve essere
l’Insegnante ad aggiustarlo…oppure a comprarne uno dei nuovi: Se è uno già
in Professione, deve essere lui stesso a provvedere…
Citare tutto quello che l’esecutore vorrebbe, sarebbe lunga la lista.
Come già ho detto: nei difetti, urge muoversi…e tirarli via al massimo!
E se noi vogliamo andare verso il meglio facendo dei progressi…cercheremo
di fare degli esperimenti, delle prove, mettendo in atto tutto il nostro ingegno.
A tal punto dobbiamo stare attenti a non rimanere fregati … Anziché
migliorare le nostre doti Artistiche; guai se dovessimo andare peggio!!!
Ecco perché ho detto anche nella Prefazione: non si faccia mai delle prove
e degli esperimenti in corso di forti impegni!
Prima di cominciare a lavorare in un Bocchino, o anche prima di un
cambiamento di questo Accessorio, assicuriamoci che i Cuscinetti vadano bene…
e che lo Strumento non sfiati!!! Poiché un fischio può venire, come solito,
dal Becco; ma anche se un cuscinetto perde. Attenti che questi due fischi
sono diversi l’uno dall’altro!
Nel Becco c’è un detto internazionale che suona così: il Problema del Bocchino
del Clarinetto è sempre stato e rimane Insoluto! E questo lo ammetto anch’io
che è difficile portarlo alla vera perfezione. Lo Strumento no. Questo
se si vuole si fà tappare bene. Occorre un po’ di buona volontà, e quando và
bene, si lascia stare poiché qualche cuscinetto, pian piano s’imposta da se.
L’Istrumento dunque va bene; allora dedichiamoci al solo Bocchino che.ne
abbiamo ben donde…! Il Becco fischia…? Il primo difetto che in generale
si vede è l’imperfezione del Piano. Più avanti vedremo come lavorare.
Quando si compera un Bocchino si deve osservare la punta che non sia troppo
larga, specie se il Becco si dovrà lavorare; se fosse troppo larga, si
arriverebbe che poggiando l’Ancia non coprirebbe l’intera punta e allora
passerebbe qualche spiraglio d’aria e si tirerebbe dietro il maledetto
fischio! Pure la finestra Armonica non è bene troppo larga! Sia giusta.
Quando si và in un Negozio per l’acquisto di un Becco nuovo, si vada da soli…
e al mattino, così si può provarlo a labbra fresche.
Si osservi e si collaudi senza fretta e nervoso: Non si ascolti qualche
chiacchierone…!.Consiglierei di non diventare dei maniaci.
Sempre calma e molta pazienza!!!
[TBC020]
Pagina 7
Da giovane e studente di Clarinetto che ero, nonostante che il mio
Insegnante fosse profondo in fisica del Bocchino e che spiegasse parecchie
cose… Non ero mai sazio di sapere. E questo avveniva perché pur essendo
ancora inesperto, me ne accorgevo che avrei potuto fare di più se lo
Strumento e Becco assieme, fosse andato meglio. E’ difficile spiegare questa
faccenda! O se l’ha spiego, dirò assai poco per non offendere i morti. E’ sempre
meglio lasciarli in pace!!! La verità è la seguente.: Ai ragazzi giovani
va sempre a finire gli Strumenti più scassati…e i Becchi più disgraziati!
Oggi giorno, dopo 40 abbondanti anni di Professione…Sia quello che ho visto
da gli altri, e sia l’esperienza su di me; ho accumulato tanto materiale
che può valere non solo per questo Trattato, addirittura farsi un bel
Romanzo. Perciò, prego di credermi!
Gli Strumentini d’Orchestra: Flauti & Ottavino: Oboi & Corno Inglese: Clarinetti
e Basso Clarinetto: Fagotti e Controfagotto. E Corni. Questo gruppo di
Strumentini (Chiamati dai Direttori d’Orchestra), lavorano insieme, galleggiando…
e portando ognuno il proprio colore. Stare al livello Artistico e andare
bene con tutti, non è sempre facile. Specie quando capita delle zone di note
nei Registri poco belli come le note del nostro Chalumeau. Eppure, si deve
lavorare e andare avanti e senza perdere la calma.
Vi è una considerazione da fare: le note da me appena citate e che noi del
Clarino le condanniamo per brutte, se ci troviamo distanti dall’Orchestra
appena 3 metri, non sono brutte. Qualche volta le potremmo trovare più
interessanti delle altre. Anche se ci troviamo in mezzo ai violini primi e che
Esse facciano delle cose divine… si può sentire anche delle brutte grattate.
Se ci allontaniamo; le grattate non le sentiremo più. Gli effetti dei Complessi
Orchestrali sono cosi in tutto il mondo!
Come ho detto, gli Strumentini lavorano insieme e, aggiungo, che sono il
Condimento dell’Orchestra. Poi i già nominati Strumenti sono guidati da Elementi
che: chi più ne ha…, più ne mette…! E questa cosa o complesso…ci mette
in guardia di stare attenti al massimo!
Era bella che molte volte prima di andare a fare un Concerto, qualcuno mi
salutava aggiungendo: Buon divertimento!.. Quanti cretini vi è al mondo!!!!
Senza offesa per nessuno. Il nostro Clarinetto deve essere Insegnato da un
Clarinettista, non da uno che suona il Pianoforte o altro. Caso contrario
capita come a quei ragazzi di Parigi che fecero quel Saggio.: Di 10 giovani
Clarinettisti, fecero il Saggio alla meglio appunto perché di 10 fischiarono
In 8. Un’altro a Lubiana. Questo Inglese. Nel Concerto in La Maggiore di
Mozart, arrivato al Rondò dell’ultimo tempo, fece non meno di una decina di
fischi. Finito il Concerto egli si Gloriava perché era Allievo di un Celebre
Pianista. E tanti altri che non posso elencare.
Questo non è uno strumento facile che in campo Professionale possa essere
avviato in Orchestra da altri e non da Tecnici dello Strumento.
Solo Robert Stark (Tedesco) era Pianista, Organista e anche Clarinettista,
ed è rimasto un Caposcuola del Clarinetto.
Il complesso di cui parlerò non è facile. La Professione è al quanto dura;
però, se noi Clarinettisti avessimo delle Ancie Buone, sarebbe meno duro
questo mestiere. In pratica, vi è una sola Fabbrica di Ancie in tutto il mondo,
che è la Vandoren di Parigi. E aggiungiamoci qualche altro… Perciò, non
si può fare delle scelte nelle compere e provviste di Ancie.
Quello che fa la Professione col Clarino in mano, ogni volta che riscuote il
Mensile, deve fare la sua compera di Ancie anche se ne ha; guai rimanere al
verde!
[TBC021]
Pagina 7
Da giovane e studente che ero, volevo sapere tutto quello che
era il complesso del Bocchino del nostro Clarinetto. Più tardi ero
persuaso che scrivendo qualcosa in merito, fosse cosa molto utilitaria,
ora, non vale niente il passato e i sacrifici per imparare tutto quello che
ho visto durante i miei tanti anni di Professione di Clarinettista…
Quello che vale oggi giorno e di far vedere agli altri le cose concrete.
Solo così potrò persuadere tutti quelli che qui leggono e studiano.
La gente del mondo vuole vedere i fatti concreti. Ed hanno ragione!
Senza dubbio farò del mio meglio! Però prego ancora una volta di credere
a quello che scrivo perché non è solo quello che è passato per le mie mani
e del mio Clarino; ma anche quello che ha passato gli altri. Anzi: quello
che tante volte è passato ad altri meglio di me. Questa è un’Arte difficile
che tante volte possono cadere…anche le Celebrità!
Gli Strumentini d’Orchestra (così chiamati): Flauti & Ottavino, Oboi e Corno
Inglese, Clarinetti e Basso Clarinetto, Fagotti e Controfagotto e anche
Corni. Questi strumentini lavorano insieme e ogni classe galleggia assecondo
del proprio Colore. Stare al livello di questo clima e andamento…non
è sempre facile. Non è sempre facile anche perché alle volte si presenta
delle cose Scoperte in zone di note poco belle e poco comode. E può darsi
che un disegno Musicale del genere, sia preceduto…o ripetuto da un altro
strumento in un Registro da fare migliore riuscita. A questo punto, guai
chi si perde… e guai.a quello che cade di morale!
Il nostro strumento ha le note dello Chalumeau che risultano meno belle
delle altre. Questo è per chi ha lo strumento in bocca. Se uno è in Sala
a qualche metro di distanza, non avverte questa bruttezza che sentiamo noi.
E anzi dirò di più: molte volte che io appunto non ero contento per una mia
uscita di note dello Chalumeau, mi fu detto che proprio quelle note erano le
più interessanti! E potevo crederci perché chi mi aveva detto questo, era un
Clarinettista.
Del resto tutti gli Strumenti sono belli sentendoli da un pò
di distanza Molte volte mi sono trovato vicino a un Concertista di violino
che appunto per essere troppo vicino; mi sembrava che egli facesse delle
grattate…enormi, invece andare solo trè metri di distanza era una bellezza.
Come ho detto: gli Strumentini d’Orchestra lavorano assieme…e così:
chi più ne ha….più ne mette…E questa cosa da stare molto attento!
Senza offesa di nessuno: il nostro Strumento deve essere insegnato da gente
che conosce bene il Clarinetto. Caso contrario avviene come quando io sentii
quei ragazzi a Parigi che fecero quel Saggio. Di una decina di Allievi
che ognuno suonava un pezzettino: Non meno di cinque o sei fischiarono…!
Ed erano a Parigi, Paese dove i Francesi credono d’aver creato e sviluppato
il Clarinetto.
Altro caso analogo, con la differenza che quest’ultimo era un Concertista.
A Lubiana (1951. Iugoslavija) un Clarinettista Inglese fece il Concerto
in La maggiore di Mozart, accompagnato dall’Orchestra Filarmonica di quella
Città. Il primo tempo lo fece bene, il secondo tempo e l’ultimo, fece un
mucchio di fischi. E per ultimo quì a Padova. Questi era un Cecoslovacco.
Suonava benone ma lo strumento fischiava come una Sirena!!!
Sia quest’ultimo, e sia l’Inglese che era a Lubiana; avevano studiato il
Clarinetto da un Celebre Pianista. Ecco l’errore! Non è uno Strumento il
nostro da prenderlo sotto gamba permettendosi di insegnarlo un Pianista.
Ogni.uno al suo mestiere!!!
Più oltre vedremo il da farsi circa il sistema di fare il Piano ai Bocchini.
C’è chi lavora col Piano pari, e chi lavora col Piano incavato alla Francese.
[TBC022]
Pagina 8
Nel foglietto dopo la Prefazione (pagina introduttiva), ho parlato
dei difetti del nostro Clarinetto, cosa che ha anche gli altri
Strumenti poiché la Fisica è a casa di tutti. Ora, assodato questi
difetti, veniamo alle combinazioni in cui devono lavorare queste Orchestre.
Nelle Orchestre di un certo livello Artistico, del mondo intero,
tengono o dovrebbero tenere, una temperatura non inferiore ai 20 gradi.
Meglio sarebbe se fossero 22.
Nei Paesi dove è freddo, e anche da noi nei mesi Invernali, prima delle prove
dovrebbero riscaldare l’ambiente dove il Complesso Musicale lavora.
Non parliamo poi quando c’è le Opere e i Concerti. Nelle recite, il riscaldamento
deve essere più curato delle prove.
Perciò, non sono solo i difetti dei vari Strumenti a portare delle stonature…
ma anche la temperatura se, come ho detto, fosse troppo bassa.
E, per finire, la Sala dove lavora una buona Orchestra non dovrebbe mai essere
lasciata troppo freddo e in mezzo all’umidità. Vi sono Istrumenti grossi;
Ottoni e Basso Tuba, Contrabbassi ed altri… che non possono portali a casa
ogni sera e allora non si possono lasciarli in una Siberia di continuo!
Sperando che nessun Orchestrale mi mandi delle improperie…darò un colpo
ai Professori d’Orchestra.: Per suonare bene tutti gli Strumenti; occorre
andare in Orchestra almeno mezz’ora prima, non all’ultimo momento!
Anche nel contratto Nazionale dei Professori d’Orchestra, vi è un articolo
che dice di prepararci prima…! Anche appunto per Intonarci!
Nella mia lunga vita di Teatro, non sono mai arrivato in ritardo. Le ragioni
di entrare presto erano due, la prima era che riscaldando bene il Clarino…
soffiando anche senza suoni, la Camera dello Strumento faceva specie di nebbiolina
e il vapore acqueo produceva acqua corrente che alle volte andava
nei buchi…e che veniva, come si suol dire: Stecche. Suonando un bel po’ prima
di cominciare, evitavo questo pericolo. Sarà pignoleria, ma necessaria
Poi vi è la parte Artistica. Tante volte occorre portarsi prima al lavoro
per la necessità di guardare certi passi…ecc.
Adesso prima di cominciare a guardare i Bocchini buoni o difettosi che siano,
occorre procurare gli arnesi adatti.
I primi tempi che cominciai a toccare il Piano dei miei Becchi, adoperavo
uno Specchietto che, per caso, aveva il piano perfetto. Poi si ruppe e cercai
un’altra cosa. Mi feci fare due lastre di Acciaio lunghe 10 centimetri e
larghe 4. Poi passate per una Rattifica in modo che fossero perfettissime.
La ragione di avere due Piastre anziché una, era per collaudarle…
infatti, mettendone una sull’altra potetti vedere che di quattro piani
(due ogni Lastra), due erano riusciti perfetti, e due erano falsi che poi li
adoperavo sgrossando. Le ultime toccate li facevo sui due piani giusti.
Così mettendo il Becco sul piano; si potrà vedere il fallo. Questa è la base.
[Drawings omitted]
[TBC023]
Pagina 9
Come ben si vede, accanto allo schizzo delle due Piastre, ho messo
anche un disegnetto del Bocchino di prospetto e le sue lettere Fisiche.
Prego di osservare bene il tutto… che è tanto necessario!
Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di diverse sostanze: Legno di Ebano
come il Clarino. Di Osso. Di Avorio. Di Caucciù; e, in fine, di Cristallo.
Quest’ultimo e il preferito degli Italiani.
Mi permetto di dire in partenza che la sostanza del materiale di cui sono
fatti ha sì la sua importanza, ma non è determinante: Il mio Insegnante ha
detto più di una volta che se questo Accessorio fosse fatto anche di terracotta
(come i pignatti da cucina) purché fosse riuscito bene il Piano,
suonerebbe bene ugualmente. Egli era un Tecnico profondo in materia!
Mi soffermerò parlando di quelli che ho adoperato io durante l’intera mia
Professione….e anche dei colleghi che, con me, hanno fatto la Coppia.
Io ho adoperato: il Becco di Legno Ebano; di Caucciù e di Cristallo. Di
questi trè, io ero innamorato di quello di Legno. Questo ha tutte le
caratteristiche e le qualità del vero Clarinetto. Molti hanno detto che il Legno
non stà a posto e che quindi si muove il Piano… .Da quello che ho capito io
non ho mai riscontrato questo fenomeno. Vi è un’altro pericolo, ed è questo:
Se questo Becco, di Legno, fosse sottile e che il suonatore invitasse la
fascetta forte; con questo tiraggio…e col tempo, il Piano potrebbe cedere.
E in secondo luogo, finito di suonare, occorre ogni volta di asciugarlo in
modo che non rimanda un lago d’acqua. Tutti sanno che il legno assorbe l’acqua
e, in seguito, può fare dei movimenti. Anche i Mobili di casa hanno la
tendenza a muoversi. Il Becco di Ebano deve essere grosso di fattura!
Il Becco di Caucciù è l’arnese di quasi tutto il mondo. Non hanno torto
perché riuscito bene è bello in tutti i Registri! Ma occorre lavorarselo da
se, se uno si dedica…in modo che sia perfetto al massimo, caso contrario,
c’è da fare i conti con i Fischi!!! Una accurata scelta di Ancie…e, alla
fine, è un’ottimo Bocchino!.Ed ora viene l’idolo degli Italiani: il Becco
di Cristallo! E qui vi un altro pericolo…: le crepe e le rotture!
Ero a Taranto a fare una piccola Stagione Lirica; l’ultima recita fu Cavalleria
e Pagliacci: Tutto era andato più che bene! Calano il Sipario, smonto
il mio Strumento, quando andai per lavare il Bocchino dal Barilotto; mi
venne in mano la punta del Becco e il Gambo era rimasto al Barilotto…Rotto!
Ecco la fine di questi. Non tutti ma quasi. Ebbi più dispiacere che se avessi
perduto la paga della Stagione!!! Era come un Organo!
Questo Becco di Cristallo, in se stesso ha meno esigenze del Caucciù. Col
nero se non è più che perfetto non suona. Col Cristallo può andare anche
con qualche lieve difettuccio. Poi sia nell’uno che nell’altro, occorre la
sua abitudine. Il Clarinettista in Professione deve averli tutti e tre
e può capitare che secondo gli ambienti che trova…e il Complesso…
Vadino bene tutti.
Parlerò anche più avanti del Piano dei nostri Bocchini, e del Piano delle
Ancie che anche quelle hanno un Piano e che deve combaciare con quello del
Becco. Questo impatto è tutt’altro che facile. Ammettendo che un Becco
avesse un piccolo difetto e che l’Ancia ne avesse un altro…come facciamo a
pretendere di ottenere un buon risultato? E’ impossibile.! Due Piani
che s’incontrano…andare bene e lavorare. Come due perone che si sposano,
potranno andare bene? Ecco perché vi sono tanti divorzi! Scusate il confronto.
Se il Piano del Becco è giusto e che l’Ancia sia un po fasulla…
Con un po’ di pazienza… dopo un paio di giorni, potremmo lavorare
discretamente. Ma in Professione il più delle volte succede che si deve andare bene
subito non dopo. E’ una lotta! Beato chi si salva meglio dell’altro!
[TBC024]
Pagina 10.
Mentre ci procuriamo le due lastre cui ho parlato, oppure una, a
piacere di chi studia…Osserveremo i Bocchini per Clarinetto e le qualità
della materia con cui sono fatti..Sempre a proposito di una Piastra
perfetta dove noi potremo controllare e quindi lavorare, ho visto anche un
aggeggio Francese, specie di Tagliancie che non andava male…ma che io lo
abbandonai decisamente!.Quindi la scelta può essere a piacere…ma vuole
perfettissima!!!
Dei Bocchini per Clarinetto ne ho visto di tantissime specie:
perfino di Bachelite. Di Osso, di Avorio…ecc., ma le qualità che le Scuole
del mondo intero adoperano sono: il Becco di Legno di Ebano (come lo Strumento),
quello di Caucciù (una Lega composta per la maggior specie di gomma)
e di Cristallo. Quest’ultimo Becco è usato per la maggior parte da noi Italiani.
(E non siamo degli ultimi arrivati) Il Becco di caucciù è usato in
tutto il mondo, specie nei Paesi Anglosassone. E quello di Legno di Ebano
che sarebbe il più bello, l’abbiamo usato anche noi in Italia; con risultati
ottimi…ma che attualmente le Fabbriche non li fanno più! La ragione?
Solo il Padreterno lo sà?!
Nella mia vita ho sentito tanto parlar del Becco di Legno. E per la verità,
con un gran sacco di balle! C’era chi sosteneva che quel Becco non sta a
posto e che col cambiare delle Stagioni e Temperature, si muoveva… Da quello
che ho capito io stesso, non è così. Il Becco di Legno Ebano vuole grosso
un pò panciuto in modo che col tirare della Fascetta (tira e tira…per
anni) non vada giù il Piano. Tenerlo ben pulito da non lasciarlo mai, a fine
lavoro, pieno d’acqua. Non si esageri ad invitare la cosiddetta Fascetta…
e, al fin fine, è un oggetto d’oro a 18 Carati! Ma, come dicevo: in vendita
non si trovano più. Peccato!
Il Bocchino di caucciù è un’ottimo Arnese, ma deve andare bene….caso
contrario; saranno fischi a non finire! Un Becco di Cristallo se del tutto non
è perfetto, può andare bene ugualmente. Quello di Caucciù, ripeto, se non è più
che perfetto….son dolori! E dire che nella mia professione ho suonato quasi
sempre col Caucciù. Non ho mai avuto paura dei fischi! E’ un Becco che dà
il suono veramente di Clarinetto! Ci si impiega più tempo a mettere a posto
uno di questi Bocchini! E, come dicevo, il Becco di Cristallo è per noi
Italiani..Il mio Insegnante ha sempre detto che questi tre Bocchini debbono
avere un’Apertura diversa l’uno dall’altro. In pratica questa differenza
non l’ho notata. Piuttosto c’è una cosa: ogni Becco ha una sua formazione
e, attraverso questa sua formazione o fattura, (chiamiamola come vogliamo…)
può avere una esigenza speciale anche nell’Apertura.
Comunque: il.Clarinetto di Ebano, il Becco di Cristallo; questo complesso di
cose…da una voce di Clarino che i Direttori d’Orchestra del mondo intero
piace ed hanno sempre fatto i complimenti! Ma delle belle voci ne ho sentito
anche col Caucciù e Legno. Da non confondere: il Becco di Caucciù è sempre
quello di Ebanite.. A parer mio il Clarinettista che fa la professione
dovrebbe avere tutti e trè i Bocchini citati. Se sono complessi piccoli, è
adatto il Legno o Caucciù. Se l’Orchestra è grossa, è più adatto il Cristallo,
per la voce più massiccia...Molte volte non si fa quello che si vuole; si fa
quello che si è destinati a fare. Alle volte si è in un posto che l’acustica
può portare di adoperare un Bocchino anziché un’altro. Questo è destino.
Però; scusate se l’ho già detto. Non si faccia mai troppi cambiamenti in
Corso di grandi impegni! Andare piano e con molta pazienza!
Bocchino nuovo…Ancie nuove!
[TBC025]
Pagina 10.
Comunque siano le ipotesi e i Clarinetti, noi andiamo col nostro
sistema di Scuola e di costume, cioè: Clarinetto di Legno di Ebano
e Bocchino di Cristallo: Questo complesso di cose formano un’Istrumento
che anche i Direttori d’Orchestra del mondo intero l’hanno sempre applaudito!
Delle voci Classiche ne ho sentito anche col Becco di Caucciù e Legno.
Nella nostra Professione può capitare di trovarci in un dato posto che
anziché una qualità di Becco ne vada bene un’altra. Ho detto e ripeto che
l’Istrumentista li dovrebbe avere tutti e tre. Questo anche per una ragione
Professionale…e Tecnica.
Il mio Insegnante sosteneva che dei tre Bocchini già citati, (Legno, Caucciù
e Cristallo) per Legge Fisica, si doveva fargli una Apertura l’una diversa
dall’altro. Non posso dire di no perché egli era un Insegnante fuori dal
normale e una grande conoscitore di questa faccenda!!! Ma a ragion del vero,
a me personalmente, non lo posso ammettere in pieno poiché, gira e rigira…
i miei Becchi e quelli che nella mia esistenza ho lavorato; quasi andavo a
finire nella solita apertura, nero o bianco fosse il Becco che avevo in mano.
Piuttosto vi è una ragione, che è l’istinto di chi lavora… di andare a finire
quasi sempre nel.medesimo posto..Non sò se debbo dire: istinto o
sensibilità? Comunque, c’è un qualche cosa che ognuno di noi ci porta a quella
misura…. anche le più delicate. E direi di chiudere questo argomento
aggiungendo che ogni persona ha la sua natura anche a Lavorare nei Bocchini per
Clarinetto, come del resto fà il Celebre Liutaio che lavora negli Strumenti
ad Arco. Le misure vanno bene, ma molte volte deve subentrare l’abilità
dell’Artista, caso contrario i conti non tornano…!
Ai miei giorni da Studente di Clarinetto e, vivendo in quella Città di Bologna…
e nell’ambiente dove si parlava di questa Professione, molti miei
amici insistevano che il Bocchino di Cristallo deve essere di materiale vecchio
d’una volta, caso contrario non ha una bella voce! Pure questa ipotesi
non l’ho mai trovata giusta. Intendiamoci. Se il Cristallo è di qualità fina,
è più bello, si lavorerà meglio, e avrà una visione assai più aristocratica…e di
lusso! Ma noi prendiamo il fattore Suono; non ha niente a che vedere.
Se la voce che esce da un Becco è bella, è segno che è riuscito bene
il Piano e il resto del complesso che forma l’arnese!
Questo argomento segue gli altri per quanto riguarda gli Strumenti.
Sono stato in Fabbrica a Milano e anche a Parigi. Sia da Selmer.e sia da
Buffet Chrampon, mi fecero vedere dei pezzetti di Ebano, in questi pezzetti
veniva otto Fusti (Clarinetti), più di una volta, di otto Strumenti che lì
usciva fuori; sette andavano bene e l’ottavo non andava! Il Legno era sempre
quello! Ora anche negli Ottoni, idem! Un Tecnico di Orsi mi disse che in
una Colata, trè Corni ne uscì… Due erano perfetti, il terzo non andava!
il Materiale era sempre quello!
Ma il più interessante è che mi ha confermato la stessa cosa anche un
Celebre Liutaio: Sempre con quel Legno; qualcuno.dà un rendimento assai
inferiore dell’altro Violino! Poi, ripeto la cosa che ho detto poco fà, cioè:
Interviene l’Arte e i Segreti dell’Artista….e alla fine ha ragione lui!
E torniamo a noi: il nostro Bocchino và bene quando ci si è indovinato il
colpo giusto…!. Il numero dei Clarinettisti, sia.in Professione e sia
come Dilettanti (anche quì ci sono gente non stupida…), non hanno tutti le
medesime idee. Vi sono anche Artisti che sostengono che andando attorno ai
Piani di questo Accessorio….si rovina! La risposta è questa: il 90% di
Professori di Clarinetti e che occupano grandi posti d’Orchestra; il loro
Bocchino se lo arrangiano loro stessi!!! E se c’è uno che non ne vuole
Sapere di lavorare nel Bocchino…Nessuno glielo impone!!!
[TBC026]
Pagina 11
Nel precedente foglietto numero 10, ho detto che il mio Insegnante
sosteneva che i trè Bocchini già citati e che di solito viene usato:
Legno di Ebano, Caucciù e Cristallo, devono avere un’apertura diversa
l’uno dall’altro. Non posso dire di no poiché l’Insegnante in causa: Prof…
Bianco Bianchini era troppo esperto in materia! E, in definitiva, credo a lui;
ma credo anche a me stesso. In cinquant’anni che io ho lavorato nei Bocchini
per Clarinetto, questa ragione o verità (ammettendo che sia…), pian piano
si perdette nella strada degli anni…fino al punto che, o lavoravo un Becco
di Legno, o di Caucciù, o di Cristallo; la mia mente era indirizzata su quella
linea finendo i Bocchini, di qualunque materia, avevano la medesima apertura.
Mi levo tanto di cappello al grande Clarinettista ed Insegnante già citato…
e stò nella mia consuetudine. Ma dobbiamo ammettere che ogni uno abbiamo
la nostra Natura…E sulla strada della nostra Natura, dobbiamo camminare.
Piuttosto bel Corista, i Bocchini di cui ho parlato possono avere una differenza;
e senz’altro l’hanno. Il Becco di Legno e anche quello di Caucciù vibra
molto di più di quello di Cristallo..Ecco perché il Becco di Cristallo è
più corto (di solito) degli altri due. Se fosse della solita lunghezza; sarebbe
calante: E tornando all’Apertura dell’Ancia; devo ripetere che, gira e rigira
e a lavoro finito, se li guardo l’Apertura è quasi la stessa.
Ai miei giorni e vivendo a Bologna, molti miei amici, che conoscevano bene il
Bocchino per Clarinetto, insistevano nel dire che occorreva trovare dei Becchi
di Cristallo Vecchi perché avevano il materiale migliore e quindi veniva il
suono più bello. Pure quì non sono troppo d’accordo. O il Becco è di Cristallo
vecchio o è di materiale giovane…il timbro è sempre quello. Se noi
notiamo un timbro diverso da un Becco all’altro (sempre di Cristallo), è la
riuscita della fattura diversa…La punta, La Finestra Armonica ecc…
Un’altra cosa analoga l’ho notata negli.Strumenti nostri. C’è chi parla di
legno di Ebano…. Ebbene più di.una volta sono stato in Fabbrica dove fanno
i nostri Clarinetti.(A Milano, e anche a Parigi). Mi fecero vedere dei
trucchetti di Ebano,.già stagionato e pronto da lavoro. Ogni pezzo veniva Otto
Fusti.(8 Clarinetti) E mi fu detto: alle volte a lavoro finito, sette strumenti
vanno bene, l’ottavo non suona! Ripeto l’Ebano era sempre quello!!!
E per finire, ammettiamo che il materiale abbia la sua influenza, ma il 90% e
la riuscita del lavoro! Anche negli Ottoni. Una colata di 4 corni: trè andavano
bene, il quarto non suonava! Alle volte dovremmo parlare col Padreterno…
Se noi andassimo nel Laboratorio del più celebre Liutaio del mondo; forse
anche lui ci potrebbe dire altrettanto, cioè: sempre con quel Legno….un
Violino non era riuscito come l’altro…E questo punto deve entrare in scena
l’abilità dell’Artista a fare il resto…. E l’ugual cosa è nei nostri Bocchini,
ne più e ne meno!
E torniamo a noi. Il segreto per farci un bel Bocchino e nella riuscita del
Lavoro e; in special modo, la riuscita del Piano.
Tutti i più grandi Tecnici e Capiscuola del Clarinetto (Il Prof…Bianchini
in testa) hanno sempre detto (e lo penso anch’io) di fare un Piano ad un Becco
tirandolo perfettissimo…! Chi lo sa se questa è veramente una verità?
Troverei più giusto dire: occorre portare il piano del mio Becco ad un punto
in cui l’Ancia possa vibrare bene come fosse Sola…! Se non fosse per farmi
ridere dietro potrei anche dire: questo è un mistero peggio dell’uovo e.della
gallina; commentando: chi è nato prima?
I sistemi di fare il Piano al nostro Bocchino sono diversi. I Francesi lo
lavorano col Piano incavato. Noi in Italia; col Piano Piatto.(pari).
In seguito vedremo.
[TBC027]
Pagina 11 Bis.
In qualunque ambiente dove vi è dei Clarinettisti: Banda, Orchestra,
Orchestrine i via dicendo…ho sempre sentito parlare con insistenza che
se il Bocchino non è aperto non si può fare quello che è di dovere!
Questo ritornello lo sento da 50 anni!
E io debbo dire in partenza di nò assolutamente! Leggiamo e vedremo.
Se noi acquistiamo un Becco nuovo e che sia troppo chiuso, io per primo gli
ho sempre dato una leggera Toccatina…tanto per poterlo provare. Ma questa
è cosa momentanea. Nel resto della lavorazione…l’apertura ci si dà alla
fine.
Prima di andare avanti è bene fare una piccola ipotesi; ed è questa.
Nella mia vita ho avuto dei Clarinetti che avevano i Fori grandi; specie nel
pezzo inferiore; e veniva fuori poco suono. Dopo mi è capitato di avere un
altro.strumento con dei buchi piccoli che mi usciva doppio suono.
E così è col Bocchino: averne uno piuttosto chiuso, e mi veniva suono a josa,
un’altra volta con un Becco molto aperto; non usciva niente!
Signori cari: non è l’apertura esagerata che si possa avere un corpo di voce
enorme…Nò!. Sarebbe lungo il discorso; ma vi dico che aprendo più del
necessario il Bocchino, sparisce la Dolcezza; l’intonazione. Lo Staccato diventa
un pasticcio… e il Clarinettista scende di grado sino al pari di un
comune Bandista da strapazzo. (Si perché anche in Banda si deve suonare bene)
Anche nell’Apertura c’è le sue regole: se si toglie del materiale in punta;
si deve toglierne anche alla lettera.D , caso contrario se non è.uniforme,
non si sa cosa salta fuori….. In altre parole; se è più aperto in punta,
l’apertura deve andare più giù!
L’Apertura giusta è, pressappoco, il numero 2 delle misure del Becco Bucchi
o di Coutrì. Se tutto va bene, con quella apertura, della voce ne viene
più del necessario. Si prega di osservare l’Orlo del Becco in Punta:
Quando questo è troppo largo,.può impedire l’entrata della colonna del fiato.
Attento però perché se si prende via troppo materiale in quel posto, il suono
diventa più cannoso e si andrebbe a trovare i maledetti fischi…!
E’ d’obbligo di ripetere che si deve sempre controllare se il Clarinetto
va bene…se qualche cuscinetto sfiatasse… allora la colpa non è più del
Becco.
Un’altro fattore importantissimo che può mettere per la testa delle
idee di avere.più volume di suono e quindi di aprire il Becco; può essere
uno dei soliti chiacchieroni… amiconi… Qualche amico può aiutare, non lo
metto in dubbio… Ma attenti che il più delle volte non aiutano; bensì
danneggiano!
Nel caso di necessità di più Volume del suono si può suonare con
un’Ancia un po’ più robusta. E si suoni con molta semplicità e disinvoltura.
Tutto il resto può venire da sè! Coraggio e niente paura!
Del resto se nessuno mai provasse, addio ai nostri Esperimenti… e alle
Ricerche.
Coraggio e pazienza!
Il sistema di fare il Piano ai nostri Bocchini, in generale è in chiave
Internazionale, è.in due sistemi: Piano piatto o pari; e Piano incavato, alla
Francese. Ma vi sono anche degli Italiani che fanno il detto Piano Incavato.
Vedere la pagina seguente.
[TBC028]
Pagina 12
Come già ho accennato, i sistemi di lavorare nel Piano del nostro
Bocchino, ufficialmente sono i due che ho detto: Piano Piatto (pari)
o Piano Incavato alla Francese. Però ne sono più convinto che
i Clarinettisti che da loro si sono arrangiato il proprio Becco,
non lo sanno neanche loro il sistema in cui hanno lavorato. In altri
termini, si saranno fermati di limare… quando hanno sentito che il Becco
rispondeva alle loro esigenze…più o meno. E non è una meraviglia anche
questa ipotesi. E’ un gioco…se uno l’accoglie giusta…!
Il nostro Insegnante assolutamente non voleva sapere del Piano alla Francese
neanche per sogno! Egli non aveva torto: E non aveva torto perché era un
conoscitore di questa faccenda imbattibile!
E già che sono in argomento dirò il mio parere. Penso che ogni persona abbia
il diritto di dire la propria opinione. Ebbene, nella mia Professione ho
suonato anche col Bocchino fatto alla Francese, solo che non bisogna esagerare.
L’idea di questo Piano è stato ideato perché la punta dell’Ancia non
abbia a guardare verso l’Orlo del Becco e quindi non si chiuda.
La Teoria è al quanto logica. In pratica le cose cambiano assai! L’incavatura
che facevo io era, si e nò: Due Decimi di Millimetri.
Ecco la ragione per perché io ho voluto provare questo sistema: Ho avuto in
mano dei Bocchini fatti male (Parlo dei Becchi di Cristallo, che sono un pò
sordi per natura) e che assolutamente non riuscivo ad aumentare il suono.
Con un pò di incavatura, come ho detto, anche solo di un paio di Decimi,
riuscivo a farli andare. Prima di andare al nostro Bocchino Classico,
termino le caratteristiche di questo Becco col Piano Incavato e l’effetto
dell’Ancia che sempre non si adatta ad impostarsi.
Come ben sappiamo, le Ancie sono fatte di Canne chiamate Bambù: Queste
Canne non hanno un legno a tappeto come tutti gli altri Legni. Dal Pedale alla
vetta è fatta di tantissime vene; e saranno queste vene che, ad Ancia fatta,
vibreranno e sosterranno i Suoni con una delicatezza incredibile.! Ecco
perché col Piano Incavato se queste vene non si adagiano bene…basta un
niente per suonare male e magari mandare un mucchio di fischi da impazzire!
Nel grosso modo le ragioni di essere un Bocchino più difficile di quello
che si potrebbe pensare, è quello che ho spiegato; ne più, ne meno.
Per lavorare, volendo fare questo Piano Incavato, non è consigliabile lavorare
sulle Piastre che ho segnato che si adopera per il Piano Piatto. No perché
si andrebbe a casaccio e potrebbe venire delle tacche…Per fare questo
Piano occorre farsi fare una Piastra, ben Rattificata, partendo da un lato
Aumentando sino a metà e poi tornare al livello di prima in modo che nel
mezzo della Piastra vi sia una Altitudine di circa Due Decimi di Millimetri.
Con questo imposto già fatto, ci si può distendere la Carta Abrasiva e
il Piano Incavato nasce da sé.
Il Piano incavato è più indicato nei Bocchini di Cristallo che nel Caucciù
e del Legno. Con questi, la voce diventerebbe troppo metallica ed aspra.
Già per se stesso, il solo pensare di.mettere. un’Ancia
su un altro piano (quello del Becco), pensandoci è cosa assai difficile!
E mi sovviene un’altra cosa. Proviamo a pensare che se queste due cose:
Bocchino ed Ancie; potessero pensare come la penso io in questo momento
e parlassero dicendo: Io voglio un’Ancia buona! E l’Ancia rispondesse: io
voglio un Piano perfetto! Noi stessi a chi daremmo ragione?
Sono due cose difficili da farsi separate! Figuriamoci unendole assieme…!!
Sono sempre stato contrario ai maniaci…Ma la cosa che ho trattato non è
cosa facile da farsi. Eppure, quando uno è in Orchestra deve lavorare per se
e per la famiglia. Non vale dire: ho l’Ancia che non và! Oppure ho il
Becco che mi fischia! Molti altri non l’intendono questo ritornello!
L’unica cosa: molta pazienza!
[TBC029]
Pagina 13.
Dopo aver visto tantissime cose: prima i difetti degli Strumenti,
poi altre considerazioni tutte importanti, avviciniamoci nel vivo
delle nostre Ricerche; che è il Bocchino del nostro Clarinetto in genere.
Molti, Clarinettisti o non, non concepiscono che dei bellissimi Bocchini,
appena arrivati e tutti bei lucidi, si debba andarli a toccare proprio in mezzo
a questo pomposo Piano?! I Bocchini nuovi che arrivano dalle Fabbriche,
solo una parte potremo adoperarli… gli altri, o fischiano, o non vibrano…
o assolutamente non si possono adoperare…! Ecco allora che l’Esecutore
deve arrangiarsi! Questo fà parte della Professione! Non è un vizio come
qualcuno ammette. I Francesi chiamano l’Artista che lavora nei Bocchini:
le Pianoista. L’Artista del Piano.
Nel breve soggiorno che io feci a Parigi, conobbi un paio di Artisti che
lavoravano nei Bocchini per Clarinetto straordinari! Come Suonatori, erano
meno di un mediocre dilettante! Eppure avevano questo bernoccolo…
Quì sotto metto due schizzi di Bocchino col Piano Francese e anche col
nostro sistema.
[Drawings omitted]
[TBC030]
Pagina 13.
Le due punte del Becco, cioè Lettera A & C, guardando col
Becco verso la luce, ben’inteso colla punta vicino agli occhi;
il difetto di una punta più alta e l’altra più bassa si vede anche
senza la Lente d’ingrandimento; o tutt’al più, il normale paia di occhiali.
Attenti a quanto segue: Queste Lettere Fisiche, si chiamano così
per indicare un posto importante. Lo stesso noi se dovessimo avere un
appuntamento con una persona, come potremmo fare a trovarci all’ora x e nel
posto x se non sapessimo i nome di tutti i posti anche i meno belli? Qui poi
si tratta di enorme importanza! Che ha dato questi nomi e Lettere Fisiche
al nostro Bocchino; la prima volta che le ho viste fù in un Metodo (forse
Tedesco, di nome Blatt…). In seguito e anche in Francia dove ho soggiornato
molto; ho sempre visto queste Lettere Fisiche al Nostro Becco nel medesimo
modo. Comunque non ha importanza chi le abbia create. E’ giusto che
siano così…e andiamo così!Perciò chiamo Lettere per dire posto.
La Tecnica dice che queste Lettere devono essere in Sintonia,
o se la parola non fosse giusta, diciamo: tutto deve essere regolato
e con la massima precisione. La Lettera A e la C, che rappresentano le
due punte del Bocchino; devono essere precisissime, caso contrario, come
abbiamo appena detto, se una punta è più alta dell’altra; il Becco o non suona,
oppure fischia. La lettera B, rappresenta il Piano dal tallone fino alla
Lettera D. Guai se nel Piano c’è o delle montagna o delle basse: anche quì:
o fischia o non và. Adesso si deve stare attenti alla Lettera D! Da quì
parte l’Apertura del Bocchino. Se l’Apertura parte prima (cominciando dal
Basso il calcolo), non và bene! Se parte dopo; non và bene. A questo punto
mi permetto di dire (a ragion veduta e per esperienza); che se tutto il resto
và bene… anche se l’apertura parte un pelo prima oppure dopo; i risultati
possono essere ottimi. Dall’apertura dell’Ancia alla punta; questo
vuoto che aumenta man mano che si và su, non deve essere dritto
orizzontalmente; ma deve andare sù curvatamente e gradatamente. E’ difficile
questa cosetta! (Per vedere bene queste cose si dovrebbe essere ad una
Lavagna disegnandole…) Per quanto poi riguarda la Lettera F, che questa
l’ho messa io, diciamo per complettare bene tutto: questa Lettera riguarda
l’intonazione cioè la misura della Camera. Nelle eventualità delle cose…
se il Becco cresce nelle note dello Chalumeau, si tratta soltanto di allargare
la Camera del Bocchino: adagio adagio per non oltrepassare i limiti.
E tutto è a posto. Questo è il complesso delle Misure del nostro tanto
discusso Bocchino. Alla nostra maniera. Se noi prendiamo il Bocchino
Tedesco dei suoi Clarinettisti, è tutt’altra cosa .Altro Becco e altre misure.
E se vogliamo anche altro Sistema di Strumento poiché nelle Orchestre
della Germania e anche in altre Nazioni; non vanno col Sistema Bohem; vanno
col vecchio Clarinetto. Uguale cosa nelle Trombe che non adoperano la
Tromba a Pistoni, ma suonano ancora con quella a Cilindro. Lasciamo a loro
le loro idee, e noi teniamo le nostre.
Questo tratto di foglio scritto in rosso, si tenga a portata di mano perché
potrà servire più di altre indicazioni! E questo è per il contenuto delle
cose molto importantissime. Che poi lavorando sù un Becco x ci risulti
un po’ differente di quello che qui c’è scritto; non è una meraviglia… e
non può essere una meraviglia perché ogni Becco ha le sue caratteristiche
che, attraverso queste… possiamo essere indotti a cambiare. Indotti… e
non indotti…assecondo il destino dove ci porta? L’ho detto e l’ho
ripeto: si vede dove si comincia… non si sà dove si arrivi?! L’importante
sarebbe di arrivare ad un buon lavoro; non importa se qualcosa è diverso!
[TBC031]
Pagina 14
Nel corso della mia Professione, specie i primi tempi, quando
lavoravo con dei Clarinettisti più anziani e Migliori di me, ho
visto tante cose, frà queste, ne vedevo delle buone e delle fasulle.
Queste ultime le lasciavo perdere; ma le buone cose… le mettevo in pratica
anch’io. Ma ho visto delle cose che non appartenevano a niente! Direi
a delle Utopie… o idee che non avevano niente che vedere colla verità.
E trà queste tante merita di citarne una: Un’Elemento che sul Leggio non
teneva una scattolina di Ancie… come di solito si usa, nò! Un Giraviti
sempre pronto e che bastava 10 battute di Pausa che costui invitava e
svitava per tutto il corso della Prova…! Non c’è niente più dannoso di
queste manovre per poi arrivare a non fare più neanche una nota!!!
E che magari dopo un lavorio, col cuore in gola…il Clarinetto andava bene
ma chi difettava era o l’Ancia o il Becco che era in fase di fare suonare
male anche se quell’Ancia fosse stata discreta. Perciò, assicuriamoci
che Il Clarino sia a posto… Risolto questo problema, passiamo a vedere il
Bocchino!
Supponiamo di aver scoperto il difetto nel Bocchino: c’è il fischio!
Non viene bene in Registro Basso… e stenta gli Acuti… Insomma siamo
costretti a ricorrere ai ferri (come il Chirurgo). Si pulisca bene la
Piastra che non vi sia polvere… caso contrario non arriviamo a vedere le
cose giuste. Si osservi le due Punte del Becco. Attenti che una non sia
più alta dell’altra…Se è così: fischi a josa! Poi portiamoci ad osservare
il Piano. Se il detto Piano è Piatto, vedremo con più facilità dove vi è
del materiale in più. Si adoperi Carta Abrasiva nera così lavorando verrà
segnato in chiaro dove il materiale è in più. Mai carta bianca!!!
Se vi è una punta più alta dell’altra, si consumi il di più e poi si uguagliano
in modo che le punte siano perfette! Si guardi verso la luce chiara, non guardare verso il Sole!
Togliando del materiale nel mezzo del Piano, non si calchi troppo poiché automaticamente si viene a portare via più nelle due Ali Armoniche e
nel Tallone che in mezzo al.Piano stesso in modo che potremmo trovarci
con una gobba in mezzo al Piano. Se in Mezzo.a questo Piano trovassimo una
lieve Bassa, il Becco potrà andare, ma se trovassimo una gobba… l’arnese
diventa sordo addirittura. Per togliere una Gobba in mezzo al Piano, non
c’è altro che tagliare delle fettine di Abrasiva e metterle in cima alla
Piastra di traverso e lavorando solo in quella Zona. Osservare il
prossimo foglio!
Nella zona delle Ali Armoniche, togliere poco materiale, caso contrario
se in quella zona c’è del vuoto, si fermerà di continuo l’acqua e così sarà
difficile suonare. Quello è un posto delicato! Attenti anche a togliere
delle sbavature! Ho visto gente che andava lì con un temperino e lavorava.
Un’ altro posto da osservare attentamente sono i due bordi del Bocchino.
Se uno è più alto dell’altro, potremmo trovarci che tutto va bene ma che
però il Becco non suona! Vi sarà degli specchietti da osservare.
Un’altra raccomandazione è di osservare l’Orlo che unisce le due punte.
Mai togliere del materiale in quella zona! O se si togliesse qualcosa,
aspettare a lavoro quasi finito. Non deve essere troppo grosso, siamo
daccordo; ma in quel punto vi è il segreto della qualità della voce del Becco.
Poi quando si fosse levato molto materiale nella punta del Becco, si
andrebbe verso il pericolo del fischio! E anche suoni aspri e secchi!!!
Anche lavorando con tutte queste Tecniche, aggiungendo un sacco di accorgimenti…!
Qualche volta non riusciamo ad ottenere il nostro scopo.
Ma noi non dobbiamo fermarci! Faremo come il Celebre Liutaio che pur avendo
studiato per anni le infinite regole, aggiunge i suoi segreti.
[TBC032]
Pagina 15.
[Drawings omitted]
Pregherei di guardare bene gli schizzi e le sagome delle Piastre e dei
Bocchini. Chiedo scusa se non sono fatti con grande arte, comunque credo
si possa capire ugualmente bene.
Sia se una persona e destro o mancino, non ha importanza. Si impugni il
Becco con trè dita o anche quattro: il police dalla parte nostra; l’indice sopra
il dorso dell’arnese, il dito medio e l’anulare devono tenere sodo senza
che il Becco balli. Tenere ben saldo ma non premere troppo. Spingendo troppo
forte si può creare dell’alto e basso nel Piano per causa della Smariglia
o della Abrasiva se queste hanno delle parti più deboli.
In conformità di quello che si vuole fare… col Becco già impugnato… si
vadi sulla Piastra andando avanti e indietro… (più oltre vi sarà altre
indicazioni) Sulla carta Abrasiva. Quelli che hanno la volontà di lavorare
nei Bocchini, in un primo tempo potranno lavorare con dei Bocchinetti
da poco… poi, in seguito, impareranno l’Arte.
Ho già parlato di due Modelli di Piano: Italiano e Piatto. Francese Incavato.
Per ora consiglierei di provare solo a orientarsi sul Piano Piatto
che è meno difficile. In seguito si potrà provare a lavorare il Piano Incavato.
Si vada adagio che non ci deve essere fretta. C’è più tempo che vita!
Allego anche tre modelli per la differenza del Piano.
[Drawings omitted]
[TBC033]
Pagina 16.
Quando noi abbiamo maneggiato alcune volte un qualsiasi Becco
e che abbiamo preso un po’ di pratica, si cercherà di portare un Piano
ad un certo punto… si potrà mettere sù un’Ancia e provare cosa
abbiamo fatto… Siamo nel campo degli esperimenti ma occorre sovente provare. Può essere che questo primo lavoro sia riuscito che il Becco in questione
suoni ma con poca spontaneità… Si ripeta il lavoro e via dicendo…
Il dispiacere più grande può essere quando controlliamo se sentiamo dei
fischi. Non ci si faccia caso e si continui le ricerche dei difetti e poscia
di nuovo lavoro!!!
L’inconveniente del fischio l’ottanta per 100 avviene dalla
imperfezione del Piano. Qualche altra volta può essere una delle due punte
non uguali. Un’ala della Finestra Armonica più alta dell’altra.
Anche se la Finestra Armonica e troppo larga e che nella punta vi sia troppo
largo e spazio, facilmente passa dell’aria in più e quella si tira dietro
un bel fischietto. In altri casi ho visto dei Becchi con la Finestra
Armonica troppo piccola… pure questi hanno la tendenza al fischio.
Poi, anche se un Becco ha la tendenza al fischio, non tutte le Ancie fischiano.
In tal caso, il nostro Cervello… fa una gran confusione di calcoli…
e non risolve niente! Ho visto dei Bocchini fatti molto bene che pure col
Piano difettoso, non fischiavano lo stesso. Questi possono essere di Cristallo.
Se sono di Caucciù, finché non si ha una certa abitudine, fischiano anche
col Piano perfettissimo.
Un grandissimo difetto che si vede di rado anche quando si va in un Negozio
e che si acquista un Becco. Il Piano del Bocchino deve essere fatto
in mezzo in punto al Becco, se, al contrario, questo Piano fosse di traverso
e piegasse o a sinistra o a destra, c’è da diventare pazzi a mettere a posto
un Becco di quel genere! Molti Bocchini arrivano dalla Fabbrica già col
Piano di traverso. Potrebbe andare lo stesso qualora fosse tutto di traverso:
Piano e anche le punte. Ma ad arrivare a questo c’è da diventare pazzi!
Fare questo mestiere di arrangiare i nostri Bocchini per potere fare questa
Professione, può capitare delle piccole cose lontane alla realtà in modo
da non crederci! Eppure possono avvenire e come! Poco tempo fà trovai un
difetto nel Tallone del Bocchino. A quel punto l’Ancia non arriva quasi
mai, perciò non ci pensavo. Tirai via il difetto e il Becco cambio tutto in
bene. Anche quì sotto metto uno Schizzo per vedere la precisione dei
due Bordi dell’Arnese: Ripeto: il Piano deve essere piantato nel centro
del Bocchino!
Nella compera dei Bocchini, osservare bene
che questo Piano sia nel centro del Becco.
Guai se pende a destra o a sinistra!
Molti esemplari arrivano con questo difetto.
E questo è la lavorazione delle macchine dei Fabbricanti.
Stare molto attenti!
[Drawing omitted]
[TBC034]
Pagina 17
L’andamento di lavorare nel Piano dei Bocchini del nostro Strumento, è come già ho indicato nella pagina precedente. L’impugnatura del Becco e molto delicato. Lavorando in questo mestiere dovrebbe essere come l’Arrotino che affila i coltelli anche i più delicati; cioè: lavorando e tenendo in mano
l’arnese, si dovrebbe avere la sensibilità di vedere, col Cervello… il lavoro
che si fa… nel grosso modo. Questa è un’Arte che non si può spiegarla; si
cerchi di capirla!
Non posso non parlare della Penna del Bocchino, che è la parte che si poggia
sul labbro superiore. O il Clarinettista mette i denti sopra, o mette il
labbro, questo parte del Becco è chiamata la Penna del detto Arnese.
Ed ha una certa importanza, sia per regolare l’andamento dell’esecuzione, e
sia per tenere in equilibrio lo Strumento.
Se su questa Penna vi fosse una montagna o gobba, farebbe male il labbro e
si sarebbe meno sicuri nel tenere fermo il Clarino. E’ preferibile un po’
di bassa: meno male al labbro e più sicurezza in tutto e per tutto.
Tutta questa messa assieme di cose, possono essere tutte buone… o, viceversa,
qualcuna potrà essere meno valida di un’altra… Comunque, si stia
attenti che se anche vi fosse una differenza dal sistema di un Clarinettista
all’altro; potrà essere assai relativa. Il Clarinetto e quello… e
il mestiere lo stesso!
Molte volte ho sentito dire che l’Insegnante, tale, è un’affarista perché
ha venduto un Becco che era una schifezza… ed ha fregato il compratore!
Si vada piano nel fare queste considerazioni e offese perché molte
volte il venditore di un’arnese del genere pensa.di dare via un
oggetto che vale 2… ma può dare via il migliore che ha… e quindi gli
resti il più scadente. Non è tanto facile conoscere bene i Bocchini che
noi abbiamo lavorato. Per conoscere bene un tale Becco e dopo un dato lavoro:
occorre avere Ancie adatte e il momento adatto! Non è sempre facile
capire di primo acchito! Ripeto: misteri assai misteriosi!
Si potrà capire e giustamente… se il soggetto addirittura non và!
Del resto non c’è tanto da gloriarsi di dire: ho fregato il tale ecc.
Tornando alla Penna, penso si possa ordinare ad una Fabbrica di Bocchini
che si vuole la Penna incavata e non colla gobba. Tutto si può fare!
Allego lo schizzo dei Bocchini facendo vedere la detta Penna.
Nella Penna del Bocchino non deve
mai esserci dell’alto: piuttosto del basso!
[Drawings omitted]
La Penna se è incavata fà meno
male il labbro ed è più
comodo!
[TBC035]
Pagina 18
In questo foglietto metto ancora due Schizzi di due Bocchini: uno
col Piano Piatto; l’altro col Piano Incavato. (E’ meglio qualcuno in
più che in meno). Si prega di osservare tutte le indicazioni!
Si affronti questo lavoro senza mai arrabbiarsi e andare giù di morale.
Sempre se c’è la volontà di chi si appresta a studiare questa faccenda.
Se il Clarinettista X non ha la voglia di mettersi in questo lavoretto,
può fare a meno perché nessuno glielo impone!!!
Prima di mettersi a fare un dato lavoro su un Becco, si faccia un’esame
se realmente c’è il bisogno di farlo. Stabilito che occorre a tutti i costi;
si pensi come è meglio fare… e da dove si deve cominciare.
E poiché, vi è la malattia di correre ad aprire l’Apertura del Becco; si
faccia se è necessario. E, come già ho più volte accennato, se vogliamo
aprire il Becco nella punta… si deve togliere del materiale anche alla
lettera D, in modo che diventi uniforme la detta Apertura. Se si prendesse
via del materiale solo nella punta; il suono diventerebbe secco e col
pericolo dell’ombra del fischio… specie se il Becco fosse di Caucciù.
Se al contrario è di Cristallo, la cosa potrebbe andare, ma comunque, la
voce cambia!
Ma i casi possono essere tanti; scegliere i casi più adatti e
meno pericolosi. Penso anche che fin da quando il Clarinetto è stato portato
in Orchestra e che si è formato il Professore di Clarinetto, i detti Problemi
li abbiamo avuti tutti o quasi. Il bisogno e l’istinto… fa le cose.
Di nuovo osserviamo i due Bocchini!
[Drawing omitted]
Questi due disegni sono più grandi del normale positamente per vedere meglio le differenze.
[Drawing omitted]
[TBC036]
Pagina 19.
Con uno schizzetto fatto da me, molto modestamente, della
Lastra (rinnovo la raccomandazione: la detta Lastra deve essere
al non plus ultra della perfezione; caso contrario, si perde tempo per
niente!!!) e del Bocchino poggiato sopra; cioè: col Piano del Becco
sopra al Piano della Lastra. Guardiamo come possiamo togliere un po’ di materiale
alla lettera D. Cosa non troppo facile; ma con questo sistema non
possiamo sbagliare. Inoltre vediamo la fettina di carta abrasiva 00 (meglio
fine) messa davanti al Bocchino di traverso. Colla mano sinistra teniamo
ferma la cartina che non si muova, colla mano destra si muova il Becco pian
piano verso la cartina in modo che il Piano del Bocchino incontri la carta
abrasiva… così facendo si toglie del materiale oltre la lettera D e
così si allunga l’Apertura del Becco che abbiamo in mano.
Operazione difficile e occorre andare con i piedi di piombo!!!
Si vada adagio a consumare del materiale in quel posto: per amor di Dio
che non venisse una specie di bassa esagerata o un buco!
C’è chi adopera un’ago, messo di traverso e anche sopra alla Piastra, poi
sopra all’ago la carta abrasiva. Se l’ago però è robusto, non c’è bisogno
di metterlo sulla Piastra. Dico robusto in modo che lavorando non dovesse
piegarsi. C’è chi lavora con delle stanghette di Carburunto… Le
ipotesi non si finiscono mai: chi più ne ha, più ne metta!!!
Sembra una sciocchezza; ma la cosa è al quanto complicata! Se non fossi
pratico e mi raccontassero tutte queste cose… parola d’onore, ci riderei
sopra! L’esclamativo di dire: chi più ne ha, più ne metta… richiama
altri piani e altri tentativi… Se mi è concesso vorrei tornare alla
considerazione del Liutaio e del lavoro che egli fa. Se chiudo gli occhi e
penso alle astuzie che costui mette in pratica per tirare fuori una data
cosa ed avere un voluto effetto sul suono del suo Violino. Anche ad occhi
chiusi, vedo molto…! Del resto l’ho detto e lo ripeto: La grande Arte
non stà solo nella o nelle Teorie… L’Arte grande sta al di fuori delle
comuni Teorie! Lascio il Liutaio al suo posto e mi levo tanto di cappello alla sua bravura!
Osservare bene tutto e lavorare con molta attenzione!
[Drawing omitted]
[TBC037]
Pagina 20.
In tutto il discorso generale del Trattato, mi pare di aver dato ampio
spazio ai difetti del Bocchino del Clarinetto, specie, il difetto del
fischio. Tutti lo sanno che cosa possa significare un fischio in un SOLO…
Ma è bene ripeterlo: Il fischio, anche se per disgrazie avviene ad un grande
Clarinettista; è calcolato una Stecca! E può avvenire a chiunque anche fosse
il Rè dei Clarinettisti! Basta un’Ancia perfida… per una Stecca del
genere. Ma ho anche detto che molte cose, verranno dette più di una volta,
perciò, mi sia perdonato…!
Dirò il modo con cui ho sempre allargato la Camera dei Bocchini qualora ne
avessero la necessità. Si prenda un pezzetto di legno, lungo il doppio o più
del Becco. Se questa verghetta fosse più grossa e non passasse dentro la detta
Camera, si lavori in modo che possa passare. Occorre sia bella dritta e
più sottile della misura in modo che nel pezzetto che va dentro; ben’inteso
colla carta smariglia arrotolata, anche se passa stentatamente possa andare.
Quindi girare dentro la Camera allargando… in modo da portare questo
vuoto ad una misura da intonare meglio lo strumento. Ho detto e ripeto;
così facendo aumenta anche il volume del suono… e forse anche più dolce.
Se il Becco che vogliamo allargare la Camera è di Legno o di Caucciù, il
gioco è facile, se è di Cristallo, occorre più pazienza e più tempo. Anzi,
raccomando che nel Cristallo si deve andare molto adagio perché se si scalda…
basterebbe una piccola goccia d’acqua (se si prova) per vedere una crepa.
Che dà l’istrumento intonato è la perfezione della Camera dello strumento e
quella del Bocchino assieme! La responsabilità di queste cose, specie da
studenti, è dell’Insegnante… poi, strada facenda, dello strumentista.
Mi pare che pian piano, andiamo verso la conclusione del presente Trattato.
Sperando che la memoria non mi tradisca, riesaminerò tutte le cose più importanti
e farò cenno alle più essenziali. Ma dire tutto in un fatto del
genere… è assai difficile! Gli strumenti sono delicati… La professione è
assai difficile… e le combinazioni che si presentano in Orchestra, sono
tantissime ed enormi! Se facessi anche un Trattato di 500 pagine, lostesso
non potrei dire il tutto!
Il Klosè ammetteva che la voce del nostro Clarinetto deve essere:
Dolce, Chiara, Pastosa e Molle! Cerchiamo di orientarci verso questi componenti;
ma non è facile ottenere queste qualità mettendole assieme?
Specie con le Ancie di oggi giorno.
Se abbiamo la fortuna di avere un buon Clarinetto e, in seguito… trovare
un paio di Bocchini riusciti bene… basta, fermiamoci lì! Meno cambiamenti
faremo, e più sarà facile avere e mantenere un bel suono!
Il sistema Tedesco e tutto diverso dalla nostra scuola (la nostra è alla
Francese). I Clarinettisti Tedeschi, montano un’Ancia, o la legano… oppure
mettono anche loro la Fascetta; ma non la muovano più. A fine lavoro, puliscono.
con uno spazzolino…
Con la scienza di oggi giorno non siamo capaci di inventare un’Ancia che si
possa suonare meglio di quelle che vendono!
Ho detto e debbo ripetere che le misure che io ritengo giusto dell’Apertura
dei Bocchini del Clarinetto Classico per grande Orchestra; è il numero
2 delle misure dei Bucchi e dei Coutrì. Più o meno… queste sono le misure.
Se il Piano è giusto, del suono ne viene più del necessario!
Aprire troppo il Becco; per prima cosa sparisce tutta la dolcezza del suono!
[TBC038]
Discorso finale e conclusivo.
Riepilogando: Gli Studi da me scritti, sono stati creati positamente
per Controllo ogni qualvolta che uno lavora sul Piano di un Bocchino.
Perciò non hanno niente a che vedere con gli Studi dei grandi Capiscuola.
Non mi stancherò mai di dire di andare adagio, sia nell’osservare i futuri
Becchi che i Clarinettisti adopereranno, e sia nelle decisioni da prendere…
In altre parole, si sappia quello che si vuole fare e non mettersi a limare
via del Materiale se non si è sicuri! Il Materiale che compone un
Bocchino per Clarinetto è tutto prezioso! E se si sbaglia; il materiale che già
è venuto via non ci si mette più anche se vedessimo la necessità!
Non si esageri nell’Apertura. Andando adagio si può tirare fuori un Piano che
pur non essendo tanto aperto del suono ne viene più del necessario. Non è la
grande Apertura che da il grande Volume di suono. Come ho detto è, la perfezione.
Consiglio ancora il numero 2 della misura dei Becchi di Coutrì.
Con quella Apertura (sempre se il Piano và bene) si può fare la voce del
nostro Strumento come suggeriva il grande KLOSE, cioè: Dolce, chiara, pastosa e
molle.
Se mi fosse chiesto quale Bocchino deve adoperare: o quello di legno;
o di caucciù o cristallo? Non saprei quale risposta dare? Dico solo che un
Clarinettista di grande Orchestra li dovrebbe avere tutti e trè, adoperando
man mano uno o l’altro anche a secondo del genere di Musica che attualmente
fà. Delle Ancie ho già parlato; ma credo sia bene dire ancora qualcosa.
Ripeto che il legno delle nostre Ancie, non è un legno come tutti gli altri.
E’ un legno composto di tutte vene che partono dal tallone dell’Ancia sino
alla punta. Guai se nel corso di tutto il Piano vi fosse un difetto: questo
porterebbe a non Vibrare normale e, di conseguenza, verrebbe il Fischio ed
altre imperfezioni. Ecco perché ho trovato più sicuro il Piano Pari di quello
Incavato alla Francese.
Facciamo una riflessione e consideriamo due Piani che s’incontrano (Piano
del Bocchino e dell’Ancia) quale difficoltà può portare se anche uno, dei
due Piani, non fosse perfettamente giusto…? Poi, per finire, aggiungiamo le
Ancie che siamo costretti a comperare oggi giorno… E vedremo che il problema
è tutt’altro che facile!
In principio del Trattato ho parlato dello Strumento che deve essere intonato.
A questo punto ritengo giusto parlare degli Strumenti che dobbiamo adoperare.
Qualche volta ho sentito parlare… e qualche Clarinettista sosteneva
che se si vuole si può fare la Carriera d’Orchestra con un solo Clarino;
cioè il Si B. A tambur battente rispondo che il genere Lirico si può, ma il
Sinfonico è impossibile! Il vero Professore di Clarinetto li deve avere tutti
e due! Meno fatica e rischio… e più riuscita! Perciò deve essere molto
intonato anche il Clarinetto in La! Però occorre tenere in efficienza anche il
Clarino in La. Non si può lasciarlo nell’Astuccio dei mesi poi, all’improvviso
portarlo in Orchestra! I primi Clarinettisti delle Primarie Orchestre del
mondo intero, hanno in Orchestra i due Strumenti!!!
Ora, concludendo, vorrei fare una raccomandazione; ed è la seguente: il lavoro
fatto da mè scrivendo questo Trattato, non è una cosa buttata lì per passare
il tempo. Sono considerazioni fatte attraverso anni di studio e prove…
E se un qualunque Clarinettista lo studia, ha sempre da guadagnare anche se
non volesse dedicarsi a lavorare sul Piano del proprio Bocchino.
Tutto quello che legge e medita… sarà sempre importante! In altre parole:
non sciuperà mai il tempo inutile… poiché nella nostra Professione non si
è mai finito di studiare e di sapere; specie per quanto riguarda il
Suono del nostro difficile Strumento! Ed è su questo che ho creduto bene di
orientarmi! Auguro a tutti: Buon Lavoro!
Ernesto Olivieri
[TBC039]
Discorso finale e conclusivo.
Riepilogando: gli studi per Clarinetto, modestamente, da mè scritti, sono
stati creati positamente per Controllo ogni qualvolta che un Clarinettista
lavora in un suo Bocchino. Perciò non hanno nulla a che vedere con
i grandi Studi che portano gli Alunni al Diploma.
Non mi stancherò mai di dire di andare adagio nelle cose che riguardano i
nostri Bocchini anche quando si sa che occorre lavorarli. Ci si pensi prima…
In altre parole; si abbia una cognizione di quello che si deve fare. Non si
abbia fretta andando a limare via del materiale se non si è sicuri! Il materiale
di qualsiasi sorta che compone un Becco per il nostro Strumento, è tutto
importante! Ed è importante anche per la posizione in cui si trova.
Alle volte prima di mettermi a limare il Piano di un mio Becco; ho pensato dei
mesi dove fosse stato meglio lavorare…
Non si esageri nell’Apertura. Se il Piano viene fatto bene del suono ne viene
fin che si vuole anche non essendo troppo aperto. Consiglio la misura, più o
meno, il numero 2 dei Bocchini di Coutrì. Troppo aperto il Bocchino significa
difficoltà nella scelta delle Ancie… e voce non più dolce come diceva
Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa & Molle. Insomma; voce Classica!
Se uno mi chiedesse quale Bocchino deve adoperare: o Legno di Ebano. Caucciù.
O Cristallo? Non saprei cosa rispondere? Nella mia Carriera ho lavorato con
tutti e trè a secondo dei casi e dei Complessi in cui lavoravo. Se s’indovina
la riuscita del Piano e ci si fà la sua abitudine; vanno bene tutti!
Delle Ancie ho già parlato, ed ho detto e ripeto che è un legno non come tutti
gli altri legni. Questo Bambù è composto di tante Vene che va dal Tallone
dell’Ancia sino alla punta… e guai se nel corso del Piano ci fosse dei
difetti! Un difetto a metà del Piano, porta un Fischio nella punta del Becco!
Le Ance poi che si compera oggi giorno lasciano molto a desiderare…
Poi il Problema di mettere un’Ancia su un Piano… e che anche l’ancia stessa
ha un altro Piano. Due Piani che s’incontrano… Pensiamoci un pò e vedremo
che il Problema non è semplice come potrebbe apparire: Eppure il nostro
Clarinetto è nato così e rimarrà così finché il mondo sarà mondo e finché vi
sarà dei Clarinettisti! Non c’è niente da fare! Occorre tanta pazienza!!!!!
In principio ho parlato dello Strumento che non deve avere dei difetti, caso
contrario in Orchestra si farebbe fatica ad intonare. Arrivati qui e alla fine
del mio discorso non posso più parlare dello Strumento singolo in Si B.
Quando un Elemento ha finito di studiare ed ha intenzione di fare la carriera
del Clarinettista, a questo punto occorre parlare di due Clarinetti: Si B e La.
Qualcuno si lava la bocca di dire che si può fare la Professione anche con un
solo Strumento il Si B. Questo discorso di bravura, lo credo solo a metà, e cioè:
Il Repertorio Lirico si può farlo. Il Sinfonico è impossibile!
Il vero Professore di Clarinetto, deve averli tutti e due: Si B, & La. Allora
è al completo! Il resto non c’è bisogno che aggiunga niente perché lo sanno.
Il Clarinetto in La è un bellissimo Arnese, ma occorre avere la fortuna di
trovarlo intonato e adoperarlo spesso. Se, al contrario, uno lo lascia degli anni
nel cassetto all’atto pratico… non combina niente! In altre parole,
occorre tenerlo sotto mano e suonarlo almeno una volta la settimana anche se
non ne ha bisogno. I Clarinettisti di tutto il mondo e delle primarie Orchestre,
li hanno sempre tutti e due nel posto d’Orchestra.
Del resto, ogni Elemento può fare a modo proprio!
Auguri a tutti e buon lavoro! E Auguro tanta pazienza!
Ernesto Olivieri
[TBC040]
Discorso Generale & Conclusivo.
Riepilogando: Gli Studi per Clarinetto, modestamente, da me scritti, sono
Stati fatti positamente per controllo ogni qualvolta che un Clarinettista
lavorerà in un Bocchino per il nostro Strumento. Perciò non hanno a che
vedere con i grandi Studi che portano gli Strumentisti al Diploma.
Non mi stancherò mai di ripetere di andare adagio e senza fretta, sia nel
considerare un Bocchino… e sia nelle decisioni da prendere in caso ci
si debba lavorare. Vi sono dei Becchi che quasi invitano a tirare via del
materiale dal Piano e andare giù. E questi sono quelli che hanno un Piano
molto stretto e piccolo e che, invitando la fascetta, rimane ai due lati
una fetta di Ancia fuori dal Piano. Del resto, io stesso, prima di andare a
limare del Materiale… ci pensavo più di una volta perché il Materiale di
Un’Accessorio come questo; è tutto molto prezioso!
Non si esageri mai nell’Apertura! Non si dia retta ai chiacchieroni, cioè,
a quelli che insistono che il Bocchino deve essere molto aperto. Nò!
Anche se è poco aperto e se il Piano è riuscito bene: del suono ne viene
anche più del necessario!!! Aprendo troppo la punta del Bocchino, è molto
difficile nel trovare le Ance e se la voce è diventa aspra! E allora
non è più il Clarinetto che dice il grande Klosè: Dolce, Chiara, Pastosa e Molle!.
Se uno poi mi chiedesse quale dei trè Bocchini che ho parlato:
Legno di Ebano, Caucciù o Cristallo; deve adoperare…? Non saprei come
rispondere? Se i Becchi sono riusciti bene… si possono adoperare tutti!
Penso che un Clarinettista li debba avere tutti e tre. Io stesso ho fatto
la mia Professione suonando con tutti assecondo del genere di Musica che
facevo e del Complesso a cui appartenevo. Nell’Orchestra Grande è molto
indicato il Cristallo perché ha il suono più massiccio.
Per quanto riguarda le Ancie, malgrado ne abbia già parlato, darò un’altro
tocco al discorso. Il legno delle nostre Ancie, non è come tutti gli altri
legni. Il nostro legno è fatto di tutte vene che partendo dal Tallone del
Becco vanno fino alla punta. Anche se a metà strada, se nel Piano vi è un
piccolo difetto…l’Ancia appoggiandosi può prendere una piega che sulla
punta avviene dei fischi a non finire… Sono prove che le ho fatte una
vita! L’Ancia di bambù, che ha già per se stesso un Piano; deve poggiarsi su
un’altro Piano che è quello del Bocchino… Proviamo a pensarci…?!
Questo impatto non è facile da accoppiare!!!
E quando un Bocchino fischia, è assolutamente impossibile poter lavorare
in Orchestra!!! In un posto d’Orchestra è già difficile starci anche quando
tutto va bene! Figuriamoci poi se lo Strumento non và… o che il Becco fischia?!
Nelle prime pagine ho parlato dello Strumento; ora che stò per finire
penso sia meglio di parlare degli Strumenti: dei due Clarinetti che
si dovrebbe adoperare in Orchestra, cioè Si B & La. Qualche Elemento si
permette di insistere nel dire che si può fare la Professione col solo
Si B! Invece io rispondo che nel Repertorio Lirico si può suonare se non
tutto ma quasi. Nel Campo Sinfonico nò e poi nò!!! E allora è
necessario procurarsi anche il Clarinetto in La; meno fatica e più riuscita!
A patto però di acquistare un’ottimo Strumento e suonarlo sempre; non
abbandonarlo! Se si mette nell’Astuccio e non si adopera mai, può arrivare
all’improvviso il bisogno di adoperarlo… e fare anche magra figura!
All’estero lo chiedeno sempre lo Strumento in La. La ragione è perché la
voce è più larga e più dolce del Si B. Ripeto che è uno Strumento di grande
risorsa! In certi posti c’è chi adopera pure il Clarinetto in Do.
Di quello si può fare a meno. Oppure si dovrebbe trattare di un Concerto
per detto Clarino.
[TBC041]
Quei Clarinettisti che hanno avuto la fortuna di studiare con degli
Insegnanti molto conoscitori del Bocchino, anche se non hanno fatto del tutto
la vita dell’Orchestra, sanno ugualmente quale importanza ha questo Accessorio
per il nostro Strumento. Dico questo perché, girando il mondo come
ho fatto io, ho conosciuto gente che non erano Professionisti del Clarinetto
ma conosevano il Becco del Clarino e sapevano lavorarci al plus ultra della
perfezione! E questo ebbi modo di vedere a Parigi. Ero in giro con una
Orchestra Tedesca in tempo dell’ultima guerra (1940-1945). E in quella
grande Città conobbi un Francese che lo chiamavano: il Baif, che non era
nè Professionista e nè Dilettante del Clarinetto; ma conosceva il Becco
alla grandissima perfezione. Riuscii a capire che da giovane aveva lavorato
in una Fabbrica di Clarinetti, nel centro di Parigi.
A questo punto mi permetto di aprire un discorsetto, con cose vere e reali
che stanno a pennello nel discorso. Nel mondo intero vi è il chiodo di
credere che se uno dei nostri Bocchini è stato lavorato da un grande Artista
dello Strumento… va bene anche se ha difetti. Se, al contrario, un Bocchino
ix proviene da un Elemento non di grande nome… L’Arnese non và!
Su questo fatto non ci si può ridere dietro poiché, il più delle volte, lavora
la suggestione e l’istinto. Non posso riderci dietro e non posso neanche
ammetterlo al 100%; l’Arte di stare a sedere in una sedia d’Orchestra
e fare bene il proprio dovere, è un mestiere… e ci vuole una Natura non indifferente!
L’Arte di conoscere e lavorare nei Bocchini per Clarinetto; è
un’altro mestiere che merita una certa considerazione… e, aggiungo, ci vuole
la dovuta Natura. Sono due mestieri uno diverso dall’altro! Sono vicini…
molte volte sono uniti in un medesimo Uomo; ma sono due cose diverse!
Il Violinista è un mestiere che deve avere la sua grandissima Natura…!
Il Liutaio è un altro mestiere che deve necessariamente avere la sua…
Natura pure questo. Perciò, pure quì: due mestieri e con due Nature diverse.
E allora non si può ridere se uno conosce… e lavora bene nel Bocchino
del nostro Strumento ammettendo che non sia mai stato al Teatro Alla Scala
di Milano. E questo non lo dico perché io voglia essere complimentato…
Lo dico per pura verità! E neanche ho scritto questo trattato con la pretesa
d’incassare soldi. Nò! La mia soddisfazione sarebbe tanta se potessi fare
in modo di aiutare molti dei futuri Clarinettisti! Perché l’Arte nostra
non è conosciuta! Non è nè conosciuta, nè rimunerata!
Mi pare d’averlo detto, comunque. I Francesi chiamano l’Artista che lavora
i nostri Bocchini: La Pianoist. Cioè: l’Artista del Bocchino; o l’Artista
del Piano. Un’uomo che lavori per 50 anni sui Becchi per Clarinetto e
che arrivi ad un certo livello; sia di pratica, e sia di sicurezza…
Non arriva mai alla fine. Man mano che il tempo passa, vi è sempre modo di
vedere delle novità. Novità che, il più delle volte, piacciono. E piacciono
perché queste novità sono sempre volte verso la perfezione dell’Artista.
E sono convinto che se io potessi vivere duecento anni (che è impossibile),
sempre troverei delle cose interessanti.
A confronto di un Violino, un Bocchino per Clarinetto e ben piccolo!
Ebbene, nel suo poco… nasconde tantissimi segreti. E questo lo dimostra le
prove che io nei tanti anni ho fatto. Un Becco può suonare bene… Ma andandoci
dietro può dare cose ancora più belle: Ciò dimostra che vi erano
anche prima dentro il mistero… si trattava solo d’imbroccarla e tirarla fuori!!! ?
Mestiere Insoluto! Lo chiamava il mio defunto Insegnante, Prof: Bianco
Bianchini. Se avessimo pazienza e fortuna… molte delle Ancie che si butta
al diavolo… potremmo utilizzarle. Ripeto per l’ultima volta: il nostro
Bocchino nasconde tantissimi segreti!
Chiedo scusa e a tutti buon lavoro!
[TBC042]
Parte Prima
Pagina 1.
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Il compito di scrivere un Trattato per il Bocchino
del Clarinetto non è facile. Direi che è difficile a
scriverlo, e altrettanto difficile a capirlo. Del resto non è una
meraviglia questa: tutte le cose del Mondo non sono capite nel
medesimo modo. Stando dentro il nostro Mondo di un’istrumento
Musicale e del suo relativo Bocchino, i modi di pensare e di concepire
questi complicati dettagli, sono enormemente diversi da un
Clarinettista all’altro. Se poi aggiungiamo che ognuno, o quasi,
provengono da una scuola diversa; allora è logico e tollerabile
anche se si incontrerà delle ostilità.
Comunque sia le cose, come già ho scritto: tutti possono leggere
e ognuno và per la propria strada.
Molte volte ho sentito dire, da dei colleghi che suonano il nostro clarino…
che non c’è bisogno di diventare pazzi per il becco del
nostro strumento e che con uno possono fare tutta la carriera.
La risposta che io dovrei dare a questi colleghi potrebbe essere
di doppia specie e cioè: potrebbe essere vero. Oppure potrebbe essere
una grande panzana! Potrebbe corrispondere a verità se uno avesse
la fortuna di non romperlo mai. Ma se uno rompe… in tal caso non è
solo una panzana ma addirittura una cretinata!
Altra alternativa di facile avvenimento: da un giorno all’altro
può avvenire un cambiamento in Orchestra: o cambiano il Professore
d’Oboe (che è lui che dà il La)… e magari non ci arriviamo più nel
Corista. Per esempio che in quel dato Locale occorra un volume di
suono diverso… ecc. ed ecc. Da non dimenticare che il Clarinettista
tende sempre, o per istinto o per coscienza, di andare verso il
meglio. Che cosa fa costui? O cambia lo strumento o il Bocchino.
In poche parole, dei cambiamenti ve ne sono sempre! Ma il più delle
volte ci orientiamo verso un becco nuovo e ci assoggettiamo alla
lavorazione del becco che abbiamo in mano: specialmente poi se vi
fosse un leggero fischio.
(Queste cose le attribuisco all’ambiente dei Professionisti; non ai dilettanti)
In tutte le professioni avvengono cambiamenti. Nel nostro campo i
cambiamenti sono più scoccianti e direi Compromettenti per la
nostra Carriera…? Cambiando un Bocchino, o lavorando anche nel
vecchio, se il cambiamento è in bene… questo profitto può portarci
su di quotazione artistica. Se, al contrario, andiamo in peggio,
sono dolori e ci sarebbe anche da giocarci la Carriera.
[TBC043]
Già per se stesso, parlando di un giovane, si può ammettere che
può considerarsi un cambiamento anche nella pratica dell’Orchestra.
Ma questo è un cambiamento che non porta problemi; anzi, ogni mese
che passa il giovane Clarinettista và meglio…
E in definitiva, ammettiamo anche che della nostra perfezione;
fossimo a buon punto… non siamo mai contenti!!!
Sembrerebbe un’erresia ai nostri giorni e con delle conquiste
di andare sulla Luna… Prima ancora; la scoperta dell’Atomo…
Conquiste Elettroniche e via di seguito… Fossimo alle prese con le
difficoltà di fare andare bene un Bocchino per Clarinetto ecc. …
Io stesso se non conoscessi la faccenda; gli riderei sopra.
Eppure, smetto di ridere e penso che è una cosa seria!
Se in Orchestra tutto andasse bene, ci sarebbe lo stesso tensione
di nervoso. Figuriamoci se nel nostro strumento troviamo qualche
piccola imperfezione?! Specie il fischio! Questo è terribile!!!
Tutte queste cose portano all’idea di studiarci sopra e di
cambiare qualche cosa.
A preferenza di adoperare un becco che fischia, ammettendo che avesse
una bella voce, conviene metterne sù uno meno dolce… ma che non
ci sia questo pericolo. Il fischio è oggetto di amare critiche…
Ecco allora che le prove e i cambiamenti sono indispensabili.
Ripeto quello che ho detto nella Prefazione i cambiamenti, le prove
e gli esperimenti; si facciano a casa nel giorno di riposo; oppure
in tempo di Ferie: mai in Orchestra e in corso di pesanti responsabilità!!!
Dopo tutto, se noi dovessimo abolire le prove e
i cambiamenti; o esperimenti… finirebbe anche lo scopo di scrivere
il presente Trattato. Ve nè pare?
In Orchestra vi sono altri fattori che ci possono portare a dei
cambiamenti. Oltre ai particolari che già ho accennato; quelli sono
di ordine naturale. Quando meno ce l’ho aspettiamo, spunta fuori
un’anziano Orchestrale che credendo di aiutarci ci può suggerire
le seguenti parole: guarda che hai poco suono! Aumenta il volume.
Sei calante…Crescente!....E via… A questo punto stiamo attenti
chi sono questa gente? Se sono persone competenti e onesti… bene,
caso contrario: via i chiacchieroni!
Per quanto riguarda lo strumento e parlando di un giovane; questo
è compito dell’Insegnante di avergli procurato un buon clarino
e un’ottimo Bocchino. Guai se a stò povero ragazzo gli fosse
appioppato un catenaccio!
[TBC044]
Pagina 2
E’ difficile trovare dei genitori che abbiano le possibilità di
acquistare un buon clarinetto. La difficoltà è di due specie; la
prima per il denaro, la seconda perché essi siano persuasi dell’utilità
della spesa. Ecco i difficili problemi!
Se il giovane Clarinettista ha una buona disposizione adatto ad
occupare il posto di primo clarinetto; le conviene fare un debito
e andare in Orchestra con un’ottimo strumento!
Ci vuole un buon Clarinetto e un’ottimo bocchino! Così egli è
tranquillo; segue la sua Musica, le convenzioni che Concertando avviene
e fa la sua figura; caso contrario nasce una infinità di critiche.
In linea di massima, lo studente di Musica non è mai ben capito.
Anche i genitori stessi, hanno sempre quella punta di sfiducia.
(Pure a mè capitò altrettanto)
Qualsiasi studente che và ad iscriversi, o all’Università… o ad
altri corsi; è ben tollerato e magari fanno una festa. Se un ragazzo
vuole andare ad un Conservatorio di Musica; gli ridono in
faccia brontolando e mettendolo in cattive acque?....
A questo punto vorrei chiedere a certi sapientoni: perché condannate
vostro figlio senza sapere le conseguenze che gli procurate?
Poi, concludendo, aggiungerei: informatevi cosa sono le Orchestre,
cosa comporta la Professione dell’Orchestrale… ecc…
Ma l’informazione più esatta che un genitore deve fare è di
sapere se il figlio suo ha la disposizione della Musica e dell’istrumento
che si appresta a studiare. Lo studio della Musica appartiene
all’Arte, e nell’Arte occorre la vera natura: O la giusta
natura o cambiare mestiere!
Le Professioni sono di tantissime specie; beato chi imbrocca la
più buona! Certo che un Medico o Professore in Medicina, ha altri
guadagni… e altro nome: specie un Chirurgo, Un bravo Avvocato…
Un’ottimo Ingegnere… e via di seguito. E non voglio neanche mettere
un’Orchestrale alla pari delle responsabilità del Chirurgo… Nò!
Però può diventare un Professionista degno di stare in mezzo agli
altri! E se poi, il ragazzo ix, diventasse un Concertista?!
In tal caso, potrebbe stare alla pari di qualunque altra persona
Celebre! Forse un’ottimo Direttore d’Orchestra non è un degno
Professionista? In molti casi la gente dovrebbe mettere da parte la
grande ignoranza!
Se noi guardiamo al passato; la nostra Professione ha subito un
grande cambiamento. Nel lasso di tempo dal 1930 ad oggi (1973),
vi è stato un grande cambiamento e il nostro lavoro si è ridotto
in meno.
[TBC045]
Nei cinema vi era delle Ottime Orchestre che Commentavano le
Pellicole. (Le dette pellicole erano mute e non sonore)
Poi nei primimesi del 1930 venne i Films Sonori… Addio le Orchestre!
Inoltre vi era tantissime Bande Musicali; specie nel Meridione.
Ora anche queste si sono portate a poco: due o trè a Roma e altre
in Meridione, in parte poi sono Bande da Giro Estivo.
Vi era una buona presenza di Compagnia d’Operette. Poi venne la
Rivista. Ebbene, l’una e l’altra scomparse dal Mondo!!!
(Che peccato)
Con tutto questo, oggi 1973, in molte Orchestre della Radio e dei
grandi Teatri, come Scala di Milano ecc., ripeto: con tutto questo,
cercano Elementi per Orchestra e non li trovano!
Ragione per cui, se un ragazzo studia bene e si porta ad un buon
Elemento… il posto di lavoro c’è! Occorre la debita pazienza,
senza di questa al Mondo non si fa niente!
Può esserci degli inconvenienti anche in corsi di studio.
E non solo; ma può esserci anche dei cambiamenti. Un tale, che si
era iscritto nel Conservatorio di Bologna come studente di Tromba,
cambiò strumento… ed oggi è Professore di Fagotto, bravissimo.!
Altri si diplomano in Pianoforte poi studiano la Direzione d’Orchestra..
Del resto questi cambiamenti avvengono anche all’Università.
Vi sono studenti che vanno fino all’ultimo anno di una tale facoltà
poi cambiano. Questi sono piccoli inconvenienti che non
pregiudicano il futuro di un ragazzo; tutt’al più perderanno un po’ di
tempo. Lo Studente in Musica deve avere (ho detto) molta pazienza.
I vicini di casa cominciano a brontolare perché si sentono disturbati!
Altri fanno chiacchiere perché mettono in giro chiacchiere
circa che questo studente Musicista non si sa cosa suona…?
E aggiungono (e questo è il peggio) che costui perde tempo e danaro
per niente! E anche quì è il posto di aggiungere una buona dose
di ignoranza! Secondo essi, il giovane Clarinettista dovrebbe suonare
delle canzoni, dei pezzi d’Opera e via dicendo: invece lui deve
studiare gli Studi che l’Insegnante gli ordina!
Ora mettiamo nelle immondizie le chiacchiere, mettiamoci allo
studio con volontà e sacrificio cercando di diventare degli Ottimi
Clarinettisti. A fare questo studio ci vuole gente sana; potete
farvi visitare da un Dottore e chiedere se siete adatti ad affrontare
uno studio di parecchi anni studiando uno strumento a fiato.
Si prepari tutto con buona logica.
[TBC046]
Pagina 3.
In tal caso debbo parlare anche con i giovani e cioè: mettetevi
allo studio di un’istrumento Musicale se avete una buona natura
del genere: caso contrario spendete i soldi e il tempo per niente!
Del tempo ce ne vuole moltissimo! Ripeto: non è uno scherzo!
Sembra una favola dire che si perde più tempo per un Diploma in
Musica che una laurea all’Università. Eppure, così è!
Il nostro Clarinetto sono 8 anni di studio al Conservatorio.
Corni e Trombe lo stesso. Il Violino: (il Sovrano degli strumenti)
11 anni. L’Organo (quello in Chiesa) 14 anni di studio!!!
D’accordo che chi ha buona disposizione questi anni diminuiscono.
Ma lo studio è lungo assai! Poi non è tutto quì.
Contemporaneamente allo studio della Musica e strumento, è
indispensabile studiare Letteratura e anche conoscere le Lingue più
usuali: Francese, Tedesco e Inglese… almeno da capire il più
necessario. Colla conoscenza di queste Lingue il Professore d’Orchestra
troverà, in Professione… strade più aperte.
Tutto questo assieme di cose, viene aggiunto alla fatica dell’allievo
Clarinettista. In poche parole; questo Orchestrale deve avere
una Cultura! E per fare questo occorre molto lavoro!
Ma lasciamo andare queste cose e portiamoci (per ipotesi) al nostro
giovane Clarinettista in Orchestra. Supponiamo che un bel giorno;
pure andando bene, necessiti un cambiamento: o per alzare un pò il
Corista; per l’intonazione… le cause possono essere tantissime.
A tal punto cosa facciamo, se assolutamente non conoscessimo niente
di questa faccenda? Penso inoltre che un giovane abbia avuto un
bravo insegnante e che certe cose le abbia già in dotazione…
Sia il giovane e sia l’anziano Clarinettista, può bastare poche
parole… (dai chiacchieroni…) per essere indotti ad andare alla
ricerca di un nuovo bocchino o tentare la sorte di fare qualcosa
al vecchio! In poche parole: alla ricerca della perfezione.
O del meglio ammettendo che riusciamo ad ottenerlo?
Mi pare già di averlo detto; e non sarà male ripeterlo: la perfezione
che noi vorremmo non l’abbiamo mai! E questo è appunto perché
non siamo mai contenti di noi stessi! Frase un po’ comica ma valida.
Il nostro strumento lavora assieme agli altri, ben’inteso avendo
ognuno il proprio compito. Il nostro fà parte degli Strumentini.
[TBC047]
Gli Strumentini sono: Clarinetti, Flauti, Oboi e Fagotti, e Corno
Inglese. Il Corno Inglese fà parte della famiglia degli Oboi; è
come il Clarinetto Basso (Clarone) che fà parte dei Clarinetti.
Poi c’è il Corno da caccia; pure questo bello e difficile strumento
lavora spesso con noi.
Frà questo gruppo di strumentini si svolge il gioco della Musica
e delle Composizioni Musicali. Chi gioca bene e chi gioca male…
Molte volte questi altri strumentini, non sono solo dei nostri
collaboratori; spessissime volte sono dei nostri concorrenti! E dico
il perché: Ognuno ha un colore di suono differente. Ad esempio,
l’Oboe è lo strumento che ha il colore più bello di tutti gli strumentini.
In certe circostanze; finito una data frase dell’Oboe…
dobbiamo seguire noi; o anche viceversa. Asseconda della zona di
note che noi abbiamo; possiamo sentirci inferiori… E da quì scaturisce
l’idea di studiarci sopra lavorando nel Bocchino… L’unica
alternativa… oppure una delle uniche!
L’Oboe ha un altro vantaggio: per la sua sottile voce; incide più
del Clarinetto. Anche nelle vecchie incisioni, l’Oboe è sempre ben
scandito. A questo punto tocca ai Tecnici di mettere i Microfoni
più vicino ai Clarinetti… oppure in un posto più adatto.
Per quello poi che riguarda la concorrenza… o le concorrenze
da uno strumento all’altro; si deve considerare l’abilità del
Professore che suona; senz’altro è quello che fà bilancia.
Il Flauto nelle sue note acute non sempre ci si intona bene.
Uguale cosa del Corno: nelle note acuti crescono e nelle basse
calano: Occorre molte buone orecchie e non sono mai abbastanza.
Col Fagotto.si intona bene. Mi sono sempre trovato bene anche col
Corno inglese. Se questo è suonato da un artista, non c’è nessuno
che nel Canto lo possa battere!
Il Clarinetto è uno dei più giovani strumentini d’Orchestra.
E uno strumento di grande risorsa, con un’estensione enorme.
Suonato bene è assai Poetico!. Tutti gli Autori non lo sanno
adoperare nella medesima maniera. Solo i Vecchi Musicisti l’hanno
fatto diventare bello: Verdi nella Traviata e Forza del Destino
ecc. Mozart nel suo Concerto in La Maggiore… e via…
Sempre suonato bene; è uno dei più belli d’Orchestra!
[TBC048]
Pagina 2
Ho detto che è compito dell’insegnante procurare un
buon istrumento all’allievo; se però il giovane ha le possibilità,
e se non le ha? Se il giovane clarinettista ha una disposizione
di un certo valore; adatto ad occupare un posto di primo, gli
conviene fare un debito e andare in Orchestra con un bel clarinetto.
Se l’allievo ha un buon Clarinetto e un buon becco, suona tranquillo
e fà la sua figura, caso contrario sono dolori…!
Lo studente di Musica, in linea di massima, non è mai capito: anche
i genitori stessi non hanno fiducia. Chissà il perché?
Genitori carissimi (vorrei dire), perché non v’interessate di
sapere cos’è la professione dell’Orchestrale, cosa sono le Orchestre?
Perché condannate vostro figlio senza ragione?
Se il ragazzo non ha nessuna disposizione, in tal caso avete ragione,
ma se vostro figlio va bene, perché, ripeto, lo condannate?
Ecco perché diventa più difficile fare sborsare dei soldi ai
genitori per l’acquisto di uno strumento. Potrei dire: abbasso la
ignoranza!
Ho sempre capito e capisco tutt’ora che se un giovane si scrive
all’Università, i genitori, la famiglia e gli amici tutti, fanno
una gran festa! Se un giovane và ad un Conservatorio di Musica;
due persone sù trè, si mettono a ridere…! Anche questa è ignoranza!
I Professionisti non possono essere tutti uguali e allo stesso
modo; perciò non metto un Professore in medicina o Chirurgo al
pari di un’Orchestrale, ma sapendo fare il mestiere è una Professione
uguale alle altre. E se questo ragazzo che noi vediamo andare
ad una modesta scuola di Musica diventasse un concertista…?
In tal caso può stare al pari di qualunque professionista di alto
rango! Il lavoro dell’Orchestrale d’oggi giorno è diverso di quello
di trent’anni fà. La Radio e Televisioni hanno portato via molto
[TBC049]
lavoro di quello che c’era una volta. Molti generi di Musica sono
andati perduti: Operette, Varietà ecc… Ma lo stesso se un ragazzo ha
delle qualità, pure adesso può fare una bella carriera.
Mi risulta che in molte Orchestre non trovano più certi strumenti:
Oboi, Fagotti e Corni specialmente. Il Corno è lo strumento più
difficile di tutta l’Orchestra!
Altro avvertimento o considerazione. Può darsi che un giovane
abbia una buona Musicalità ma che subito non incontri lo strumento
adatto alla sua natura. Il mio insegnante da ragazzo studiò il
Violino con scarsi risultati, prese il clarinetto diventò Celebre.
Allora attenzione alla scelta dello strumento!
Del resto pure all’Università certi studenti cambiano facoltà!
Quando studiavo io il clarinetto mi mortificavano continuamente
perché,.secondo loro, avrei dovuto suonare pezzi d’Opera e Concerti.
Invece io dovevo fare gli studi prescritti dal mio insegnante.
In tal caso dobbiamo dedurne che a forza di sentirmi… si annoiavano.
Quì c’è la verità non si può negarla: lo studente d’uno strumento
disturba tutta la gente del vicinato. Occorre molta pazienza!
Il cambiamento del nostro lavoro è stato in tutto il Mondo non solo
quì in Italia. Nei Cinematografi non c’èra la Pellicola Sonora come
oggi giorno, in ogni locale c’èra un complesso Orchestrale, a secondo
del locale stesso. C’èra dei commenti Orchestrali abbinati alle Pellicole
che erano una meraviglia!
Guardando il passato possiamo osservare che in certi periodo il
Musicante lavorava in tutti i buchi del Mondo!!! Le Bande Musicali,
sia Militari che civili; quanto lavoro c’era! E quanti Elementi veniva
fuori da queste Bande: da quì usciva grandi elementi, un vivaio
addirittura! Oggi le Bande Musicali si contano sulle dita della mano.
Abbiamo le due o trè di Roma e qualcuna nel Meridione e basta!
[TBC050]
Pagina 1.
Parte Prima.
Le difficoltà di fare un Trattato per questo Bocchino, non sono poche;
anche se nella Prefazione ho citato che non faccio nessuna scoperta…
La cosa è assai complessa ed è difficilissimo potere dire il tutto!
Cercherò di andare adagio e fare in modo di non commettere dimenticanze.
Quando abbiamo ben letto e meditato gli aspetti più importanti, se noi ci
accingiamo a fare qualche Esperimento, assicuriamoci che lo Strumento non
sfiati e che sia in efficienza, caso contrario potremmo avere delle sorprese
di difetti irriconoscibili! Si deve ben capire se il difetto ix… è del
becco o dell’istrumento! Poi avere tantissima pazienza perché tutti i giorni
non sono uguali. Un giorno possiamo trovarci colle labbra che ci fanno
male; il giorno appresso può essere l’Ancia che non và…E se poi noi
avessimo lo Strumento non perfetto; non combineremmo niente di niente!
Altra difficoltà: fare credere a chi legge il giusto! Dico questo perchè
non siamo tutti uguali: Scuola diversa, Natura diversa… e l’idea differente
da un Clarinettista all’altro.
In 40 anni di Professione ho avuto modo di incontrare tanti Prof. di Clarinetto,
fra i quali delle Celebrità. E tutti con delle concezioni assai lontane
l’una dall’altra (Sempre in tema di Bocchino).
Ad esempio: fra questi, vi è chi non crede alla lavorazione a mano di un Becco?
Secondo loro: solo la Macchina del Fabbricante dei Bocchini può dare il Becco
Classico. Questa idea non la voglio condannare, l’ammetto solo al 10%! E
questo 10% è quando il Bocchino viene perfetto per puro caso! (caso del
destino).
La mia idea in proposito è come quella di tanti, mettendo in prima
linea l’idea del mio defunto Insegnante; e cioè: occorre un buon Clarinetto,
Un Bocchino super (se si può dire?) Ancie buone… e via dicendo.
Questa è la strada da percorrere per arrivare a suonare bene il nostro e
difficile Clarinetto. Per andare su questa strada, occorre conoscere il detto
Becco. Ed è appunto per questa ragione che mi impegno a parlare di questo
Problema. Il mio Maestro di Clarinetto chiamava: Problema insoluto!!!
Noi Clarinettisti Italiani che il 90% suoniamo con Becco di cristallo
siamo più esposti al pericolo da un momento all’altro di rimanere senza
Becco; basta una piccola cosa… il cristallo è fragile!
Se conosciamo bene questa fisica… potremo subito, o quasi… trovare un
cambio, caso contrario come facciamo?
Se si tratta di un giovane che va a scuola, è ammesso che l’alunno vada
anche col solo Bocchino che il Maestro gli ha o dato o aggiustato; ma se si
tratta di uno che è già in Orchestra, deve averne almeno un altro di riserva!
E nella futura sua Carriera…avrà il tempo e la pazienza di farsene altri.
Questa Attrezzatura è opera ed ingegno dell’Elemento stesso. L’Insegnante,
per quanto bravo sia, non può essere tutta la vita dietro all’Allievo!
Come ho già detto. In Orchestra possiamo trovarci in tantissime combinazioni
di dover cambiare il Bocchino: sopratutto se non possiamo intonarci…
Ma anche ammesso che tutto vada bene; l’Artista non è mai contento di sé
stesso! Anche secondo i grandi Artisti; alla perfezione non ci sono mai!
Ecco allora che vanno alla ricerca del meglio.
E, secondo mè, queste ricerche sono in tutte le Professioni.
Noi peggio!
[TBC051]
E’ logico che se l’Elemento d’Orchestra del nostro Strumento, è bene
che conosca il tanto nominato Bocchino del Clarinetto. Figuriamoci
l’Insegnante! Quest’ultimo non deve conoscere solo il Bocchino che le può
far fare una bella voce a lui; ma anche agli Alunni! Problema sicuramente
di massima difficoltà!
Sembrerebbe un’erresia al tempo di oggi: conquista della Luna; Viaggi nel
Cosmo, in sostanza: siamo nell’era Atomica… e con tanta Scienza a non
finire; ed essere difficile a fare andare bene, un’accessorio come questo
pezzetto di Becco? Eppure è così! Se io non fossi ben pratico non ci
crederei assolutamente! Forse ci riderei dietro…
In Orchestra il Clarinettista ha sempre i nervi tesi anche quando tutto và
benino. Figuriamoci se avessimo il Becco che ci fischiasse… o che lo
strumento sfiatasse?! Se fischia il Bocchino, siamo rovinati!
Ecco perché non consiglio certi cambiamenti in Orchestra! Non si porti al
posto di lavoro un Becco se non si conosce: Appunto perché se fischia:
siamo rovinati! Per andare verso il meglio gli Esperimenti e gli studi di
ricerca sono essenziali; ma si deve prendere il momento adatto; non in
tempi di grossi impegni! Del resto se io dicessi di non provare mai e
di non fare mai Esperimenti di ricerche, finirebbe anche lo scopo di scrivere
questo trattato.
Il posto d’Orchestra può essere pieno di Sorprese;
e ne voglio citare uno dei fatti più impensati. Molte volte c’è qualche
amico (o così si classifica…) che si fà avanti a suggerire un consiglio,
e può dire le seguenti parole: Tu suoni bene ma hai poco suono; cerca di
aumentare il volume del suono! Oppure: perchè la voce è così aspra? Se fossi
in tè farei meno suono ma più dolce ecc. ed ecc. Di solito chi fà queste osservazioni
sono delle persone anziane e anche brave. Qualche altra volta
sono dei chiacchieroni inutili e rompiscattole! Eppure sia in un modo che
in un altro, possono sempre mettere per la testa l’interesse di un
cambiamento. E’ difficile che un Clarinettista continui in Professione il
sistema di quando era Studente. Vi sono degli Elementi che facendo dei
cambiamenti si fanno più completi e belli; altri vanno peggio e qualche
Elemento si rovina.
Per quello poi che riguarda lo Strumento e trattandosi
di un giovane; questi dovrebbero andare in Orchestra con un Clarino intonato
e un buon Becco. Caso contrario c’è da compromettere la Carriera.
Guai se a stò povero ragazzo gli fosse stato affibbiato un catenaccio
di un Clarinetto!
[TBC052]
Pagina 2.
Non so se riuscirò a fare stampare questo Trattato? Le ragioni sono
tantissime; la principale è una sola: l’invidia!
Mi si creda; non è la brama di guadagnare quattro soldi, ammettendo che ci
fosse una buona vendita; no! Da modesto,ma posso vivere lo stesso. Le ragioni
sono di altra specie. In anticipo chiedo scusa… ma non credo di offendere
i Defunti e grandi Artisti dello Strumento e di cui io ebbi contatto in
gioventù e da Studente di Clarinetto. Quanti quattrini buttati via mi fecero
spendere inutilmente! E perché inutilmente? Presto detto: perché io
non conoscevo l’accessorio più importante di cui stò trattando ora: il Bocchino
del Clarinetto. Per questa ragione; tutti (se vogliono) possono conoscere
questo Becco tanto importante!
Questo lavoro è messo in modo che le cose verranno dette più volte…
Chiedo scusa e mi sia perdonato.
Senza dubbio vi sono altri Insegnanti che sanno mettere a posto il Becco e lo
Strumento ai suoi Allievi. Credo però non sia male mettere in Commercio anche
questo Trattato. Lo leggeranno chi crede di studiarlo… Si metteranno a
fare il Piano al proprio Becco, chi crederà di farlo… Ma, ripeto: non impongo
a nessuno di mettersi a lavorare sul suo Bocchino qualora non ne hanno la
volontà! E sono pienamente convinto che tutti i Clarinettisti ne hanno bisogno
di approfondirsi nella Fisica del nostro Becco per Clarinetto: volendo o
non volendo lavorarci sopra! I Professionisti di questo Strumento sono di
varie specie: le Celebrità, che occupano i migliori posti delle Orchestre
Italiane e Straniere. I buoni Clarinettisti che pur non essendo all’apice
della Celebrità; lavorano ugualmente e hanno bisogno, o per essi; o per
qualche Allievo… di avere un buon Becco. Infine, vi è anche i più modesti…
che ugualmente possono avere, pure questi, una Scuola con dei ragazzi da insegnare
le primissime cose dello Strumento.
Non vorrei essere frainteso: E se io dicessi che sono proprio i più modesti
che hanno bisogno di studiare bene la Fisica del Bocchino… cosa mi si potrebbe
rispondermi? Sono sicuro che la risposta sarebbe di avere una approvazione,
di questo lavoro o altro simile, da una Celebrità! Signori cari:
la Celebrità, o per la grande natura che l’elemento ha… e anche buona Scuola…
la Celebrità sempre fà la grande figurona! Come ho detto, sono gli altri
che devono essere aiutati! Questo discorso ha il suo valore calcolando il
pregiudizio di credere che solo chi è all’Opera di Parigi possa conoscere e
dare un giudizio sul nostro Bocchino.
E ora, sempre col permesso di chi mi legge, cambio il discorso capovolgendolo?
Il pregiudizio di conoscere e dare giudizi su questo Accessorio… può essere
assolutamente diverso da quello che dà il primo Clarino dell’Orchestra di
Parigi. Attenzione a quello che segue! I Francesi chiamano; le Pianoista
quello che lavora attorno ai Bocchini per Clarinetto. Può essere un buon elemento
d’Orchestra… come può essere uno che non fa la Professione in Teatro.
Semplicemente un uomo che conosce bene il Clarino; ma che si è dedicato al
difficile lavoro dei Bocchini. E adesso verifichiamo questo discorso e
portiamolo nella nostra pratica. Fino a un dato punto, noi possiamo credere al
Solista tale… perché occupa un posto di grande responsabilità..Ma arrivati
ad un dato punto, il Pianoista (l’Artista che fà i Piani)…), cammina per
la sua strada… a guisa di Liutaio che fà i Violini da una catasta.di Milioni
di costo, ma che lo suona solo per provarlo.
Perciò prego di credere che per tutta la mia vita ho studiato questo
pezzetto di Becco! Con una modesta, ma lunga Professione!
Prima di proseguire raccomando che questo studio non deve mettere l’elemento
in stato di Ossessione: guai se subentra questa malattia!!!
Se si lavora… si deve lavorare con molta pazienza… andando molto adagio!
Il tempo Dio lo da per niente!
[TBC053]
Pagina 2.
Non sò se riuscirò a fare Stampare questo Trattato per poi
poterlo mettere in vendita? Le ragioni sono tante ma ve nè una a
portata di mano che è evidente come il Sole: L’Invidia!!!
Non è la brama al guadagno… e anche alla popolarità di avere il mio nome
su un Trattato e Metodo; nò! Le ragioni sono tante ma la più importante è
che tutti gli Studenti e Professionisti dello Strumento devono sapere come
si fà a comperare un Becco per il nostro Strumento… e anche saperselo aggiustare.
Non devono essere come il sottoscritto e vittima di tanti imbrogli…
Quante fregate mi hanno dato in gioventù! Pace all’anima loro!
Questo lavoro è messo in modo che certe cose vanno dette più di una volta...
Pure quì mi sia perdonato!
Come ho detto, non impongo a nessuno di mettersi a fare il Piano al proprio
Bocchino! Lo farà se lui si sente di farlo e se ha la natura adatta di farlo.
La parola adatta è: l’attitudine. I Francesi chiamano quelli che si
mettono a lavorare nel Bocchino del Clarinetto: Pianoista. La prima volta
che sentii questa parola fu proprio a Parigi.
Mi permetto di dire due parole su questo Artista (Pianoista). Quest’Arte và
di pari passo col Clarinettista, ma fino a un certo punto. Mi spiego meglio.
Ho conosciuto grandi Clarinettisti che non hanno mai fatto niente al suo
Bocchino. La Ragione? Non si sà! Altri, mediocri Elementi; sono stati degli
Ottimi Pianoisti ed hanno tirato fuori degli Allievi con Bellissime Voci.
E, in fine, altri che facevano l’uno e l’altro. Questa è la natura.
Se un Elemento ha questa attitudine, posso dire che è tanto bello questo
lavoro! Chi maneggia un Bocchino sù una Piastra, deve avere le medesime
qualità dell’Arrotino che affila un Coltello… che mentre la suota và;
egli ha la sensibilità di sentire come si forma il taglio sottostante…
e la scartata che al Coltello rimane. Non saprei come spiegarmi meglio.
Possono fare quello che vogliono quelli che non vogliono mettersi a limare
i Bocchini; e possono fare quelli che vogliono anche quelli che credono di
usare altri piccoli trucchi…! Un proverbio dice che tutte le strade portano
a Roma. Comunque sia, se uno guarda bene tutte queste regole e che arrivi
a capire bene questa Fisica, sarà tanto più facile nelle compre… e nello
svolgimento della sua Carriera.
Non è una cosa poi tanto difficile ad arrangiarsi i propri Bocchini.
Un po’ di pazienza e si può arrivare a tutto. Nella mia vita ho lavorato
una catasta di Bocchini: nuovi e vecchi! Beh, non ho mai buttato nelle
immondizie nessun Becco! Anzi, qualche amico che voleva gettare all’inferno
qualche vecchio Bocchinaccio… io l’ho preso e dopo qualche mese gliel’ho
ridato che suonava.
Non mi stancherò mai di dire: guai a chi fa dei cambiamenti soventi
di Bocchini in Orchestra! In una via crucis del genere, in una settimana
non si può più fare niente! Se poi alla malattia del Becco aggiungiamo
quella delle Ancie… In poco tempo il risultato è tremendo!!!
Cerchiamo che non entri l’ossessione, sia del Bocchino e sia delle Ancie!
Anche quando manca qualcosa… conviene di portare pazienza e lavorare…
caso contrario, ripeto ancora, è danno per noi stessi!
Ho suggerito che l’Apertura giusta per noi, è quella del numero 2.
Sù per giù questa Apertura si aggira alla lunghezza di circa 2 centimetri.
Come l’Apertura parte, alla lettera D, sino alle due punte;
deve aprirsi curvandosi non in linea retta. Se si facesse così;
la voce sarebbe cannosa. Però, se il Piano riesce bene… il suono viene
bello anche se l’Apertura non è fatta alla perfezione. Quello è
un posto delicato. Attenti!!!
[TBC054]
Pagina 3.
Sembrerebbe un’erresia ai tempi di oggi: da anni siamo andati
nella Luna, abbiamo fatto delle conquiste in tutti i campi di scienze…
e via via a non finire; essere ancora alle prese per fare suonare
un Clarinetto. Il più comico però è che non è per mettere a posto i cuscinetti
dello Strumento che in questo caso e anche bestemmiando ci si arriva.
No! Per il solo Bocchino. L’accessorio quasi più corto di tutto il
complesso dello Strumento. In verità, se io non lo avesse suonato per
circa sessant’anni, ci riderei sopra al sentirmi dire che il Becco presenta
delle difficoltà di quel genere. Eppure, è così!
Oltre ad essere complessa la faccenda del Bocchino, ha sempre lasciato e
lascia tutt’ora un numero di Clarinettisti sfiduciati e increduli…:
un discreto numero di questi increduli insiste che il Piano del Bocchino
non si deve toccare e che solo le Macchine del Fabbricante può lavorare
alla perfezione! Secondo costoro, chiunque vadi a toccare il detto piano,
rovina il Becco per sempre!
In questo ragionamento, malgrado sia una panzanata di balle, vi è anche
un pizzico di buonsenso, ed è questo: a preferenza di non combinare niente
e magari diventare un maniaco e un ossessionato della cosa… è preferibile
andare in un Negozio (quando arriva dei nuovi Bocchini) e sceglierne
uno che vada benino… aggiungere la sua debita pazienza: farci l’abitudine
e camminare così che, in molti casi, il risultato può essere ottimo.
Da ragazzo pure io ho fatto così. Però, dal Becco Classico e da vero
Artista; rimanendo sù questa posizione: siamo lontani come il diavolo alla croce!
La panzanata di cui ho detto è di dire che toccando un Bocchino
si rovina.per sempre! Non siamo di fronte al lavoro di un Falegname che
per portate a termine un lavoro la pialla consuma un centimetro di materiale.
In un Piano di un Becco si può toccarlo 50 volte che è sempre
bello e non diventa mai inagibile. In ogni tocco potrà venir via qualche
centesimo di millimetro… o massimo un decimo o due.
Questo calcolo è nel lavorarlo uno pratico; un Tecnico.
In poche parole, tutti o quasi i grandi Artisti dello Strumento: il Prof…
Bianco Bianchini; il suo grande allievo Luigi Amadio ecc… Il Prof…
Dino Pozzi di Firenze e altri… sono stati grandi Artisti e lo sono stati
anche perché essi stessi si arrangiavano lavorando nei segreti del Becco.
La radice di tutta la faccenda stà, non solo perché quelli avessero la
natura… siamo d’accordo; ma questi Artisti Celebri del Clarinetto
conoscevano assai bene il Bocchino; che è, come ho detto: la Fabbrica del
suono! Quando nel 1930 andai a scuola dal fu Prof. Bianchini, io conoscevo
già il Becco; ma lui era assai profondo. In ogni ragionamento che lui
faceva, appena a casa io lo notavo… e così finii per fare un nuovo Metodo
del Bocchino!
Prima di entrare dentro la materia che a noi interessa, farò due chiacciere
dell’Istrumento. Devo dire che anche un’Insegnante se ha un allievo
che i genitori non badano a spese e che costoro facciano un buon acquisto
di un ottimo Clarinetto, questo ragazzo fà più figura; il Maestro fà
meno fatica e strada facendo è più facile anche un cambiamenti di Bocchino.
Una cosa aiuta all’altra. Caso contrario l’Insegnante abbia pur
buona volontà… ma miracoli non ne può fare!
Come tutte le cose del mondo: anche qui ci vuole le possibilità
adeguate.
[TBC055]
Pagina 4.
Come ben sapiamo, il clarinetto è uno strumento Traspositore: Corni
e Trombe sono ancora più traspositori di noi, cioè del clarinetto.
E’ quasi superfluo dire il perché tutti questi strumenti sono traspositori;
ma è meglio parlarne un pochino.
Pare che il clarinetto sia il più giovane degli strumentini; difatti
esistono delle composizioni antiche che questo strumento non c’èra.
Nonostante questo, il clarino ha avuto una alternanza di
cose diverse da altri strumenti, sia perché ancora non era stato
perfezionato e portato in Orchestra, e sia perché ha una natura assai
diversa dagli altri. Il primo clarinetto che portarono in Orchestra
e che i Maestri cominciarono a scrivere la sua parte, fù il
clarino in Do. Il risultato non era male ma lasciava a desiderare
nel volume del suono. Fù creato quello in SiB; bellissimo clarinetto,
ma veniva difficile le esecuzioni nelle Tonalità dei DIESIS: se
la massa degli Archi suonava con 4 DIESIS, stò povero clarino in
SIB ne aveva 6 Ecc… Allora fù la volta della creazione del
clarinetto in La naturale. Questa fu la trovata più bella e comoda
che si potesse trovare! Ed ecco allora nel corso del tempo (possiamo
calcolare oltre due secoli e mezzo…) i grandi compositori
hanno fatto le loro Partiture includendo la parte (o le parti) di
clarinetto, o in Do, in SiB, o in La. Ai giorni nostri il Professore
di clarinetto dovrebbe andare in Orchestra con trè istrumenti!
Cosa impossibile! Con quello in SIB invece, si può fare la parte
del Do e del La; salvo eccezione dei pezzi da Concerto come il
Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra di Mozart,
che questo si deve fare con l’istrumento in La. Volendolo eseguire
con il SiB è quasi impossibile… e sarebbe anche più brutto
a causa di essere costretti di fare tutte mezze note! Con il La,
sono tutte note Reali. Ci sono Maestri che hanno anche una veduta
speciale nel scegliere il clarinetto nei clarinetti… E possono
avere le sue ragioni, specie quando mettono il piccoloMiB.
[TBC056]
Il suono pettegolo che dà il piccolo MiB, non lo può dare il SiB
ammettendo anche che ci si possa arrivare nelle note acute; è il
timbro diverso. Ed ecco che Trombe e Corni sono sù per giù come noi
clarinetti, nel corso del tempo hanno scritto un dato Corno; per
esempio in Do, poi in Re, poi in MiB; In Mi naturale ecc…. finché il
Cornista ha dovuto studiare il Setticlavio e trasportare tutto.
Per la Tromba l’identica cosa. Non potrebbero andare in Orchestra
con 7 corni o 7 trombe!
Nel grosso modo questa è la storia degli strumenti Traspositori.
Adesso mettiamoci dentro in questa faccenda la natura dello strumento;
del nostro, gli altri non interessano più.
I grandi Compositori: Bach, Mozart, Beethoven, Wagner, Brams, Ciaicovski,
Verdi, Rossini, Donizetti, Bellini, Puccini, ecc….Mettevano o il
clarinetto in La o in SiB o in Do, sapevano il perchè, non lo mettevano
a casaccio; avevano le sue ragioni! Non è come qualche sapientone
stà spifferando, e cioè: se la Semiramide è difficile è segno
che non sanno il Trasporto! Questa è la scoperta di quelli che non
conoscono il nostro clarinetto! In Romagna dicono: scoperta di patata!
Non si tratta, cari Signori, di non conoscere il Trasporto, sono i
DIESIS che impediscono alla mano l’esecuzione perfetta… ma se anche
venissero, attraverso lo studio… non sono note intere; sono mezze
noti. Nel clarino in La sono tutte notone intere e piene poichè
provengono da fori grandi e non da mezzi fori. L’ho detto prima:
la natura ha le sue ragioni!!!
In un Concorso a Roma uno spaccone di Torino (clarinettista) disse
alla Commissione d’esame che il clarinetto in La era roba già passata!
Un maestro prese un foglio di roba difficile in La… e costui
fece la figura del cretino…!
Mi è stato detto che il clarino in La è difficile da farlo. Questi
era un Fabbricante di primo piano, o di prima classe!
Qualche altro mi ha parlato pure del Corno Inglese che è difficile
da farlo e intonarlo.
[TBC057]
Pagina 4.
Parte Prima.
Nella storia degli Strumenti a Fiato, il Clarinetto
risulta di essere uno dei più giovani. Difatti, difatti nelle vecchie
Partiture non l’avevano messo. Probabilmente perchè non era ancora
completo e adatto per metterlo in Orchestra. Poi finalmente sarà stato
un pò perfezionato… e quindi portato nelle Partiture. Mozart poi Compose
il Concerto in La Maggiore per Clarinetto e Orchestra… e via dicendo.
E’ uno Strumento di molte risorse e con una Estensione grande che i
Compositori lo mettono dappertutto e affiancato a qualunque altro Strumento.
Come ben sappiamo il Clarinetto è uno Strumento Traspositore. Corni da Caccia
e Trombe lo sono ancora di più perché debbono leggere in tutte le 7 Chiavi.
Non stò a descrivere il perché questi Strumenti sono Traspositori perché
tutti i Musicofili lo sanno.
In conseguenza di questo Trasporto, forse il Clarino è il più colpito in
quanto deve affrontare delle Tonalità (Gazza Ladra, Semiramide… ecc….)
di 6 e 7 Diesis. Questo è perché noi Italiani abbiamo l’usanza di voler
fare quasi tutto con un solo Strumento: il Si B. Mentre invece in tutto il
Mondo i Clarinettisti vanno in Orchestra con due Strumenti: Si B e La.
Qualche volta anche coll’Istrumento in Do. Nel Repertorio Russo occorre
pure quest’ultimo. Fare tutto con un solo Clarino, non dico che sia
impossibile, ma quasi. Sì perché anche nella Musica Lirica abbiamo l’Andrea
Chenier che non scherza a difficoltà!
Suonare tutto anche le Sinfonie difficili e andare ai 6 e 7 Diesis con
solo il Si B. Significa andare a pescare tutte le mezze note che sono difficili
nella esecuzione e meno intonate perché sono mezze note.
Fare queste parti col Clarino in La; sono tutte note Reali e belle piene!
Nei Pezzi Sinfonici e in certe Sinfonie Russe, si trova sovente anche il
piccolo Mi B. In questo caso vogliono l’Istrumentino perché oltre di andare
meglio sugli Acuti ha anche il timbro pettegolo che l’Autore vuole.
Nell’Argomento del Trasporto, grandi discussioni. Anche qualche Direttore
d’Orchestra sostiene che il Trasporto è difficile perché occorre studiarlo
bene… caso contrario viene difficile…! Questo discorso è dei sapientoni…
vorrei aggiungere la parola ma non la dico.
Il Trasporto nel Clarinetto viene difficile perché vi sono cose… e note
contrario alla natura dello strumento stesso! Perciò non è questione di
studiare bene o nò questo Trasporto! Chi non è alla competenza, fà meglio a tacere!
Nel 1952 mi trovai a Roma per un Concorso per dei posti vacanti
di Clarinetti per delle Orchestre Dell’Irlanda. La Commissione chiedeva
a tutti i concorrenti se avevano con sè il Clarino in La. Io per primo dissi
di nò perché non avevano avvertiti di questo. Vi fù un Clarinettista
che non solo disse di non averlo con lui ma che addirittura non l’aveva
perché, secondo lui, era una cosa passata e sormontata! Stò Signore fu messo
a posto in pochi minuti: presero un pezzo di Clarinetto in La difficilissimo
e glielo misero davanti. Morale della favola: non combinò niente…! E fece
una tale vergogna…!
Un Clarinettista, specie se si dedica a fare pezzi
di Concerti come appunto quello di Mozart in La Maggiore, deve avere lo
Strumento in La; caso contrario è calcolato un mezzo Clarinettista!
Il problema di acquistare un buon Istrumento in La, credo sia un pò più
difficile che quello in Si B. Anche quì ci vuole pazienza e Denaro e
tutto si risolve. E’ logico che le misure della camera dell’Istrumento in
La sono differenti del Si B e del Do. Quello in La, se và bene, è un Organo!
[TBC058]
Pagina 7
Per conoscere bene l’importanza di questo studio Ricerche,
devo citare dei fatti che, girando per il mondo, ho visto e che
dopo averli visti mi sono fatto una ragione della necessità di parlare
e di studiare queste Ricerche del Bocchino. Chiedo scusa e prego di
stare attenti!
Nel 1949 ero in una Orchestra Lirica di Lubiana (Jugoslavia).
Quella Cittadina è la Capitale della Slovenia; ed aveva, come posto
Artistico un certo nome. In tal caso, oltre alla nostra Orchestra: di una
settantina di Elementi, c’era e c’è tutt’ora un Complesso di circa un
centinaio di Elementi, chiamata: Orchestra Filarmonica. Molto buona!
Un giorno capitai in quella grande Sala e vidi un Clarinettista Inglese
che provava il Concerto in La Maggiore di Mozart per Clarinetto e Orchestra.
Mi misi a sedere promettendo a me stesso di passare un’ora godendo
quella bella Musica. Il Solista, dico Inglese; bell’uomo e ben vestito;
suonava benissimo ma solo in una ventina di minuti, fece non meno di 10
fischi…! Nell’intervallo, qualcuno gli domandò del perché di quei fischi…?
E lui, calmissimo, disse che era la temperatura… con aria secca… e così
gli veniva le stecche! Questa è la prima combinazione curiosa. Seconda:
In tempo di guerra (1942) ero in Germania. Per guadagnare soldi… mi ingaggiai
in un Complesso di una ventina di Elementi, girando continuamente.
Vi era 4 Cantanti: due donne e due uomini. All’improvviso passammo la
Frontiera e andammo in suolo Francese. (La Francia era presidiata dai Tedeschi).
Un bel pomeriggio di Dicembre 1942, arrivammo a Parigi.
Più tardi vi era dei Saggi ad una Scuola Musicale; e faceva parte dei
ragazzi Clarinettisti. Per farla breve, andai a vedere e ad ascoltare.
Ebbene, di 8 giovani Suonatori di Clarino; ben 6 o forse 7 fecero tanti
fischi a non finire! Anche questi Francesi come quell’Inglese di Lubiana,
suonavano col Bocchino di Caucciù. Conosco quel Becco ed ho suonato per
tanti anni; ma io non ho mai fatto fischi! Ora tiriamo la somma.
Per insegnare il nostro Clarinetto non ci vuole dei Pianisti o altri
Maestri: ci vuole dei Professori di Clarinetto e che siano pratici
dell’Orchestra! E finisco dicendo che a me pare vergogna presentare dei
ragazzi ad un Saggio a Parigi fischiando come anime dannate! Ed è ancora
più vergogna (il caso dell’Inglese a Lubiana) presentare un Concertista
a fare Mozart con un Istrumento che fischia come uno che si lamenta!
Non aggiungo altro! Queste cose sono reali; non è un sogno!
Ancora mi permetto di dire che occorre studiare queste cose perchè
il nostro Clarino non è uno strumento facile! Non è da confondere
col Maestrino di un Paese che insegna agli Strumenti della Bandicella
e che, per lui, li insegna tutti: dall’Ottavino alla Grancassa.
Chiedo scusa se tocco l’ambiente Banda.
E torniamo al nostro discorso del foglio precedente e al nostro Clarinetto
di Grande Orchestra.
Per suonare bene il nostro Strumento, è necessario che il Clarino e il
suo Becco vadano bene; però, non dimentichiamoci; che ci vuole delle Ancie
che suonino: caso contrario e anche con degli arnesi di Oro a 18 carati,
se non abbiamo le Ancie… non facciamo niente!
Non c’è al mondo un commercio più brutto di quello delle Ancie!
Forse i Fabbricanti non troveranno la Canna adatta? Fatto stà che in
taluni momenti il Clarinettista darebbe chissà che cosa pur di avere
un pezzetto di Canna da poter lavorare! Quante bestemmie!!!
Se però abbiamo i Becco fatto bene; avremo più probabilità di trovare
le Ancie che si impostano e quindi che suonino.
Anche con le Ancie è come col Becco: non bisogna cambiare eccessivamente,
aver pazienza e lavorare anche con un pò di sacrificio…
[TBC059]
Pagina 8.
Nel primo foglietto, dove ho dato il nome di: Pagina
introduttiva, ho parlato dell’intonazione; un pò sommariamente perché
non si prestava ad un discorso complesso. Ora, prima di entrare
nel vivo delle nostre Ricerche, ritengo opportuno tornare nel campo
dell’intonazione e della Accordatura che le Orchestre hanno o dovrebbero
avere: Nelle Orchestre Stabili di un certo valore, il posto dove si
lavora giornalmente (dove si prova), dovrebbe essere: posto spazioso, non
umido, non troppo arieggiato per non portare disturbi… e con una Temperatura
non inferiore ai 20 gradi. Meglio a 22! Questo è ovvio se si parla delle
stagioni invernali. Se la Temperatura scende molto bassa fino a pochi
gradi e, talvolta, allo.0 o anche meno. Se l’ambiente non è riscaldato: addio
l’intonazione! In casi critici del genere, non c’è Istrumenti, specie a
fiato che si possa garantire l’intonazione! Col freddo anche gli strumenti
ad Arco vanno sù e allora, di nuovo: addio intonazione!
Chiedendo scusa in anticipo, vorrei dire due parole ai Prof… ritardatari.
Guai a quelli che vanno in Orchestra in ritardo! E’ un delitto perchè può
avvenire uno squilibrio che non si capisce più niente!
Specialmente i nostri Strumenti, si deve essere a posto 20 minuti prima
che il Maestro arrivi per la prova: Non solo si intonerà meglio lo
strumento perché si scalda quel tanto da arrivare all’intonazione degli altri,
ma essendo in Orchestra presto si può: scaldare tutto il tubo del Clarino
in modo che l’acqua prende il suo corso giù dalla Camera e non si ferma
nei fori… quindi si lavorerà bene e senza nervoso.
L’ultima cosa: Il Contratto Nazionale dei Professori d’Orchestra,
raccomanda di essere pronti 20 minuti prima appunto per l’Accordatura!
Queste sono leggi giuste e fatte bene!
-------------------------
Ed ecco al nostro Bocchino. Per prima cosa, figuriamoci di trovarci nelle
persone che segue il discorso. Lo Strumento và benino (dico benino perché
bene come noi vogliamo i nostri spifferi non vanno mai…!) I Cuscinetti
chiudano: Le Molli fanno il suo dovere. Ma abbiamo il Becco che ogni tanto
tenterebbe di mandare un fischio… Attenti con i fischi!: si deve capire
se è un fischio proveniente dal Becco o se è una stecca di altro genere.
I fischi avvengono per un’Ancia pessima, per un tale dito messo male,
e per la presa male del Labbro… quest’ultimo può essere distrazione.
Ripeto che il fischio del Bocchino è assai diverso; in linea di massima.
Assicurati che è veramente il Bocchino che ci tradisce… e
fischia… a questo punto non c’è via di scampo: siamo come il Chirurgo
quando deve prendere i Ferri e Operare! O per essere più preciso, siamo
come il Chirurgo che deve cominciare; cominciando deve esserci la Prima Volta!
E perciò si deve affrontare la paura e cominciare.
Si deve avere una Piastra o Lastra… che sia ultra perfetta! Per essere
perfetta deve essere stata Rattificata da una Macchina ad alta Precisione!
(io ne ho due per poterle controllare ogni tanto: mettendone una sull’altra…
vedo dove c’è del fallo… quindi torno alla Rattifica). Dunque,
si metta il Piano del Bocchino sulla Lastra poi si guardi verso la luce…
Dove si vede della non perfezione… senz’altro lì occorre lavorare.
In questo caso si lavori col sistema di portare il Piano pari; caso contrario
il fischio è difficile levarlo. In seguito e quando l’Elemento è più
pratico può fare, se lui vuole… il Piano Piatto.
Le mie Lastre sono d’acciaio e grosse circa un centimetro.
Vedere a Tergo le due Segnate!
[TBC061]
Pagina 12
Dopo aver parlato di tante cose, di aver detto che i nostri Bocchini per
Clarinetto non sono tutti perfetti, e che per i suoi difetti noi stessi
dobbiamo ingegnarci per farlo andare bene, per poter fare la nostra Professione
ecc… Per arrangiarsi da questa situazione occorre mettere mano e
degli aggeggi e poscia mettersi al lavoro. Come già ho detto, per mettersi
a questo lavoro (assai difficile), occorre, per prima cosa, due lastre di
acciaio (altri potranno usare altri mezzi…), e questo è il primo controllo.
Alla pagina 9 ho messo il disegno delle Piastre. Ripeto che io ne adopero
due perché così posso controllare le Piastre stesse mettendole una sull’altra…
Ed ora, in questo stesso foglio (come si vede) metto la sagoma dei
due sistemi di Piano; Italiano a Piano Piatto. E Francese a Piano Incavato.
Così che studia il presente Trattato, potrà divertirsi a lavorare nel modo
che più gli piace. Alla fine poi di tutto il mio racconto, metterò il mio
parere e come meglio la penso… e come lavoro nei tantissimi Bocchini che
ho lavorato e che lavoro ancora.
Si guardi e si osservi i due Sistemi.
[TBC062]
Pagina 13
Per capire meglio quello che ho scritto nel foglio
precedente, metto un altro schizzo del Bocchino, fatto di Prospetto,
così si vedono meglio le Lettere Fisiche e quindi ci regoleremo con
più perfezione all’atto pratico.
Come ben si vede, cominciando da sinistra abbiamo la Lettera A, B, C, D e la F.
Quest’ultima appartiene alla misura della Camera del Bocchino e che poi
interessa all’atto di intonare l’Accessorio e, diremo alla fine del lavoro.
Tutte queste Lettere Fisiche devono essere in sintonia l’una dall’altra,
caso contrario… il lavoro non và. Così è in Teoria.… poi può esserci dei?.
In un Bocchino tutto è importante: ma vi sono dei posti, assecondo dei casi
che potranno avere i momenti in cui si lavora… che potrà essere meno importanti
anche se in Teoria sembrano meno… In una situazione del genere
occorre il più delle volte, andare fuori dalle Teorie.
Però riuscendo a lavorare bene senza intoppi… si può portare lo Strumento
intonato e lavorare benone.
Un primo controllo lo possiamo fare nelle punte del Becco. Si prenda l’arnese
in mano portando le due punte verso i nostri occhi e si guardi verso
la luce del giorno possibilmente. Le due Punte sono la lettera A e la C.
Guardandole verso la luce, si vede anche a occhio nudo se una è più alta
dell’altra. Se ci fosse qualche lente d’ingrandimento, meglio ancora.
Dopo di chè, su una Piastra e un po’ di Abrasiva, si può abbassare la punta
più alta. Operazione non difficile.
Nel Piano invece ad occhio nudo è difficile vedere…
A tal punto e necessario mettere una fetta di Carta Abrasiva su una Piastra
e togliere un po’ di materiale dal Piano….si vedrà subito il difetto.
E’ assolutamente impossibile suonare se nel Piano ci fosse una Gobba!
In tal caso occorre lavorare portando via del materiale fino al
punto e al sistema che si vuole fare il Piano.
Sempre in tema di controllo: è più facile che il Becco suoni se ha il Piano
con una Bassa… può venire qualche fischio… ma suona. In questo caso, il
più delle volte, si arriva prima alla conclusione del lavoro.
In questi momenti di controlli; si vada adagio, sia per capire i difetti…
e sia nel mettersi a limare del materiale…! Adagio che Dio il tempo lo
da per niente! Quello che non si fà un giorno si farà l’altro!
Adagio e senza andare giù di morale!
[TBC063]
Pagina 11.
Parte Seconda!
Dopo aver visto un pò di natura dell’istrumento stesso, passiamo
nel vivo delle nostre ricerche, che è quella che a noi interessa.
Nella natura e fisica del clarinetto dobbiamo sempre tornarci
Man mano che entriamo nei nostri discorsi.
A questo punto è bene chiederci: quali sono i motivi e le ragioni.
Di stabilire con sicurezza che il becco non va bene? O, al contrario,
che il bocchino va bene? Quest’ultima domanda è quasi superflua
in quanto, potremmo fare la detta domanda a 1000 clarinettisti
e forse 990 direbbero che non sono affato contenti. Del resto, sia
per la ancie che non ci sono più… e alle volte per altre ragioni,
pretendere che un clarinettista dia questa domanda positiva
è assai difficile. Potrebbe dire che il suo becco è buono se ne
prova uno più scadente… del resto non può essere contento perchè
nessuno di noi ha quello che vuole, e allora di conseguenza non
possiamo essere contenti!
Se a un dato punto ci viene il bisogno di cambiare il becco,
dobbiamo sapere il perchè! Stiamo attenti che non sia la ossessione
a diventare padroni di noi stessi?! Non a caso dico questa frase.
Nella mia vita artistica ho visto clarinettisti fare delle
pazzie…! Anche se la parola è un pò grossa, lasciate che dica;
da qualcuno ne ho visto delle belle…
Non dimentichiamoci che alle volte quando o strumento non ci dà
il giusto… possiamo essere anche noi stessi indisposti o in
condizioni anormali…: male le labbra, cattiva digestione ecc…
Poi c’è la Lotta delle ancie che in certi momenti c’è da impazzire!
L’inconveniente delle ancie… potrebbe mettere in condizioni di
perdere la bussola anche al più bravo dei clarinettisti.
Come dicevo, qual è la ragione di voler cambiare il becco? Quali
Sono i sintomi di non voler più in becco vecchio?
[TBC064]
L’idea di un cambiamento del genere non è ne uno scandalo e ne
una vergogna; le ragioni possono essere molte e tutte valide.
E quando anche uno suona bene e che si potrebbe pensare a una
pazzia a cambiare il becco, se vogliamo è una cosa logica perché
se nessuno mai cambiasse niente, non si potrebbe andare alla
perfezione della perfezione. In altre parole. Se gli Scienziati
non avessero mai fatto delle prove, non sarebbero quelli che sono
arrivati al essere. E lasciate che lo dica ancora: finirebbe la
ragione di scrivere questo Trattato.
La prova è logica ma bisogna mettere in atto molta intelligenza
e furberia. Come ho detto nella prefazione: mai fare cambiamenti
in corso di pesanti impegni! In Orchestra ci sono i momenti adatti
per mettere su un becco, specie nelle Opere dove si è meno in vista
ed è anche un lavoro di un altro genere. Molte volte io ho provato
un bocchino verso la fine dell’Opera quando il difficile era già
passato.
Si può aver bisogno di cambiare il becco per reale necessità,
o a scopo di ricerca e studio, come dir si voglia.
Dato che fin da principio ho menzionato un giovane clarinettista
che và in Orchestra; questo come simbolo di esempio… per ora è
bene andare così.
La più grande urgenza del cambiamento del bocchino
È quando si manifesta il fischio! Quì non c’e ne santi e ne
Madonne; bisogna cambiare a tutti i costi!!! Con tale difetto non
Si è mai tranquilli; è una tortura continua che bisogna cancellarla.
Eppure ho sentito fischi anche da dei grandi artisti!
Specie adoperando il becco di Caucciù è assai facile il fischio.
Al Conservatorio di Parigi in un saggio di una decina di ragazzi
ben 6 fischiarono e anche a grande entità! Ero presente io!!!
[TBC065]
Pagina 2. Parte seconda
Nel 1949 nella bella Orchestra di Lubiana (Jugoslavija).
Il suo vero nome è: Orchestra Sinfonica Filarmonija. Io non
facevo parte di quel Complesso perché appartenevo all’Orchestra
Lirica Gledalisce Opera; però ebbi la possibilità di entrare ad
assistere alla prova del Concerto per Clarinetto e Orchestra, in La M…
di Mozart. Solista era un Clarinettista inglese. Feci in tempo ad ascoltare
l’ultimo tempo. L’Artista era all’altezza, ma in tutto il tempo di questo
Rondò; egli fece non meno di sei o sette fischi. Io dunque ero testimone!
Finito il pezzo lui si mise a discutere con uno che sapeva l’inglese
e così capii che lui diceva che il Clarino fischiava per la temperatura
non propizia. Inoltre (sempre lui) disse che il suo Insegnante di Clarinetto
era un Concertista di Pianoforte e non un Professore di Clarinetto.
La cronaca che dovrei fare qui sarebbe assai lunga. Mi limito a dire che
il Maestro di Pianoforte deve insegnare il suo Strumento non il Clarino!
La Temperatura rigida o vento… avrà la sua ragione; ma che un Concertista
del nostro Strumento vada per il Mondo con un Bocchino che manda fischi
a non finire; non l’ammetto! E aggiungo che è vergogna
Tutti quelli che suonano uno Strumento difficile; come Violino e Pianoforte;
si potrebbe ammettere che possano insegnare anche altri Strumenti:
appunto come il nostro o altri? Lo possono fare soltanto se hanno
studiato l’altro Strumento. Difatti c’è che è Diplomato di Clarinetto
e Pianoforte: Di Oboe e Violino e via dicendo. Del resto potrebbe essere
Paganini del Violino; oppure Benedetti Michelangeli del Pianoforte, se
non conosce il Clarinetto profondamente; non l’ho può insegnare!
Parlo sempre del Classico Clarinetto d’Orchestra. Se ci troviamo in un
Paese dove vi è una Banda Musicale, allora il Maestrino insegna tutti
gli Strumenti. In questo ambiente… altra roba!
Dacché Mondo e Mondo si è sempre detto che lo Strumento più difficile
Sia il Violino. E io per primo lo ammetto. Ma lo ammetto ad una condizione:
che non si dica che il Clarinetto è facile… e che sia uno scherzetto!
Il nostro spiffero è difficile e con pochissime risorse, al confronto
del Violino.
Frà gli Strumenti ad Ancia, il Clarino è di emissione
più facile. Quando i ragazzi cominciano a fare le scale, quelli del
Clarino vanno avanti primo degli Oboi e dei Fagotti. Questa corsa si
ferma al terzo anno di studio quando il Clarinetto comincia a studiare
i Trasporti. Qualche volta può trasportare anche i Violini e tutti gli
Archi; ma questo capita di rado. I Clarinetti hanno il Trasporto d’obbligo
e trasporteranno per tutta la Carriera! Trombe e Corni peggio ancora.
Un’altro castigo che si aggiunge al nostro difficile Clarino; sono le
Ancie. Le Ancie sono cattive perché in questi anni della canna buona
ce né poca; poi và applicata su un piano (che è il Bocchino) che non
sempre và bene. Più oltre vedremo il resto.
Non è detto che anche quando abbiamo conosciuto bene la Fisica del
nostro Becco si debba per forza lavorare e grattare i Bocchini che in
Professione avremo. Ho detto e ripeto che possiamo anche usare questo
approfondimento nella compera e nella scelta dei Becchi che ci verrà
nelle mani. E, per finire: sarà una cosa acquisita conoscere bene Becco
ed Istrumento.
Ma il mio scopo è diverso; ed è quello di imparare a
lavorarlo e sapere fargli il piano perché è da lì che noi otterremo dei
risultati. Speriamo buoni. Ci vuole il suo tirocinio. Essere persuasi
di rovinare anche qualche Bocchino. Anche qui ripeto che si può
cominciare con dei Becchi di Legno o di poco costo.
[TBC066]
Pagina 2. Parte seconda
Nel 1949 nella Filarmonija di Lubiana, (Jugoslavija) Orchestra
frà le migliori di quel Paese; un giorno provavano il Concerto in
La Maggiore di Mozart. Solista era un’Inglese. Nell’ultimo tempo
Questo Clarinettista fece non meno di trè o quattro fischi!
Pure quì ero presente!
Sia di ragazzi di Parigi e sia questo Cencertista inglese, che cosa
dovremmo dire o commentare?... La critica che io dovrei fare, la
faccio a lui o al suo Maestro? Il suo Insegnante di Clarinetto ha
il coraggio di mandare uno per il Mondo a fare dei Concerti difficili
con un becco che fischia?! Non si manda via un’allievo in
queste condizioni! Se volessi approfondire questo argomento dovrei
parlare moltissimo! Tutti quelli che hanno studiato il Violino
e il Pianoforte, siccome questi strumenti sono più belli e,
diciamo pure; più difficili… credono di poter insegnare anche il
Clarinetto! Sì perché guardano nei Metodi le posizioni delle note
e così credono di potere insegnare il Clarinetto.
Non c’è al Mondo un’errore più grande di questo!
Se noi ci troviamo in un Paese dove un povero Maestrino di Banda
deve fare Lezione a tutti i ragazzi per poi farli andare in Banda.
Quì la critica è superflua poiché non hanno neanche i mezzi per
fare insegnare a tutti gli allievi da Maestri dell’istrumento.
Ma nell’ambiente dei Professionisti… Neanche per sogno!!!
La Scuola di Clarinetto Classica per fare dei Professori di Clarinetto
nelle grandi Orchestre, ci vuole dei Professori dell’istrumento
con i baffi lunghi! (scusate della parola!)
Dacché Mondo è Mondo, si è detto che lo strumento più difficile
è il Violino! Io per primo lo ammetto! Ma però, dicendo che il
Violino è difficile, non è detto che stò povero Clarinetto sia uno
scherzo… o roba da riderci sopra! Nò, signori cari!
Può essere anche Un Violinista che insegna il Clarinetto; ma però
che l’abbia studiato; e che conosca la fisica dell’istrumento e del
becco in special modo. E a proposito; mi risulta che, il Celebre
Maestro Antonio d’Elia; era Diplomato di: Violino Pianoforte e
[TBC067]
anche di Clarinetto. In tal caso; non c’è nulla da dire!
Inoltre aggiungo, che certe cose si acquisiscono stando in Orchestra.
Sono gli anni della carriera che aprono gli occhi…!
Altra considerazione: non si confonda il bello… e il meno bello…
dalle difficoltà e natura di un dato strumento. Gli strumenti a
fiato hanno meno risorse di quelli a corda. Più disuguali nei
Registri…e anche più facili alle stecche! E tirando la somma più
Scoccianti da fare la professione.
Solo le ancie che in oggi sono in vendita farebbero andare via
la voglia di studiare il Clarino anche al più appassionato!
Se poi osserviamo gli strumenti ad ancia doppia; c’è da venire la
itterizia…! Dato che il Clarinetto è di emissione facile, molti
s’ingannano! Tanti credono sia alla portata di tutti.
Assolutamente, ripeto, che non è così!
Come vedremo poi in seguito; il pericolo del fischio, dipende un
pochino anche dai Bocchini che un Clarinettista adopera.
Se si suona col becco di Caucciù; è più facile il pericolo del
fischio. Questo in linea di massima. In pratica, se uno conosce
bene questa cosa… non deve venire il fischio… assolutamente!
Potrà venire se si incontra un’ancia pessima. In tal caso si butta
L’ancia nelle immondizie! In altri casi può esserci il fischio
Se il clarino sfiata. Attenti alla Tamponatura dello strumento!
Come dicevo e voglio concludere: il fischio ad un professionista
Non è ammesso: potrà venire in casi disperati… ma non tutti i giorni.
Presentarsi come Concertista è fischiare… Non lo concepisco.
Sia il Maestro di quei ragazzi del Conservatorio di Parigi, sia
l’insegnante di quell’Inglese. Mi rifiuto di credere che conoscessero
il becco del nostro strumento!
Non è detto che dopo che abbiamo conosciuto bene il detto becco
dobbiamo lavorare e grattare tutti i bocchini. In possesso di questa
fisica… se non ci sentiamo… possiamo fare a meno: sarà una grande
conquista lo stesso che ci servirà nelle compre o nelle future
scelte. Meglio però saperci lavorare!
[TBC068]
Pagina 3. PARTE SECONDA.
A preferenza di rovinare bocchini a cataste, meglio è sapere
scegliere comprando bene. Ma il mio scopo è diverso, ed è quello
di saperlo lavorare, fargli il piano… e tutto quello che c’è da
fare! Non è una cosa facile ma col suo tirocinio e molta pazienza
si può fare tutto quello che si vuole.
Il nostro strumento ha, come già ho accennato, la fortuna di essere
facile di emissione. Qualunque persona che si mette a suonare
il clarino, in una settimana o direi, al massimo due, fà già
la scala, mentre invece con l’Oboe, ci vuole più tempo. Quest’ultimo
ha l’ancia doppia e allora è molto più difficile crearsi le
note e fare la scala: Tolto questo inconveniente e passando il
tempo… risulta più difficile il clarinetto; nell’assieme.
Il martirio delle ancie, specie chi suona ad ancia doppia, rimane!
Sia per noi clarinettisti, sia per gli Oboisti, chi avesse canna
buona il gioco potrebbe essere assai più divertente. Così sono
dolori!!! Non c’è al Mondo commercio più disonesto della canna
per Oboe e Fagotto e delle ancie per Clarinetto e sax…
Un po’ è di natura la lavorazione delle ancie che non può essere
come tutti gli altri generi; perciò bisogna ammettere gli scarti
che nella canna c’è, bisogna ammettere gli inconvenienti che in
una ancia può avvenire pure vedendo che quest’ancia ha delle
qualità; e ammettiamo; oppure possiamo perdonare ad altre cose del
genere, ma da parecchi decenni i signori fabbricanti di ancie
hanno fatto alto e basso come loro hanno voluto, e direi che sono
stati sempre più disonesti!!! Una scattola di ancie di 20, ne
suona due o magari una! Nò, sono troppi disonesti!!!
In un pezzo di canna dovrebbero prendere via le parti che non
vanno per la lavorazione: la cima della canna che risulta poco
buona senza fibbra, e il fondo troppo duro che non vibra.
[TBC069]
Invece lavorano tutto! Ecco la disonestà. Poi la stagionatura
dovrebbe essere lunga il tempo necessario; loro invece mettono le
canne in un ambiente caldo… e così dopo un po’ lavorano.
Le ancie dovrebbero essere di canna non troppo verde e non troppo
secca: a metà seccatura. Dobbiamo essere logici; è un complesso di
cose che è molto difficile averle tutte a nostro favore.
Come a mè anche ad altri: comperare un mucchio di scattole di
Ancie e non trovare per niente da poter lavorare! Che schifo!!!
Aver buttato via i soldi per niente? Che rabbia!
Come se uno andasse in un Ristorante per mangiare… poi, all’atto
pratico, anziché portare il primo piatto: spaghetti, minestrina in
brodo, tortellini ecc. portassero un piatto di sabbia… poi dopo
dovessimo pagare il conto lo stesso?! Il raffronto può essere
considerato cretino…ma il denaro và buttato via ugualmente!
Quando facevo la professione e che avevo degli impegni…quante
volte ho buttato via decine di migliaia di lire a vuoto… Chissà
quante volte avrei potuto mangiare benissimo e in un bellissimo
Ristorante… magari in due anziché da solo…!
Questi sono gli inconvenienti dei clarinettisti e strumentisti
ad ancia. Non c’è niente da fare!!! Chi suona strumenti ad ancia
deve adattarsi per tutta la carriera a questo sacrificio. Meglio
è chiamarlo Martirio!!!
Cinquant’anni fa c’era diverse marche di ancie; qualcuna anche
Italiana, e frà di esse il Professore Ambrogio Lelli di Ferrara.
Questo Prof… era insegnante al Conservatorio di Ferrara, poi,
a tempo perso, o per hobbi, faceva le ancie. Con la sua canna ho
lavorato bene per molti anni. E’ stato un’ottimo clarinettista
e un bravo insegnante! Nella mia gioventù ho visto le ancie:
Barrè, Rabut, Fornieur, e infine le Vandoren, che a tutt’oggi gli
strumentisti si rivolgono a quella. E l’unica che sia rimasta.
Le ancie buone sono sempre state le Francesi!
[TBC070]
Pagina 3. Parte seconda.
Non c’è al Mondo un commercio più disonesto delle Ancie!
Tutte, non solo le nostre. Le Ancie doppie dei Fagottisti e degli
Oboisti, che sono due pallette di Canna di Bambu messe assieme;
è sempre Canna che dovrebbe essere coltivata bene, scelta bene e
messa in commercio già stagionata. Al contrario mandano via tutta la
porcheria immaginabile! Però, questa è una lavorazione che non potrà mai
essere a livello di tante altre cose che sono in commercio. E questo
viene dalla nascita dell’articolo stesso che sarebbe assai lungo se lo
trattassimo. A tal punto aggiungiamo, come ho detto, che i detti
Fabbricanti mettono in commercio tutta la canna anche più scadente!
E i poveri Istrumentisti ad Ancia diventano pazzi…!
Parlare di un cambiamento di Bocchino, quasi sempre, comporta anche di
lavorare nel nuovo che si monta sull’Istrumento.
Prima di metterci al lavoro, guardiamo se il Clarino và bene; appunto
non deve esserci cuscinetti che sfiatano… Osserviamoci noi stessi.
Non dobbiamo essere stanchi di fisico e di Labbra. Guardiamo se abbiamo
delle Ancie a nostra disposizione. Non si adoperi Ancie vecchie con
dei Becchi in lavorazione. La canna vecchia, anche se fossero buone
se hanno già suonato su un’altro Piano non possono andare bene perché
hanno un’altra impostazione e finirebbero per fare fischi…
Le Ancie sono come i Cavalli; non ci si può mai fidare.
Se in casa non abbiamo una buona scorta di queste Ancie; si fa una
buona spesa e provvista.
Più oltre torneremo in questo argomento e seguiremo
la prassi della lavorazione del nostro Bocchino.
-------------------------
Come già ho detto in principio, il Diapason dell’Orchestra può avere
dei piccoli spostamenti. Questo può avvenire appunto per il cambiamento
del Professore di Oboe che può avere il suo Strumento un po’ più alto,
e può avvenire anche perché noi stessi riusciamo calanti. Quando è freddo
e che si prova della Musica che noi abbiamo molte battute di Pausa
nelle nostre intrate possiamo apparire calanti (Nel primo caso nominando
l’Oboista è perché qui in Italia il La lo dà l’Oboe)
Perché gli strumenti a fiato siano intonati dovrebbe esserci non meno
di 20 gradi di temperatura. Purtroppo si è dovuto suonare con 5 o 10
sotto zero.! (Questo era alle Prove).
Per il Professore di Clarinetto è necessario almeno una attrezzatura
di Bocchini di almeno trè. Trà questi, che noi chiamiamo: di scorta.
E’ necessario almeno uno fosse più su di corista. Così nel caso di essere
calanti si può arrangiarsi… Qualcuno (io compreso) mi sono arrangiato
con un Barilotto più corto. In quest’ultimo caso, il più delle volte,
non risponde più lo Strumento all’intonazione. E questo è perché si
sposta le misure dello Strumento: il Barilotto è attaccato al Clarino.
Nei Teatri che si rispettano, al Corista non c’è mai niente da dire:
alla Radio hanno un Corista (o Diapason) fisso… con temperatura costante.
Ma girando, nelle Operette ai miei tempi; si trovava dei Pianoforti
che se era d’Estate, era mezzo tono sotto. Se era d’inverno, un tono sopra!
In tale circostanza era una parola ad intonarsi?
Anche le Corde degli Strumenti ad Arco fanno il medesimo spostamento.
Le Trombe e i Corni si arrangiano per la semplice ragione che tutte
le loro note escono dalla Campana e così tengono scaldato tutto lo
Strumento. Noi ogni nota esce da un buco diverso e quando il Clarino
è freddo e che si deve uscire dal pezzo di sotto… è l’ira di DIO!
(mestiere difficile il nostro!)
[TBC071]
Pagina 4. PARTE SECONDA
Sia se noi abbiamo urgente bisogno di cambiare il becco; o se
vogliamo fare un’esperimento, prima di fare dei tentativi,
assicuriamoci se siamo in condizioni di salute normali e con le labbra
sottili e non gonfi. Stabilito questo, guardiamo se le ancie che
abbiamo a nostra disposizione suonano o se non suonano…?
Il fattore ancie è assai importante! Non si faccia mai prove
di bocchini con ancie vecchie! In questo caso e ammettendo che
l’ancia fosse più che buona ma essendo impostata su un altro
piano non può rendere…in più ci sarebbe il fischio a portata
di mano, sicurissimo!!!
Le ancie sono come i cavalli: non ci si può mai fidare!
Se non abbiamo ancie nuove in casa; si fà una spesa di una buona
provvista.
A questo punto si comincia la vita d’Orchestra; figuriamoci di non
Essere più studenti, già Professionisti pronti a tutto: ai sacrifici,
alla fatica, agli onori (se li meritiamo…) e, purtroppo, qualche
volta a qualche amarezza. Anche le amarezze sono inevitabili.
Finchè eravamo studenti il responsabile del becco o del clarinetto
…era il Maestro dell’istrumento. Arrivati in Professione, il
compito è nostro e soltanto nostro!
Gli insegnanti bravi e coscienziosi, seguono l’allievo (se possono)
dandogli consigli. Questi dovrebbero essere non come gli inutili
chiacchieroni di cui ho già parlato: Alle volte il Maestro di clarino
ha a cuore l’allievo più che un figlio! In questo caso, il
giovane può accettare tutti i consigli necessari,… però se il
ragazzo ha delle qualità, accompagnate da altre idee; è altrettanto
necessario che il giovane clarinettista lavori con le proprie
idee… che può anche avere iniziative ottime. E perché nò:
anche meglio dell’insegnante! Tutto stà a vedere la natura?...
[TBC072]
Perciò penso che questo nuovo Professore di Clarinetto possa farsi
una concezione tutta sua in grado di trovarsi i suoi bocchini e,
nell’occorrenza, saperseli aggiustare. Questa non è cosa da poco!!!
Molti sapientoni dicono: ma io non voglio diventare pazzo per il
bocchino del clarino, semmai lo compro nuovo! Nessuno dice niente!
Ogn’uno può fare quello che vuole. Ma se stò artista arriva di
arrangiarsi da sè, il vantaggio è suo non degli altri!
Se contasse comperarne uno nuovo, tutti correrebbero a comprarne.
La compra di un becco nuovo può risolvere il problema se il nuovo
risulta meglio del vecchio; cosa che capita ogni mille volte.
Ma in linea di massima il becco classico si deve arrangiare da se.
Non dico il 100 per 100 ma il 95 per cento è così.
Noi Italiani, quasi tutti, adoperiamo il bocchino di cristallo.
Un bel giorno, pure in Orchestra stesso, ci cade a terra il becco
e và in venti pezzi, cosa facciamo? Alle volte non si spezza ma lo
stesso rimane inservibile. Quale santo invochiamo?
Nell’anno 1952 ero a Lecce per una breve stagione Lirica.
L’ultima sera, finito l’Opera (Cavalleria e Pagliacci) nello
smontare lo strumento, feci per lavare il becco e mi rimase in mano
la punta del bocchino, il gambo rimase dentro il barilotto…
Si spezzò a metà. Stetti più male che se avessi avuto chissà quale
Cosa brutta…! Era un becco che dava un suono come un’Organo!
Rotto il becco necessariamente si deve procurarne un altro; non
c’è via di scampo!
Quando un clarinettista è padrone di questa faccenda e che sa
aggiustarseli da se, può farsi la scorta di due o anche trè becchi
pronti, allora la disgrazia della rottura… non butta a terra
l’artista. E un grande Tesoro l’attrezzatura di questa scorta.
In mezzo alla scorta può esserci un becco che và più su di corista.
Pure questo è necessario.
[TBC072]
Perciò penso che questo nuovo Professore di Clarinetto possa farsi
una concezione tutta sua in grado di trovarsi i suoi bocchini e,
nell’occorrenza, saperseli aggiustare. Questa non è cosa da poco!!!
Molti sapientoni dicono: ma io non voglio diventare pazzo per il
bocchino del clarino, semmai lo compro nuovo! Nessuno dice niente!
Ogn’uno può fare quello che vuole. Ma se stò artista arriva di
arrangiarsi da sè, il vantaggio è suo non degli altri!
Se contasse comperarne uno nuovo, tutti correrebbero a comprarne.
La compra di un becco nuovo può risolvere il problema se il nuovo
risulta meglio del vecchio; cosa che capita ogni mille volte.
Ma in linea di massima il becco classico si deve arrangiare da se.
Non dico il 100 per 100 ma il 95 per cento è così.
Noi Italiani, quasi tutti, adoperiamo il bocchino di cristallo.
Un bel giorno, pure in Orchestra stesso, ci cade a terra il becco
e và in venti pezzi, cosa facciamo? Alle volte non si spezza ma lo
stesso rimane inservibile. Quale santo invochiamo?
Nell’anno 1952 ero a Lecce per una breve stagione Lirica.
L’ultima sera, finito l’Opera (Cavalleria e Pagliacci) nello
smontare lo strumento, feci per lavare il becco e mi rimase in mano
la punta del bocchino, il gambo rimase dentro il barilotto…
Si spezzò a metà. Stetti più male che se avessi avuto chissà quale
Cosa brutta…! Era un becco che dava un suono come un’Organo!
Rotto il becco necessariamente si deve procurarne un altro; non
c’è via di scampo!
Quando un clarinettista è padrone di questa faccenda e che sa
aggiustarseli da se, può farsi la scorta di due o anche trè becchi
pronti, allora la disgrazia della rottura… non butta a terra
l’artista. E un grande Tesoro l’attrezzatura di questa scorta.
In mezzo alla scorta può esserci un becco che và più su di corista.
Pure questo è necessario.
[TBC073]
Pagina 5. Seconda Parte.
I Bocchini più usati nel Mondo Clarinettisto sono trè;
i vecchi di Ebano a guisa del Legno dell’Istrumento,
quelli di Caucciù (Ebanite), gli ultimi arrivati che sono
quelli di Cristallo. Ve ne saranno di altre specie, come ad
esempio di Osso, di Avorio e di altre sostanze. Ma che vanno in
scala Mondiale sono i trè primi che ho detto; l’Ebano, il Caucciù e il
Cristallo. Quest’ultimo è il Becco degli Italiani per eccelenza.
Anche se non la faccio tanto lunga, ma un po’ di cronaca devo farla di
questi Bocchini per il nostro Clarinetto.
Il Becco più bello (intendo di voce), per mè è quello di Legno di Ebano.
Questo avrebbe tutte le qualità della voce del Clarino. Dolcezza, volume;
e qualità. Ma oggi giorno è assai difficile trovarne in commercio dei
fatti bene e poterli usare. Poiché costano poco, le Fabbriche prendono gli
avanzi di tutte le rimanenze… e ne fanno qualcuno che poi mettono
sui Clarinetti nuovi all’atto che li vendono. Tutti gli Strumenti nuovi
che io ho comperato nella mia vita; ho sempre visto che vi era un Becco
talmente indecente da buttare all’inferno!
Il Bocchino di Legno di Ebano Granatiglia (i migliori) dovrebbero essere
atti bene, robusti, panciuti. E dirò il perché.
La voce che sentivo, specie nelle Scuole di Clarinetto era: i Bocchini di
legno vanno bene ma non stanno a posto; colla temperatura si muovano e
finiscono per fischiare o non andare più… Tutti gli oggetti di Legno
si muovano; pure i Mobili che noi abbiamo in casa. Perciò bisogna credere
che una verità ci sarà. Nei miei esperimenti mi risulta tutto differente.
Il detto Becco sù di un clarino che, tutti i giorni si adopera, è sempre
bagnato... e che in sostanza per lui piove tutti i giorni. A tal punto
non ha importanza se piove o se non piove: Se è freddo o se è caldo! E’ lì
tutti i giorni a ingoiare il nostro fiato... Perciò, non è che si bagni
una volta al mese. A mè mi risulta che se il Becco di Legno è sottile
e poco robusto, col tiraggio della Fascetta... e con gli anni... tira oggi
e tira domani... il Piano cede e si abbassa... e naturalmente si muove.
Questo esperimento l’ho fatto dopo tanti anni di studio!
Il Bocchino di Caucciù? Questo va per la maggiore nel Mondo intero!
Solo che è assai più difficile lavorarlo. Se è perfetto và bene, se c’è
solo un’ombra di imperfezione fischia maledettamente! A lavorare questo
Becco non ci vuole dei principianti del mestiere: ci vuole dei Pianoisti
già pratici.( Molti Tecnici Francesi di queste cose chiamano Pianoisti chi si
dedica alla perfezione del Bocchino per Clarinetto)
Il Becco di Cristallo? Quando un’elemento si abitua al Cristallo è molto
difficile che egli possa cambiare. Per prima cosa vede sul suo Strumento
qualcosa di più elegante. Più Igienico. La bellezza porta a delle persuasioni
indiscusse. Il Becco è come la moglie: più bella ed elegante è, e
più il marito gode. In secondo luogo: Abituato al Cristallo, l’Elemento
sente una voce più massiccia e voluminosa... più scura che in diverse
frasi lo rendono più contento. Se passa al Legno o al Caucciù; a lui gli
viene ascoltato un suono striminzito da bambino o addirittura da allievo.
Un cambiamento del genere è assai difficile.
Alle volte un Clarinettista ha a che fare con gente che ignora le cose...
Nella mia Professione ho suonato molto col Caucciù. Una volta un
Musicofilo assai ignorante mi domandò: il suo Strumento è da Orchestra o da
Banda? Non vedo il Bocchino di Cristallo! L’ignoranza può giudicare così
certe faccende Tecniche. L’ignoranza è bruttissima!
[TBC074]
Pagina 5.Parte seconda.
I Bocchini più usati dai Clarinettisti del Mondo
sono trè: i vecchi di Ebano come il Legno del Clarino.
Quelli di Caucciù (e Ebanite). E quelli di Cristallo che sarebbero
gli ultimi che sono venuto in Commercio e che sono i Bocchini
degli Italiani per eccelenza: In giro per il Mondo io ne ho visto di altre
materie; ma sù per giù; i più usati sono i primi trè che ho citato.
Il Bocchino più bello come voce (almeno per mè) è quello di Ebano. Quello
ha tutto: dolcezza, volume e qualità veramente di suono di Clarinetto.
Un pò perché le Fabbriche non ne mandano di una certa efficienza. Un pò
perché dicono che il legno non stà fermo... e subito si muove il Piano;
i Clarinettisti non tanto lo adoperano.
Questo bel Bocchino dovrebbe essere piuttosto grosso e direi panciuto
e vi dico il perchè. Per prima cosa rispondo a quelli che insistono che si
muove. Tutti gli oggetti di legno hanno la tendenza a muoversi. Anche in
casa nelle Stagioni di Primavera o d’Autunno ho sentito e visto che i
mobili fanno dei cambiamenti. Perciò non è una novità. Il Bocchino del
nostro Clarino di Ebano se è fatto bene con legno stagionato e grosso
come ho citato; sono convinto che si muove meno di un’altro Mobile.
Occorre tenerlo ben pulito tirando via l’acqua ogni qualvolta che si finisce
di suonare! Se rimane dell’acqua allora non si sa... come vanno le cose.
Se questo Becco suona tutti i giorni, in mano ad un Proffessionista, è sempre
bagnato ed è sempre cattivo tempo...! Secondo. Se è grosso, come già ho
detto; anche col tiraggio della Fascetta... non fà nessun movimento.
A me mi è successo che con un Bocchinetto di Legno sottile, fù la Fascetta
a forza del suo tiraggio a farmi andare giù il Piano.! Esperimenti fatti!
Ripeto: vuole grosso e robusto!
Il Bocchino di Caucciù va per la maggiore nel Mondo intero: specie nei
Paesi Anglosassoni. Ma direi in tutto il nostro Pianeta.
E’ un’oggetto bellissimo ma occorre che il Professore lo sappia arrangiare
bene, conoscendolo in tutti i particolari... caso contrario fischia!
Ci vuole dei Pianoisti vecchi del mestiere; non dei novellini.
Qualche volta si potrebbe avere la fortuna di averlo anche nuovo che non
fischiasse. Cosa rara.
Sono i Francesi e anche i Belgi a chiamare Pianoisti chi si dedica al
Piano del Bocchino del Clarinetto. Ed è giustissimo! Pure io quì farò
altrettanto.
Ed ora guardiamo il nostro Becco di Cristallo di noi Italiani.
Chi si abitua a questo Bocchino è molto difficile che riesca a fare dei
cambiamenti. Più sicuro dai fischi. Più bello a vedersi... e presenta una
garanzia nell’Igiene superiore agli altri.
Oltre alla sicurezza; l’esecutore ci tiene alla bellezza. Lo Strumento e il
Bocchino è come la moglie: più bella è; più agli gode!
In definitiva subentra un’altra cosa: l’abitudine. Abituato ad un dato modo
è difficile cambiare!
Negli ultimi 10 anni di mia Professione; ho sempre
lavorato col Becco di Caucciù! E bene che andavo.
In questo Caucciù; occorre una scelta di Ancie più accurata.
Chi avesse Ancie buone, con tutti i Bocchini si potrebbe suonare
portando il nostro Strumento alle Stelle... o in Paradiso!
Il Clarinetto è dolce e Poetico!
[TBC075]
Pagina 6. Parte Seconda.
Il legno di Ebano è di due specie: Ebano di granatiglia, e tipo
liscio Giapponese. Può darsi che ce nè sia anche di diverse specie
ma io non le conosco. Queste due qualità di Ebano le ho sempre sentito
nominare. Pare che il più sonoro sia il granatiglia.
Se uno è intenzionato di suonare con questo becco di Ebano, abbia
cura di acquistarlo bello, anche se costa di più non fà niente...ma
che sia un bell’oggetto: Anche la bellezza ha il suo valore; deve
piacere, piacendo ci si prende affezione e così si lavora con più volontà.
Dato che si ha fin da principio la supposizione che questo becco
si muova, perchè appunto è di legno, si abbia cura alla fine dello
spettacolo, o della prova, di asciugarlo bene in modo non rimanga
dentro la camera un mucchio d’acqua. Con la pezzuola o la punta di
un fazzoletto.
In quanto poi al sistema del piano del becco di legno,
è sù per giù come quello di caucciù, ma molto diverso dal cristallo.
Più oltre vedremo.
Vi sono dei clarinettisti che suonano con i denti sopra. Con il becco
di legno verrebbe un buco o quasi... Per mè non è difetto suonare
con i denti; occorre essere abituati sin da ragazzo. C’è delle persone
che hanno il labbro superiore corto e allora non riescono a
mantenerlo sotto i denti. Malgrado che la scuola Francese non lo
ammetta questo sistema,suonano in questo modo in molte parti del
Mondo a con delle belle voci.
Il bocchino di caucciù và per la maggiore nel Mondo: Germania, Austria,
Inghilterra... e anche in America; Tutte le volte che ho visto il
Celebre Beni Goot Mann (Televisione), l’ho visto con questo becco.
Qualcuno mi potrebbe dire che questo clarinettista fè Musica
leggera. Sì, è vero, ma costui sa fare anche il genere Classico.
C’è chi chiama il becco di caucciù: Ebanite. E’ sempre quello. Forse
perchè è una lega frà gomma polvere di legno e forse altre sostanze,
che io non conosco. Il timbro di questo caucciù è circa
come l’Ebano; direi anche più squillante. E’ un suono che corre!
[TBC076]
Se è ben riuscito, ha anche molta dolcezza. Deve andare bene caso
contrario fischia a non finire! Col cristallo se anche c’è un
difettuccio... si và lostesso, col caucciù se nonè più che perfetto,
non si può fare neanche una scala!!!
C’è chi sostiene che il becco di caucciù non si muove. Questa tesi
la sostiene anche dei Professoroni di primo piano. Per molti anni,
pure io la pensavo così. Col passare degli anni ebbi modo di
constatare che non era del tutto vero. Però tacevo per paura di non
prendere del cretino. Un paio di anni prima della morte del mio
insegnante di clarinetto, il Professore Bianco Bianchini, ebbi modo
di fare quattro chiacchiere, girando assieme, nel centro di Bologna.
A un dato punto lui stesso mi disse che il bocchino per clarinetto
di caucciù, lasciandolo in un posto molto caldo, può muoversi.
(Pure girando per la strada, e senza volere, il mio Maestro mi dava
ancora lezione) Ecco allora che i miei dubbi di prima erano chiariti.
Però, quando il becco di caucciù è riuscito bene, è un grande
bocchino: bel suono e più si và lontano, più bello è! E’ il vero
clarinetto classico per eccelenza!
Naturalmente ha le sue esigenze: scelta di ancie più accurata, e
una cura scrupolosa anche nello strumento stesso: guai se qualche
cuscinetto sfiata! Sono del parere che quando un’ancia và bene
(sempre nel caucciù) non si deve muovere l’ancia tutti i giorni. I
Tedeschi, invece di adoperare la fascetta di metallo per tenere ferma
l’ancia, la legano con uno spago nero, la lasciano ferma dei mesi.
Igienicamente parlando non andrebbe bene, ma loro la puliscono con
uno spazzolino speciale. La Scuola Tedesca ha un’altra concezione
di tutto questo complesso di cose. Si fanno due o anche trè becchi,
tutti uguali (loro la precisione l’hanno nel sangue) poi trovano
le ancie.... quindi cambiano tutto il becco se non và più... non
solo l’ancia come facciamo noi. In pratica viene come gli Oboisti
che cambiano tutta la piva. Ma con trè becchi e con e con questo
sistema, suonano dei mesi. Anche con questi sistemi c’è chi suona bene.
[TBC077]
Pagina 6. Parte seconda.
Parlando del becco per Clarinetto di Ebano, a mè
personalmente mi piace moltissimo. Questo Bocchino di Legno ha tutte
le caratteristiche del suono del Clarino: dolcezza, volume di suono e
timbro con voce del legno. In Italia lo adoperano in pochi.
Forse perchè molti suonatori di Clarinetto suonano non con il labbro
superiore sulla penna del Becco; bensì con i denti di sopra; che in tal modo
può avvenire una specie di fosso o anche buco.
All’Estero, specialmente, ci sono molte scuole di Clarinetto che i ragazzi
li impiantano coi denti di sopra e non col labbro come usiamo fare noi.
La nostra è Scuola alla Francese.
Circa vent’anni fà mi interessai di questa Scuola messa positamente coi
denti di sopra e non col labbro. Mi interessai parlando con diversi
Clarinettisti di questi sistema. Neanche a farlo a posta; un bel giorno mi
venne una bella Lettera spiegandomi il perchè di suonare con i denti di sopra.
Era un’Insegnante di Roma che mi parlava.
Secondo questo Insegnante: usando i denti anzichè il labbro superiore;
l’Ancia si troverebbe più libera e vibrerebbe meglio. Più libertà di azione.
Di primo incontro con un Clarinettista che suona coi denti di sopra,
pare una voce più strimenzita..., in seguito non ci si fà più caso e possono
avere una bella voce ugualmente. Poi è questione di abitudine.
Se uno suona col Cristallo o col Caucciù; il buco o segno....sulla penna del
Becco; difficilmente viene. Come ben sappiamo, noi Italiani, il 90% andiamo
col Becco di Cristallo. Del resto la nostra Scuola di Clarinetto è una delle
migliore del Mondo! Il nostro Clarino; di Legno di Ebano e Bocchino di
Cristallo; è una bella composizione di Istrumento.
A Parigi; e precisamente alla Fabbrica di Clarinetti SELMER; mi dissero che
il Clarinetto di metallo da loro studiato e riuscito, occorreva il Becco di
Legno. E avranno ragione anche questi Francesi.
Come già ho detto; un giovane che si mette in Professione, dovrebbe avere
almeno una scorta di trè Bocchini. Che così ne ha due di riserva.
Si perchè la fine dei Becchi di Cristallo non avviene per consumo; bensì
per rotture. Questo arnese è come un bicchiere da tavola: non si consuma mai,
si rompe; ecco la fine!
Nell’anno 1952 a Lecce; appena finito i Pagliacci di Leoncavallo (vi era
Cavalleria Rusticana e Pagliacci), andai per smontare lo strumento; misi
la mano per levare il Bocchino: mi venne in mano il mozzicone di sopra e
il gambo rimase nel Barilotto! Bocchini finito!!! Quel Becco era come
un’Organo. Ecco perchè col Cristallo ci vuole dei cambi nell’astuccio...!
Sono sempre stato convinto che con delle Ancie buone; nei Bocchini si
diventerebbe meno pazzi e si lavorerebbe da Paradiso; perchè la Professione è
bella! Ed è bella perchè la Musica è Stupenda!!!
Essendo scadenti le Ancie; noi abbiamo meno vantaggio anche nelle Ricerche.
Alle volte, non sappiamo se è l’Ancia o il Becco che difetta?
Per uscire fuori da questi dubbi; non c’è che la calma. Mi spiego meglio.
Quando si è lavorato in un certo Bocchino, mettendoci tutta la buona volontà
e direi: tutta la capacità di cui possediamo... poi provando... non ci
troviamo; l’unica cosa è di mettere via il Becco e tornare alla carica dopo
un mese. Non possiamo insistere: può essere un Celebre Bocchino e non
riusciamo a collaudarlo!... Più di una volta io avrei cacciato il Becco nelle
immondizie...! Dopo un periodo; con labbra riposate, ancie discrete... e giorno
adatto... me ne sono accorto che il Becco era Gioiello d’Arte!
In queste cose, guai a chi ha fretta!!! Adagio e dare tempo al tempo.
Quante fregate ho preso colle Ancie!
[TBC078]
Pagina 7. Parte Seconda.
Buttare via soldi e portare a casa Ancie inservibile
è una cosa assai poco bella! Quelli che ascoltano noi in Orchestra
non vanno a considerare le Ancie se sono poco buone; dicono
semplicemente: non è più lui... è vecchio! Tutti lo sanno e
merita di dirlo: il nostro mestiere è sempre un’Esame da quando si và
in Teatro da giovani fino alla pensione!
Il Commercio delle nostre Ancie è sempre stato poco bello; ma adesso è
terribile! Anche se è un pò sballato voglio fare un piccolo paragone sul
commercio della nostra Canna di Bambù.
Io mi figuro di entrare in un bel Ristorante; mi metto a sedere in un tavolo;
leggo la lista delle Vivande...; e quindi ordino un piatto di Spaghetti.
Poi; il cameriere; mi porta un piatto pieno di sabbia! Posso io mangiarla?
Non posso mangiare della sabbia! E allora? Se spendo 50.000 lire per
delle Ancie credendo di poter fare il mio dovere in Orchestra... e non suonano,
per mè è egual cosa del piatto di sabbia!
Per la verità è la natura della merce che è così. Intanto, ripeto, uno che
abbia degli impegni: Concerti difficili: Forza del Destino di Verdi... ecc.
cosa deve fare?
Che il Violino sia difficile: l’ho già detto e l’ho ripeto,
ma le rogne che abbiamo noi strumentisti ad Ancia; non lo sò se le hanno
gli altri?...
Ho detto che il Bocchino di caucciù fischia più facilmente del Cristallo.
E’ vero e lo sanno tutti. Anche se il Piano è riuscito bene; può lostesso
mandare qualche fischietto. Questo è dovuto anche al materiale di cui è
fatto. Per poter suonare con quel Becco, occorre avere altri accorgimenti.
Per esempio: nella punta di detto Becco; non si consumi del materiale da
ridurre l’orlo troppo sottile. In questo caso passa più aria del necessario
ed è facilissimo tirarsi dietro un fischietto. Non dico che l’orlo debba
essere grosso troppo; anche così passerebbe meno aria del necessario e ci
sarebbe meno suono del normale. Anche essendo questo orlo troppo grosso
e largo; di conseguenza stenta a passare l’aria e può anche in questo caso
fare qualche fischio. Quella zona lì è assai delicata:: come noi smettiamo
il fiato; l’Ancia riceve l’aria... e poscia si forma il suono. Posto delicato
del Bocchino, per tutti i Becchi!
Il Caucciù e anche il Legno vibra di più del Cristallo. Non per niente li
fanno più lunghi. Se il Becco di caucciù fosse della lunghezza di quello
di Cristallo, sarebbe molto crescente. Viceversa: se quello di Cristallo fosse
della lunghezza di quello di Caucciù; sarebbe assai calante.
Queste cose testimoniano che i materiali, diversi l’uno dall’altro, portano
vibrazioni diverse. Occorre molta pazienza!
Le Fabbriche dei Bocchini per Clarinetto metto in testa Bucchi di Genova)
lavorano colle loro misure; e che sono giuste così. Hanno il numero 1, 2,
3, 4. Per noi Elementi di Grande Orchestra, la misura giusta mi pare possa
essere il numero 2. Atteniamoci sù quella linea che non saremo fuori logica.
Se è possibile noi dobbiamo andare oltre quella misura. Il Becco troppo
aperto non può dare suoni dolci e Classici.
Lavorando però, non si può stare alla lettera di queste misure poichè i
Bocchini hanno la sua caratteristica e si può finire che per farlo suonare
ci sia bisogno di andare oltre. Teniamo presente che i trè Bocchini
che ho citato e che noi conosciamo; per legge Fisica debbono avere una
Apertura diversa l’uno dall’altro! E se andremo un pò fuori del normale,
ci andremo per delle ragioni Tecniche come fà il Liutaio nei Violini.
A questo punto dobbiamo essere più alti... di qualsiasi altro Pianoista!
Sempre pazienza!!!!
[TBC079]
Pagina 7. Parte Seconda.
Il Bocchino di Cristallo per Clarinetto è l’arnese dei Clarinettisti
Italiani; all’Estero suonare con questo Becco ne ho visti ben pochi!
Malgrado le mie ricerche per sapere di che origine sia; non l’ho mai
saputo. Chi mi ha detto che è di origine Francese e chi mi ha detto che
è stato ideato in Italia. (Se si vuole si può benissimo saperlo)
Una cosa è certa; i Bocchini di Cristallo per Clarinetto Francesi, erano
più belli dei nostri, e un Cristallo giallino che era una bellezza!
Comunque, pure il Signor Bucchi di Geneva ne ha fatto dei belli. E altri.
Questo Becco, al contrario di quello di legno di Ebano; non vuole troppo
grosso e panciuto; stà bene di costruzione giusta.
E’ un Bocchino di molte risorse. Noi Italiani (come dicevo) guai se non
usiamo quello! Senza di quello pare che lo strumento sia di quelli della
Banda; non sia di un Professionista. A parte queste considerazioni di valore
estetico, ha delle risorse che fanno comodo sia all’Insegnante che al
Clarinettista. Il Maestro dell’Istrumento lascia i suoi ragazzi a Luglio
e li ritrova in Ottobre. In questo Estate, quasi sempre focoso; il cristallo
non fà nessuna mossa, e così all’inizio del corso non si corre a dei
fenomeni di spostamento del Piano stesso dell’oggetto in questione.
Nel corso dell’Estate, oltre il gran caldo, vi può essere Vento, pioggia e
sbalzi di temperature atte a far muovere il Piano di un becco di Caucciù
o di Legno in special modo.
Il pericolo del Becco di cristallo, come ben si sà, non si invecchia per
consumo, nò; fà la fine dei bicchieri di cucina: al primo urto, si rompe!
All’urto che provoca una crepa; molte volte noi stessi non ce nè accorgiamo.
Può essere una toccatina da niente ma quando è caldo è fragile... La fine
di quel Becco è quella! Pure a mè capitò a Lecce che alla fine dello Spettacolo
di Cavalleria & Pagliacci: Andai per levare il Becco e poi asciugare
il Clarino e quando levai il Becco rimase dentro al Barilotto il Gambo...
E così fu la fine di un Bocchino che aveva la voce di un’Organo...!
Inconvenienti del mestiere.
Come dicevo, è di grandissime risorse. Se il Piano è riuscito bene si suona
bene, non c’è ombra di Fischi... e il Clarinettista ha una grande tranquillità.
Direi anche più facile nella scelta delle ancie. Il detto Becco suona
benino anche se non è del tutto perfetto di Piano. Nel legno e Caucciù, se
non è perfetto, sono fischi a non finire!
Dato che è più duro da lavorare è un pochino più difficile e ci vuole più
tempo. Resta un punto interrogativo...? Se il suono di questo bel Becco è
più bello degli altri. Nella mia professione ho calcolato che la voce è
bella con tutti i Bocchini; devono essere fatti bene di fattura, il piano
sia perfetto, ancie adatt e la sua abitudine... Queste sono le cose che
fanno il vero Becco per chi suona il detto Clarinetto.
Però, dato che vibra meno del Legno e del Caucciù (così appare i primi tempi)
pare anche più dolce; direi meno sfasciato. Di conseguenza, pure nelle Bande
dove alle volte vi sono degli elementi che suonando strillano come anime
dannate, col Becco di Cristallo tirano fuori una voce meno stridente e,
apparentemente si può chiamarla, più dolce.
Però parliamo di chi fà la Professione in Orchestra; questo è lo scopo.
Occorre armarsi di pazienza e, se si lavora sul Piano; andare molto adagio
e stare attenti a non muovere crepe nel lavoro che si fà.
Ricordo ancora che l’Abitudine è la Mamma di molte cose di questa nostra
Professione; e allora anche di adoperare i Bocchini che vanno sul nostro
Strumento: se sono perfetti e giusti di Piano, facendo la sua abitudine,
si suonerà bene con tutti! Vorrei dire pure se il Becco fosse di terra cotta.
[TBC080]
Lo scoglio che un Clarinettista può avere di non trovarsi bene con un
tali Becco, se vogliamo, è nel cambiamento. Fatto il cambiamento e ammesso
che il Becco che si mette sù sia perfetto; tutto và a posto nel giro di
pochi giorni o anche una sola volta.
Anche il mio Insegnante che per tutta la vita aveva suonato col Caucciù,
negli ultimi anni volle cambiare e trovò lui stesso la sua differenza;
poi, dopo pochi giorni, lui stesso si diceva di essere contento.
Il Professore stesso mi raccontò quanto segue.
Egli venne a Bologna in qualità di Insegnante nel 1908. Arrivato in
quella Città, trovò molti bravi Clarinettisti che suonavano col Cristallo;
Così vedendo gli altri, volle lui stesso mettersi alla pari. Poi Ebbe il
suo migliore allievo: Luigi Amadio, che anche prima di andare al Conservatorio
Bolognese, suonava col Becco di Cristallo. E, come ho detto, provò
anche lui. Vi fù un’altro Ottimo suo Allievo: Alberto Alberani; pure questi
era stato impiantato dal Padre (Insegnante a Faenza) Clarinettista, col
Becco di Cristallo... e non volle cambiare.
E altri.
Anche un’Insegnante non può fare a modo suo... deve seguire certe abitudini.
Ma il nostro Insegnante: Prof Bianco Bianchini, ha sempre sostenuto
che il vero suono del Classico Clarinetto è quello dal suono di
Caucciù. Inoltre avrebbe voluto anche metterlo in Conservatorio.
Purtroppo non fece in tempo a ritornare all’usanza di quando arrivò
a Bologna perchè il giorno 10 (circa) di Febbraio 1940; un male inguaribile
lo portò all’altro Mondo!
Adesso poi i tempi si sono cambiati. Le Ancie non ci sono più... e tante
altre cose, fanni sì che in molte scuole non vanno più a pescare il pelo
del pelo... Di grazie stì poveri ragazzi se riescono a comprarsi lo
strumento!
Seguiremo il resto.
[TBC081]
Pagina 8. Parte Seconda.
Anche se si fà fatica a trovare le Ancie. Anche se gli Strumenti vanno
alle stelle con i prezzi; seguirò lostesso la prassi del mio Trattato.
A fin dei conti l’Arte è questa e non possiamo dire altro che la verità!
Tengo a precisare che i fischi avvengono anche col Becco di Cristallo
qualora ci sia sul Piano delle imperfezioni.
I miei Bocchini di Caucciù, non hanno mai fischiati. Se lo facevano; o ero
io a prendere in bocca il becco male (alle volte in fretta...) oppure era
l’ancia terribile, o, aggiungo vi fosse un cuscinetto che gonfiandosi di
acqua... sfiatasse. Perciò, indipendentemente dal Becco... il fischio può
venire per altre svariate ragioni. Anche lo Strumento molte volte da dei
grattacapi non indifferenti! Per quanto si guardi, lo Strumento un pochino
sfiata sempre. E’ difficile avere una Tamponatura perfetta!
In una situazione di una Tamponatura balorda, basta solo piccoli passi
per venire alle stecche!!! Ma seguiamo il Becco...
Ho avuto dei Bocchini brutti che andavano benissimo. Ne ho avuti dei
belli che assolutamente non andavano. Molte volte non abbandoniamoci
solo sulla Estetica dell’oggetto. Occorre provare e riprovare e poi fermarsi.
Mai squalificare un Becco e abbandonarlo credendo sia una nullità!
In certi casi può tornare alla mano uno di questi Bocchini squalificati
e riuscire a farsi un bellissimo Bocchino. Sono misteri questi?!
Alle volte uno squalifica un Becco e poi le capita un’amico e glielo
vende. Il tempo passa... A un dato periodo quello che ha venduto il Becco
se ne accorge di aver fatto una gaffa tremenda.! Sempre adagio, mai fretta!
Sì perchè lavorando in questo Arnese i momenti non sono sempre uguali;
Vi sono momenti più felici; di forza fisica buona; altri durante i quali non
si è del tutto a posto. Altri momenti che abbiamo la fortuna d’avere in
casa delle Ancie buone e da potersi permettere il lusso di fare alto e basso
come vogliamo. In altri casi anche nel lavoro Teatrale vi è un andamento
di Recite che non stancano... e via discorrendo. Qualche recita di Traviata,
altra di Lucia di Lammermoor... In questo fortunato periodo il labbro è
riposato... e si può fare qualcosa in Studi di Ricerche, Quì.
Ma se ci capita dei Balletti, o magari la Aida, una Forza del Destino. In tal caso
dobbiamo abbandonare qualunque prova del genere.
[TBC082]
Pagina 9. Parte Seconda.
Prima ho parlato dell’abitudine. Questa parola la possiamo adoperare come
vogliamo; si può dire: io ho la tale abitudine e non mi muovo di lì!
o si può dire di fare nuove abitudine perchè ho l’idea di andare meglio.
Ma credetemi che il fare un’abitudine di andare meglio; si fà assai presto!
E’ andare verso il peggio che si fà fatica!
Ma se a noi ci viene fatto un Piano sù un dato Becco da fare un passo avanti,
non solo ci dimentichiamo la vecchia abitudine, ma la vogliano insegnare agli
altri e, direi, con insistenza.
Nella nostra Professione c’è le regole, attraverso la scuola, c’è l’intelligenza
di uno e dell’altro e c’è la grossa parola: la Natura!
Mi pare fosse sul 1919 che al Conservatorio di Bologna comparve un uomo
piccolo sui m. 1,52 (non lo presero soldato perchè non arrivava a un metro e
54; misura appena idonea) Era Bolognese ma aveva Abitato A Rimini ed aveva
già studiato lo strumento con un certo Prof Lugatti.
Quest’uomo era scaltro, intelligente e con doti Musicali enormi!
La veduta di venire a quel Conservatorio era perchè l’insegnante era un
fuori Classe dello Strumento e dell’Insegnamento e per avere poi un Diploma
molto più valido. Questo giovane, parlava un pò Bolognese e un pò
Romagnolo. Egli aveva già navigato non era alle prime armi.
Tolto gli insegnamenti diciamo di Prammatica... tutto il resto aveva ben
poco da imparare. Comunque si completò assai bene!
Pure questo ometto non volle cambiare il becco; col Cristallo suonava e,
con quello continuò. In poche parole: era completo: Voce, staccato, legato,
mani d’oro che, per lui, non sisteva difficoltà..
Fece il suo corso in pochi anni e quando si Diplomò; luglio 1924, la
Commissione d’Esame, rimase sbalordito! Gli diedero 10 e lode!!!
Il nome di questo unico Allievo era di Luigi Amadio.
Il Maestro Toscanini se l’ho portò alla scala come Primo Clarinetto.
Ma ebbe una vita corta. Nel 1940 in Agosto morì a Milano.
Malgrado la sua grande Natura; pure lui dovette lavorare tanto per
mettere assieme un Volume di voce adatta al Vaso della Scala di Milano.
Come si vede, tutti lavorano.
Ma la sua natura era così grande che lui fece presto.
Suonava con uno Strumento di Rampone di Milano. Forse aveva il Si B e il La.
Le celebrità suonano con tutti gli Strumenti e con tutti Bocchini!
[TBC083]
Pagina 1. Parte Terza
Prima di passare alla parte pratica e lavorativa;
ritengo giusto parlare un pò della praticità di questo
lavoretto: controllare... e, se necessita, Toccare il Piano del
nostro Bocchino e anche rifarlo tutto il detto Piano in tutte
le lettere Fisiche che lo compongono. Anzi che compone la Perfezione...
Molti Clarinettisti trovandosi in bisogno di migliorare le sue condizioni
Artistiche (in taluni momenti può venire anche questo...), per
istinto prendono un foglietto di carta Smariglia e magari, senza sapere
dove l’appoggiano... vanno a grattare il Becco in una posizione ix...
Questo fatto, facendolo così in buona fede e, perdonate: alla carlona...
è come uno che gioca al Lotto e pretenda di vincere... ? Sù mille volte;
questi potrebbe imbroccarla una volta. Allora cosa potremmo fare perchè
l’Elemento ix abbia una Minima idea; una piccola ipotesi tanto perchè egli possa
partire e cominciare a fare qualcosa? E’ difficile dare una risposta a questa domanda!
Partendo da una base, che è quella della propria Scuola, si dovrebbe chiedere
al nostro Insegnante (se costui è ancora al Mondo) come si potrebbe
cominciare a dare i primi Tocchi? Ebbene, per quanto sia il nostro
Insegnante e ammettiamo che lui stesso ci voglia bene; è assai difficile
che lui si adatti a fare il sacrificio di spiegare al suo Allievo di
cominciare a fare queste Operazioni. E le ragioni sono due; la prima è che
lui ha paura che l’Allievo rovini il suono: La seconda ragione, pure
essendo il suo Maestro, il 99% dei Clarinettisti non vogliono dire niente
a nessuno! Se poi ci trovassimo in Orchestra a fianco ad un Celebre
Elemento e che provassimo a chiedere qualche spiegazione circa di lavorare
nel Becco del Clarinetto. Quello, o fà finta di non capire... e risponde
delle fesserie: Oppure potrebbe pagarci dicendo che non è il Bocchino
che suona; bensì le Labbra...! E tutto finisce lì. (E’ capitato a mè...)
Insomma, sembra un Segreto di Stato!
Questo argomento potrei tenerlo lungo molto. Per non annoiare e direi
per una certa tattica di educazione; finiamola quì!
Merita di dire anche un’altra cosa: l’Insegnante, nella sua Carriera,
si è dedicato a questa faccenda di arrangiare questo piccolo Becco?
Non credo sia un’offesa; molti Insegnanti anche bravissimi, non hanno mai
voluto dedicarsi a quel sacrificio lì. E direi che non hanno torto perchè
il sacrificio non è cosa da poco!
E allora come possiamo partire e cominciare a fare qualche Tocco al
nostro Becco senza nessun indirizzo? Un’altro potrebbe chiedermi:
come lei Olivieri Ernesto ha potuto inoltrarsi in questo lavoro; e chi
le ha dato i primi insegnamenti? Prima rispondo all’ultima domanda.
A 13 anni già avevo il piccolo miB e andai nella Banda del mio Paese.
Il primo Clarinetto della detta Banda Musicale (buona assai!), era un
Tecnico del Becco del Clarino. Aveva un suono super bello!
Dove quest’uomo avesse imparato a conoscere così il detto Accessorio...
è sempre stato un mistero?Da questo Dilettante avvenne i miei primi
interessi... e conoscenza del Bocchino. Strada faccenda, mi venne in mano
un Metodo per Clarinetto; col nome (se non erro...) Di Blatt. Forse
Tedesco o Austriaco... L’unico Metodo che io abbia visto che parlava di
quell’arnese. Anche nella Prefazione ho detto che i grandi Capiscuola
hanno lavorato assai per fare dei grandi e difficili Studi, del Becco
se qualcosa l’hanno detto... di sfuggita! Ed è la verità!!!
Prima di chiudere queste considerazioni, è bene precisare che tutti i
conoscitori del Bocchino, non lavorano nel medesimo modo. Poi vedremo.
[TBC084]
Pagina 2. Parte Terza.
Dopo queste lettere fisiche e continuando le nostre ricerche
possiamo parlare della Apertura dell’ancia. Qualcuno le chiama: le misure.
Parlare di misure vere e proprie è assai difficile poterle
applicare; ed è difficile perchè si lavora a mano e non a macchina.
Ritengo sia più esatto dire; il sistema dell’apertura.
Chi lavorasse a macchina si potrebbe avere più esatto il punto
di partenza della lettera D (apertura dell’ancia) Però se la macchina
è anche di precisione, è molto difficile che i bocchini suonino.
Difatti la prova più persuasiva è che dalle Fabbriche mandano
fuori tanti bocchini, tutti fatti a macchina, e non vanno bene nessuno
o quasi. Ammettiamo che nelle Fabbriche non vi sia i Tecnici
a saper fare questo lavoro; però nelle macchine, pure di precisione,
e anche se c’è un uomo che sappia il fatto suo, su 10 becchi lavorati.
8 non suonano, e molte volte non suonano tutti e 10!
Qualcuno mi dice: ma se non lo fà la macchina di precisione...,
a mano non si può farlo questo lavoro! E io invece rispondo di nò!
E sostengo che il becco classico del clarinetto vuole fatto a mano.
Prima di andare avanti analizziamo la parola: Precisione...
Fin da ragazzo conoscevo le macchine a smariglio e di Precisione.
In tempo dell’ultima guerra i Tedeschi si misero a lavorare nelle
Fabbriche (questo fù in Settembre 1944 per una Mobilitazione
al lavoro. Non ero ingaggiato con nessuno, ero libero... ma come tutti
gli altri dovetti io pure andare in una Fabbrica di porcellana.
Era rimasto solo il Cinema, tutti lavoravano...!
Nella Fabbrica dove ero io, c’èra un reparto di alta precisione.
Poichè conoscevo benino la lingua Tedesca, mi fù facile fare
amicizia con l’artista che era alle Rattifiche
Il Tedesco rattificava dei pistoncini di un metallo speciale che
andavano applicati ai Motori degli Aerei per il pompaggio dell’olio.
(così diceva lui...) Era un scelto Tornitore che gli facevano fare
questo lavoro a lui soltanto e di notte. Di giorno non avrebbe potuto
fare il detto lavoro a causa del tremolio delle altre macchine...!
[TBC085]
Lavorava con una rettifica d’alta classe. Sulla macchina aveva
montato una specie di Orologio chiamato Millesimale.
In una notte rattificava circa 60 pezzi. Al mattino era contento
quando di questi 60 pezzi ne aveva 40 buoni e 20 scarti?! Certe
volte aveva 40 scarti e venti buoni. Cercare le cause dei suoi
scarti sarebbe lunga... a noi non interessa. Ecco allora che la
macchina di precisione molte volte non è di precisione.
Il primo esperimento fù nel portare con mè un becco di metallo
per Saxofono. Il becco non era un portento ma suonava.
Il Tedesco m’aiutò a trovare il modo di montarlo. Demmo il
Diamante alla ruotina con molta cura ed eravamo sicuri di essere a posto,
mentre andava la ruota andava anche l’acqua... facemmo un lavoro
bello ed elegante. Morale della favola: a casa che fui e messo sul
Saxofono non suonava più!!! Ma ho provato altre volte con delle
macchine, non fù la sola volta.
E dire che in una macchina si può fare un piano con tutti i
comandi che si vuole; e tutti i segreti che uno è capace di escogitare.
In ogni zona del piano si può fare delle varianti: alto, basso...
Solo che a lavoro finito, bene che vada; c’è tanti fischi che non
viene più la fine!!!
Ora che abbiamo visto le macchine di precisione e, chiamiamole
anche, alta precisione; chiediamoci a noi stess se il nostro
bocchino per clarinetto, per suonare bene, deve essere perfetto o
imperfetto??? Sembra una barzelletta ai nostri tempi e dopo aver
visto cosa c’è dentro la Luna,,,e via per la Fantascienza... a non
finire... Sia un mistero così complicato per fare suonare un bocchino
per clarinetto?! Eppure è assai difficile farlo suonare!
Gli insegnanti che non tanto conoscono questa faccenda, dicono e
supplicano ai ragazzi quando cominciano a suonare: fai note lunghe!
Un’ora tutti i giorni di note cominciando piano andare al forte
e tornare al piano...! Solo così puoi fare un bel suono!
Se tutto và bene, questi sono insegnamenti ottimi e di gran vantaggio!
Se il becco non và.... il ragazzo si taglia il labbro e non fà niente!
[TBC086]
Pagina 2. Parte Terza.
A questo punto speriamo che l’Elemento che ha interesse
e bisogno di questa conoscenza e che si prepara alle Ricerche... ecc.;
sia in grado di fare qualcosa e di capire dove deve incominciare a Toccare...
e via dicendo.
Ben’inteso prima di questo inizio si può leggere e rileggere e farsi
le concezioni adatte al caso. Non è poi che si debba scoprire
un’altra Bomba Atomica: solo un pò di buona volontà... e senza
avvilirsi anche se i primi lavoretti non vanno bene. Sbagliando s’impara!
Abbiamo già visto come vogliono le due Piastrine d’acciaio. Come ho detto
ripeto che ho ideato due Piastre perchè così mettendone una sull’altra
si vede se vanno bene oppure se c’è qualche difetto.. Se unite le Piastre
e guardando verso la luce si vede spiragli di luce... è segno che non
vanno bene: forse un difetto in una. In tal caso si deve guardare che non
ci sia qualcosa di sporco... E se il difetto non si togliesse, si dovrà
fare rettificare di nuovo le Piastrine. Ma si può lavorare ugualmente;
specie se si tratta di aprire il Becco nella punta. Si metta molto... ingegno.
Ed ora unisco un fogliettino per fare vedere il Becco di Prospetto per
vedere le Lettere Fisiche. E quindi di Profilo per fare vedere il sistema
del Piano sia pari (Sistema Italiano) e sia Incavato (Sistema Francese)
E anche la Penna del Bocchino. Quando in Negozio si potesse trovare un
Becco colla Penna un pò incavata, si appoggia meglio le labbra.
[Drawings omitted]
[TBC087]
Pagina 4. Parte Terza.
Nella pagina 2, ho segnato, con un modesto schizzo; i due
sistemi dei Piani; Piatto all’Italiana. Incavato alla Francese. Che lavora il Piano
incavato ce nè anche in Italia. Possono aver ragione che io non li critico;
ma nei miei Esperimenti non mi hanno dato tanto buon esito. In questo
argomento, dovrei disdire quello che poc’anzi ho detto, cioè, o di lavorare
a mano o a Macchina? Facendo il piano incavato, che se vogliamo non
è una idea fessa in quanto essendo una bassa nel mezzo del piano la
punta dell’Ancia avrebbe la direttiva di non andare verso la punta del
Becco e quindi di non chiudersi... e parrebbe aver trovato una risoluzione
perchè non chiudendosi l’Ancia avremmo più via libera.
Volendo fare un piano incavato con la Bassa nel mezzo del piano, solo
una Macchina può farla; a patto che chi mette a posto la Rattifica sappia
regolare bene la posizione in cui la ruota che gira deve andare più
giù e quindi tornare al punto di partenza. Nella Rattifiche di alta
Precisione, tutto si può fare. A mano questa gradazione è assai difficile
dargliela! Pure questa prova ho fatto... ma a conti fatti, non era il nostro
Clarino... Nò! Comunque lascio a tutti la libertà di fare a modo suo!
[Drawing omitted]
Una cosa importante da non dimenticarsi. Se si compera un Bocchino nuovo,
specie se è di Cristallo, che abbia l’orlo non troppo grosso; e la finestra
Armonica troppo piccola. Il vetro è duro... allora volendo ingrandire...
si spacca tutto! Robe capitate a mè!
Nel Becco di Legno di Ebano e nel Caucciù; tutto si può fare! Però: con
molta attenzione. In questi due Bocchini, lasciare sempre l’orlo (di punta)
un pò robusto mai troppo sottile! E Attento se si và a limare del materiale
lì. Quel posto è delicato e può cambiare il timbro del suono/!!!
[TBC088]
Pagina 5. Parte Terza.
Tutte le volte che a casa mia è venuto gente per farmi
aggiustare un Bocchino, mi dicevano: me l’ho può aprire?
Non ha sfogo! Non viene suono!
Come se ad aprirlo... il Becco acquistasse il miracolo e venisse
tutto il suono che si vuole. Il miracolo del suono spontaneo
e molto; non viene aprendolo. Questa cosa potrebbe avverarsi
una volta ogni mille volte. Quasi sempre è nel piano il difetto... e
allora s’attacca l’Ancia dove trova maggior materiale... e tutto
si chiude: Se il Becco non è addirittura troppo chiuso, mai cominciare
il lavoro andando di colpo ad aprire il Becco nella punta! C’è da
compromettersi... e da trovare un lavoro enorme da fare. Sì perchè di
colpo l’Ancia si trova per aria e prima di portarla alla sua misura, c’è da
limera dei Decimi e Decimi; ben’inteso andando giù nel mezzo del piano.
Volendo aprire il Becco inutilmente, dopo non suona più del tutto!
Il Tocco dell’apertura, si fà in ultima cosa o quasi.
Il Problema di andare giù nel mezzo del piano, sia per correggere eventuali
difetti, e sia perchè il Becco è troppo aperto. E’ uno dei lavori più
difficili da fare! Molti tagliano le fette di carta Smarigliata e si mettono
a limare tutto il piano dalla lettera D fino al gambo. Il risultato
di questo fatto è che, in realtà, si consuma il materiale dal gambo
sino verso la finestra Armonica; e in mezzo al piano molto meno... così
ci troviamo con una montagna in mezzo al Piano e, come ho detto; a destra
e sinistra meno. In tal caso il Becco và sempre peggio! Qualcuno poi dice
che è il materiale che non è buono. Basta imbroccarla giusta che il
materiale è sempre quello! Anche nella fattura dei Clarinetti dicono così.
Nò! In un pezzo di Ebano tagliano il legno e viene, in media 7 o 8
Strumenti. (Clarini). Può capitare che di otto Strumenti, 6 suonano, e
2 non vanno! Il Legno è sempre quello. Quando la Macchina che fà il
Traforo della camera và, basta un niente... per non venire la camera perfetta!
E il Fusto (come chiamano loro) o cambiarlo... o lo Strumento se nè
và per il Mondo Stonato!
Non dico di essere di fronte ad un lavoro a
guisa di un Liutaio facendo un Violino. Ma non è neanche lo scherzo che
molti credono: SE subito noi vogliamo abbassare il piano, conviene
mettere la carta smariglia sulla Piastrina; guardare se veramente è
in mezzo che il materiale è troppo. Assicurati che siamo che la montagna
esiste; si cambia lavoro: Si taglia tante strisciette di Smarigliata,
anche grossetta per fare più presto; e si mettono di traverso alla
Piastrina e si cerchi di consumare il materiale in mezzo al piano anche
a costo che avvenga una bassa... fatto un pò di questo lavoro; si tagli
una fettina di smarigliata, si metta bene, cioè alla lunga e in
posizione di lavoro; e si consumi il materiale che è in più nella punta
e verso il gambo... stando attenti ad arrivare al punto giusto.
Queste due punte fanno presto ad andare via... e il piano si deve
trovare perfetto. Ogni volta che ci fermiamo, cambiare la cartina e
rimetterle sempre pezzetti nuovi; mai cartine vecchie!
[TBC089]
Pagina 5. Parte Terza.
Ogni volta che un Clarinettista mi ha chiesto
se gli avessi Toccato il suo Bocchino... perchè secondo
lui; non andava ben, si raccomandava con tutto il cuore
di aprirlo in punta perchè non sfogava e quindi non veniva
suono. In tutta la mia Carriera di Orchestrale; ho sempre
cercato di non aggiustare mai Becchi di altre persone: Cose personali!
Ma quando non potevo esimermi; lo facevo.
Come ho detto; le proposte erano di aprire il Becco in punta: Qualche volta
ho detto: caro; chi l’ha stabilito che si deve aprire? In poche parole; se
un Becco non ha suono e che il piano vada benino; si può trovare un
vantaggio. Se il difetto è nel piano... aprendolo in punta, non suona più!
Le cause di non avere suono possono essere tante ma una più solita è
nell’imperfezione del piano; specie se nel mezzo vi è una montagna... E
come può avvenire questo fenomeno? (Incredibile ma vero)
Quando si lavora sul piano, anche sopra una lastra di precisione e con
una fettina di carta Smarigliata nera 00, per un fenomeno naturale, e
cioè: andando avanti e indietro guidando il Becco sulla carta... succede
che il materiale(vetro) (o Caucciù o legno) si logora molto più verso
il gambo e verso la Finestra Armonica: quì poi vi è solo gli angoli del
Becco e così si consuma in fretta... in modo che il piano si viene a
trovare (anche di poco) colla montagna in mezzo al piano. E così l’Ancia
assolutamente non vibra! L’Ancia vibra meglio se nel piano vi è una bassa.
In questo caso... qualche fischio ma vibra meglio.
A questo punto dobbiamo abbassare la montagna inutile di cui abbiamo
detto. E’ logico che non possiamo continuare a limare andando, come prima,
avanti e indietro. Il difetto aumenterebbe. Occorre allora andare
giù nel mezzo del piano. Quella sarà la zona di lavoro. (vedere l’esempio°)
Si taglia tante fettine di smarigliata di un centimetro di larghezza; si
mette di traverso del piano della Lastrina (non alla lunga!) e si cerchi
di consumare solo nel mezzo del detto piano. Operazione però fatta con
intelligenza e di non andare troppo giù perchè allora verrebbe una bassa
esagerata. Dopo di questa operazione, si torni a lavorare con fette
di smarigliata larga quasi come la Piastrina andando avanti e indietro
fino al punto giusto! Sovente provare!
Facendo questa ultima operazione, e, ammettendo che non arrivassimo a
portare il piano pari e piatto... appena che si sente che và bene...
ci dobbiamo fermare perchè anche rimanendo l’ombra di un pò più; il
Becco può dare ottimi risultati. Poi si metta via il Bocchino e si riprovi
il giorno dopo a labbra fresche.
[TBC090]
Pagina 5. Parte Terza.
Mi permetto di dire che io Toccavo i Bocchini che ero ancora
un dilettante. E’ logico che lavoravo con meno precisione di quando
facevo la Professione: però, i miei Bocchini me li arrangiavo io.
Da allora fino alla fine della mia attività in Orchestra, che è passato più
di mezzo secolo; in tutto questo arco di tempo, tutti i suonatori e amici che
desideravano fare qualcosa al loro Becco e che si fidavano di quello che io
modestamente gli dicevo; tutti quanti; nessuno escluso: si raccomandavano che io
gli avessi aperto l’Apertura del suo Bocchino perchè, secondo essi, non
sfogava! E io, il più delle volte, rispondevo: bada che aprendo questo Becco si
và al rischio di rovinarlo! In sostanza: è sbagliata l’idea di aprire un Bocchino
per aver più suono e che naturalmente sfoghi di più. I casi sono tanti.
Se un Becco è fatto bene e che sia troppo chiuso, una leggera Toccata sulla
punta, può influire a renderlo un pò più sonoro. Questi casi sono rari.
Quando un Bocchino non ha sfogo; o è piccola la Finestra Armonica e che le
vibrazioni non si possono incanalare nella camera del Becco stesso; o che c’è
una montagna in mezzo al Piano circa alla Lettera B. Quest’ultimo caso è per
il 90%. Se nel Piano vi è una montagna o gobba... non viene suono assolutamente.
E’ più facile che venga del suono se nel Piano vi è una Bassa; magari
con qualche fischietto; ma del suono ce nè a josa.
Come già ho detto, si osservi se le punte sono giuste (Lettera A e C)
e se queste vanno bene, l’unica cosa da fare è di mettere il Piano del Becco
sù una Lastra controllando se veramente nella tavola del Piano c’è la gobba.
Se risulta che in quel posto vi sia dell’altura; l’unica cosa è di abbassare
tutto il Piano. Operazione assai difficile! Ed è difficile perchè, anche se non
lo sappiamo, la nostra mano ha la tendenza di calcare molto nel Tallone del
Becco stesso. Considerando poi che nelle due Ali Armoniche che danno la
sagoma della Finestra Armonica, vi è talmente poco materiale da limare che
anche solo arrivandoci ogni tanto...si finisce per portar via molto nel
Tallone e nelle Ali... e, in mezzo al Piano, la gobba resta!
Mi sia perdonato se anche questa cosa l’ha ripeto! Si abbassi il Piano del
Bocchino come già ho detto, cioè: si metta delle striscie di carta smarigliata
larghe un centimetro, di traverso della Lastra in modo da consumare solo in
mezzo al Piano. Si lavori senza paura che se si và anche un pò più giù, non
è niente! Fatta un pò di questa cosa; si controlli sulla Piastra se c’è del
vuoto. Questo vuoto deve venire graduale non un buco in un solo posto.
Visto che nel posto della gobba, c’è il vuoto voluto; si metta la smarigliata
alla lunga della Lastra e si vada avanti e indietro fino al momento giusto.
Lavorare con molta pazienza e intelligenza!
Così facendo e se si ha la fortuna di portare il Piano del Becco giusto;
della voce ne viene finchè si vuole! Anche se non ha una grande apertura;
delle vibrazioni ne viene più del bisogno.
Non potrei sostenere che un Bocchino per Clarinetto vada bene se è perfetto!
Và bene quando và bene! E và male quando và male!
Questo discorso mi viene detto perchè ho visto Becchi belli che non suonavano
affatto! Bocchini brutti, che erano un portento! E’ un mistero al quanto
difficile da stabilire? Qualche Professore dello Strumento insiste dicendo
che è il Cristallo non buono... o buono... assecondo dei casi.
O di qualità fino, o scadente; il Cristallo ha sempre quel timbro di voce.
E, in definitiva, ci sono sempre i soliti problemi: fattura del soggetto,
e riuscita del Piano!
Anche il mio Insegnante di Clarinetto ha sempre sostenuto
che se il nostro Bocchino fosse anche di terra cotta, purchè fosse indovinato...
la voce sarebbe bella ugualmente! Ammettendo che questa ipotesi valga
poco... non è neanche da buttar via.
[TBC091]
Pagina 7. Parte Terza.
E’ bene fare una specie di revisione dei trè Bocchini che
noi conosciamo: Legno di Ebano, Caucciù (Ebanite). E infine
il Becco di Cristallo; nostro Accessorio (di noi Italiani) per eccellenza.
Nel Legno l’apertura si aggira dal Millimetro al Millimetro e
mezzo in punta. Apertura curvata e lunghetta sino a toccare i due Millimetri.
Più il Becco è aperto in punta e più l’apertura deve essere lunga.
Caso contrario è difficile trovare le Ancie e quelle che si trova
e che suonano, mandono un suono secco e non dolce.
Mi sia permesso se l’ho ripeto: il Becco di Legno è un’ottimo Accessorio
e non è come dicono tanti ostinandosi a dire che quello è un’arnese
da dilettanti. Nò! quello è, se uno ha la fortuna di indovinarne uno;
è un Becco che ha tutto quello che il Clarinetto può dare!
Il Becco di Caucciù (Ebanite) La sua Apertura (sempre in punta) è un pò
meno poichè essendo meno nella punta è anche più corta. se fosse lunga
darebbe un suono più stridente e cannoso e forse anche più pericoloso
per il Fischio. La logica ammette la sua Apertura in punta un Millimetro
abbondante... con la sua curva sino alla lettera D, ma più corta del Legno.
Ogni Bocchino di Caucciù che si lavora, anche quando si fà un bel lavoro...
occorre un pò di pazienza e abituarsi a quel timbro... perchè in principio
sembra sempre una voce secca e stridente. La lega del Caucciù, che è
(se è vero) Sostanze di Gomma con legno macinato e mischiato assieme.
Forma un materiale che Vibra moltissimo. Ecco perchè dà l’impressione
del Fischio... Ci vuole il suo tempo prima che l’esecutore si trovi a
suo agio. Dopo è difficile lasciare questo Becco. I Clarinettisti di
Fama hanno anche questo Becco e come!
E ora una buona spiegazione sul nostro Becco bianco di cristallo..
I Bocchini che da tanti anni vedo in commercio: sia di Bucchi di Genova,
sia di Coutrì... e altri; hanno una apertura fatta bene. Le misure le
ho accennate: 1,2,3,4. Per avere una Base quasi più giusta che se metto
le mie Misure (Sempre dell’Apertura); poi vi dirò il perchè: Osservate
la Misura del Numero 2. Tenete quella linea che non sarete fuori logica.
Vi dico questo perchè le Misure vere e proprie controllate col Calibro;
arrivato ad un dato punto e facendo esperimenti di Ricerca... Non
hanno nessun valore. E non lo hanno perchè ogni Bocchino fà parte a sè.
Ogni Bocchino è differente dall’altro! Anche se ne aveste Mille in mano!
Questo fatto è per la loro fattura diversa... allora, se in uno và bene
quella data regola; per l’altro nò! A questo punto è logico che le Misure
non avranno più nessuna attinenza ai tanti Tocchi... che di quà, o di Là
dovremo dare. In altre parole: dovremo essere al di sopra del comune lavoro
che potrebbe essere fatto in Fabbrica! Dobbiamo essere come il Bravo
Liutaio che cammina col suo Genio non colle comuni iniziative di tutti.
Nel Bocchino di Cristallo l’Apertura deve essere più lunga anche di quello
di Legno! Il Vetro non Vibra. Ecco perchè li hanno fatti più corti che
del Caucciù! E del Legno. Apertura lunghetta, curvata sino alla lettera D.
Ma dalla punta non dobbiamo allontanarci tanto, caso contrario verrà
male e meno chiare le note basse e dello Chalumeau ecc....
Le regole sono quelle quì dette. Ma durante il lavoro (di Ricerche...),
troveremo tante novità che noi stessi rimarremo meravigliati.
Ho visto Bocchini Belli e fatti bene, che non suonavano. Becchi brutti
orrendamente... che andavano bene! Misteri non troppo facili.
Ecco perchè il Mio Insegnante: Bianco Bianchini chiamava: Problema
insoluto!
[TBC092]
Pagina 9. Parte Terza.
E riassumendo un pochino quello che già ho detto: sia di cristallo
bello, senza bolle e segni, che abbia un piano non troppo largo:
Se fin da nuovo noi compriamo un becco col piano molto largo, lavorandolo
e consumandolo, viene come ho detto, una piazza d’armi... portando
le conseguenza che già ho detto. Inoltre ho detto che neanche
col piano troppo stretto poichè portandolo normale c’è da lavorare
troppo. Guardare bene la lunghezza del bocchino. Molto importante
pure questo. Da non trovarsi un becco troppo corto o magari
troppo lungo: nel primo caso sarebbe crescente e si intonerebbe
male con gli altri strumentini d’Orchestra. Nel secondo caso
sarebbe calante... e sarebbe un problema per l’intonazione...
Si guardi bene la camera del bocchino: col dito mignolo si può
osservare se la camera del becco è troppo grande o piccola.
Quando un bocchino è lavorato e và bene, se dovesse crescere le
note vicine alla bocca: Chalumeau, si può allargare la camera.
Questa è un’operazione piuttosto noiosa e pericolosa.
Per fare questo occorre un pezzetto di legno lungo il doppio
del becco. Da una parte, quella cioè che si vuole introdurre
dentro la camera del becco, si deve aggiustare bene, senza voltate
e gobbe, ben rotondo, portandolo al punto che entri sino alle
narici della finestra Armonica. Deve essere larghettina in modo
che arrotolando intorno al bastoncino della carta smariglia si
possa girare dentro consumando del cristallo. Ho detto pericolosa la
operazione, e vi dico perchè. Girando il bastoncino colla carta
smariglia dentro la camera del bocchino, il cristallo si scalda
e basta un niente a spaccarsi...! Se occorre fare questo lavoro
si deve lavorare un pochino tutti i giorni: un quarto d’ora... e poi
fermarsi... e si potrà riprendere dopo. Fare in modo che il cristallo
non si scaldi. Penso d’aver reso bene l’idea di questo lavoretto.
e bene dire un’ultimo avvertimento. Nel tagliare la carta smarigliata
da introdurre dentro la camera del becco, si abbia cura di
tagliarla a trapezio o forse a triangolo in modo che avvolgendola
attorno al bastoncino sia più abbondante nella punta che vicino
[TBC093]
alla mano: Questo avvertimento è perchè non s’indebolisca il gambo
del bocchino. Siamo d’accordo che consumando del cristallo in questo
modo se ne consuma anche nello spazio del gambo, ma se non abbiamo
il detto avvertimento finisce per diventare una camera a forma
d’imbuto indebolendo il gambo. Non dimentichiamoci!!!
Non dimentichiamoci neanche che i bocchini di legno e di caucciù
sono più lunghi di quelli di cristalli. Ed è così perchè la sua legge
Fisica deve essere questa. Qualche volta ho sentito dire che
quello che non è in lunghezza si può acquistarlo in larghezza.
Se sono differenze da poco, possiamo ammettere anche questo, ma
se c’è una notevole differenza, non si ha nessun vantaggio; c’è da
perdere e non da guasdagnare. In altre parole: la lunghezza è una
legge fisica e la larghezza è un’altra; due cose distinte e separate!
Se volessi potrei anche mettere la lunghezza di ogni tipo di
bocchino per clarinetto. Ma siccome le Case che fanno i detti accessori
non hanno le medesime misure, si potrebbe andare incontro a delle
aspre critiche. Ammettiamo che il clarinettista ix abbia in mano
un buonissimo bocchino, vecchio, sfogato e fatto da anni, e che
sia di una misura appena diversa dalla mia... Ripeto, sarei criticato!
E’sott’inteso che chi legge quì non è un Farmacista... è un
clarinettista! In tal caso è ovvio dire che le misure di lunghezza
le vede anche lui stesso. Da non confondere colle altre misure:
questo discorso vale per la misura della lunghezza del bocchino.
Si abbia cura di osservare la penna del bocchino, che è la parte
dove si mette il labbro superiore. Se questo spazio è fatto bene
il labbro di sopra si imposta bene, lo strumento è più sicuro di
equilibrio e il labbro non fà male. Questa scarpata, che parte dal grosso
del becco venendo in meno fino alla punta del bocchino, di solito
è in linea retta; ben’inteso dalla partenza sino alla punta.
Nei bocchini di Legno e di Caucciù, è, come ho detto in linea retta,
ma in quelli di cristallo ne ho visti con una leggera bassa; in altre
parole: invece di venire giù in linea retta, circa a metà c’era
una leggera bassa. Con questo sistema si andava molto meglio!
[TBC094]
Pagina 9. Parte Terza.
Abbiamo detto e quì merita di ripetere: dov’è e di che cosa
difetta il Bocchino che abbiamo per le mani?
Non accontentatevi di guardare; anche con un bel paia di Occhiali
verso la luce e magari col risultato di dire: mi sembra che nel
tal punto... o nel tal’altro punto non sia perfetto...? Anche con
una Lente certi difettini non si vedono. Se siete in possesso di due
Piastrine che, in tal modo, abbiamo a nostra disposizione quattro Piani.
O viceversa se avete una bella Piastra essendo sicuri che sia perfetta,
caso contrario perdete il tempo per niente. Sicuri di questo; si mette il
Piano del Bocchino sopra il Piano della Piastra e si guardi verso la
luce... Dove vedete la luce è segno che manca del materiale e che c’è
una bassa. Se c’è una bassa; non lontano c’è una montagna: Questa
montagna si deve levare. Altra prova: questa si vede anche senza la Piastra
Prendete il Becco colla mano sinistra portando le punte verso gli occhi
osservando con molta attenzione se c’è una delle due punte del
Becco più alta dell’altra. Se il difetto c’è; tagliate una fettina di
Smarigliata 00 e mettetela sul piano; poi, delicatamente... cercate di
consumare la parte più abbondante. Andate adagio a non consumare troppo!
Senza nervoso! Poi controllate... e, infine accompagnate le due punte.
Accompagnare significa consumarne in tutte due le punte in modo che
sia un lavoro unico e non in due tempi. Il lavoretto di accompagnare le
due punte, io l’ho sempre fatto in ultimo: Ma si può fare anche in principio
a patto che si vada assai adagio a non limare troppo materiale.
Molta attenzione!!! Se il Becco fischia, non è che sia troppo chiuso,
come già ho detto. Nò! E’ il Piano assai difettoso. E se non ha voce;
segno che c’è una montagna sul Piano. Non si può abbassare il Piano
mettendo la Smarigliata sulla lastra andando sempre avanti e indietro,
Nò! La nostra mano ha la tendenza di premere molto nel Tallone del
Bocchino in modo che si viene a consumare molto materiale; sia nel
Tallone e sia nelle due ali della Camera Armonica. Risultato: può capitare
che la montagna situata in mezzo al Piano e precisamente alla Lettera B,
diventi più grande! Così non abbiamo fatto niente! Peggiorato la
situazione! Quando a mè personalmente vidi che mi veniva questo errore;
pensai di andare giù solo in mezzo al Piano. Feci la prova e ottenni
un buon risultato. Ecco allora. Si tagli tante fettine di Smarigliata
larga un centimetro mettendole , una alla volta con molta cura; sulla
Lastra ma non alla lunga: di traverso in modo da limare solo in mezzo
al Piano del Becco. Intendiamoci; con cura andando avanti e indietro
consumando più nel mezzo che ai lati. Non preoccupatevi che se andate
anche giù più del necessario non fà niente. Attenzione; sempre con
Arte; siamo sempre in un’arnese assai delicato!
Ad un dato punto si controlli vedendo a che punto siamo... Quando siete
sicuro che la montagna è sparita... ripeto che se c’è una bassa non è
niente. Si tagli delle fettine di Smarigliata normale (Trè centimetri...)
e si metta sul Piano alla lunga della piastra; quindi si comincia coll’andare
avanti e indietro...sino al punto di portare al livello giusto. Prima di
lasciare il lavoro, si vada leggermente verso la punta...Accompagnando...!
Sempre molta delicatezza!!!!!
Sapendo lavorare ci si deve dare quelle distanze che poi creano l’Apertura
del Becco e dell’Ancia. Non è difficile dargli questa Apertura.
Orientatevi pressapoco colla misura dei Bocchini che sono in
commercio del numero 2. Il detto numero 2 è nel centro delle misure.
Si deve lavorare con molta passione! Anche di notte io sognavo...!
[TBC095]
Pagina 10. Parte terza.
Lavorando come ho suggerito nel foglio precedente
si può fare un’altro esperimento: si può tentare di fare
un Piano alla Francese, cioè incavato. Se non andasse
si può continuare e andare al Piano pari o Piatto come dicono a
Firenze. Attenzione che se noi riusciamo a suonare con un Piano alla
Francese (se non viene Fischi...?) L’Apertura deve essere meno aperta.
Sì perchè quando la fascetta è ben tirata, la punta dell’Ancia è diretta
non verso la punta del Becco, bensì dalla parte opposta. Pensando a
questo sistema si dovrebbe andare assai meglio. Metto un disegno
così si può vedere.
Questo tipo di Piano è indicato più per il Becco di Cristallo che quello
di Caucciù. E questo è per il fischio.
Il campo delle prove è libero; chiunque può provare come più piace e
che desidera. Se un Clarinettista in qualunque ricerca riesce a fare
meglio in un modo che in un’altro... Buon per lui!
Ho dato il nome di : Studi di Ricerche apposta perchè tutti possono
navigare nelle prove che vogliono.
Vi è la Fisica. Vi è le leggi delle usanze... vi è le cose belle e brutte.
Tutto quello che c’è può essere utile, assecondo del momento in cui si
lavora e fortuna che ognuno di noi abbiamo.
Altri particolari. Quando si lavora sulla Piastra; se si và col mio sistema
sono quattro i Piani di lavoro ed è ovvio che si sceglie quello che
più si crede sia giusto. Quando si taglia la carta Smarigliata e che
si và per stenderla sul piano della Piastra; chi avesse un bastoncino
di quelle stanghette di Carburunto e passare leggermente sulla cartina,
si potrebbe togliere qualche punta in modo che lavorando sul piano
del Bocchino non avvenga una raschiata brutta e dannosa.
Questa operazione si può fare in qualunque occasione e con una lastra
qualsiasi. Ripeto, purchè sia perfetta; caso contrario perdiamo il tempo
inutilmente! La base di tutto: Il piano della piastra dove si stende
la Smarigliata deve essere perfettissima!!!
Non andare mai a limare nelle due Ali Armoniche che contornano la
Finestra Armonica. Si Tocchi leggermente se c’è della sbavatura nel di
fuori. Portando via del materiale in quella zona; quando si suona e se
passa un pò di aria quella si tira dietro dell’acqua... in modo che
sarà sempre un pasticcio poco simpatico. Quella è una zona delicata!
Pure è delicata anche la zona dell’orlo in punta. Attenti prima di mettere
mano e limare in questi posti!
Se il Bocchino ha un orlo robusto, è anche più difficile che avvenga
una crepa. Se quell’orlo è debole; più facile a rompersi e poi il
suono è meno dolce e assai cannoso.
L’ho detto che mai si arriverà a dire il tutto. Molte cose sono affidate
alle furberie del Pianoista che lavora nel Becco....
In un Bocchino di Cristallo non ci si deve lavorare molto tempo; basta
un’ora o poco più: se si scalda ci vuole poco a spaccarsi. Un pò tutti
i giorni. Nel Caucciù e nel Legno si può lavorare finchè si vuole
fare molta attenzione!
[TBC096]
Pagina 10. Parte Terza.
E la ragione di andare meglio è che la Penna del Becco con questa
bassa, il labbro superiore sta più fermo. Se, al contrario, in questa
scarpata ci fosse una montagna, il labbro stà meno a posto e in più
farebbe male e, aggiungiamo; meno sicurezza nel tenere fermo lo
strumento.
[Drawings omitted]
Questo schizzo (pure poco bello) fà vedere la differenza della scarpata
della Penna del Bocchino per Clarinetto.
Se si tratta di un Becco di Cristallo è molto difficile lavorare in
questa scarpata colla veduta di mettere bene a posto il labbro superiore.
Si andrebbe a cercare qualche crepa... e in seguito una spaccatura.
Meglio è osservare bene alla compra di un Becco.
Tutti i segni che sono in un arnese del genere finiscono, col tempo
per ingrandirsi e poi si và verso la fine...!
Se invece abbiamo un Becco di Caucciù o di Legno; possiamo fare tutto
quello che vogliamo. Se ci accingiamo a fare una operazione del genere;
che l’ho fatta anch’io qualche volta; dobbiamo osservare dentro la Finestra
Armonica controllando se c’è materiale sufficiente da poter toglierne un
pò: ammettendo ci sia il bisogno,. Caso contrario che non si indebolisca
la posizione della scarpata e col tempo non venga un buco... Perciò attenti!
Quelli che suonano con i denti, col passare degli anni succede un
fatto simile.
Per quello che riguarda la larghezza della Penna stessa, penso che se è
possibile è meglio sia un pò larghetta; il labbro abbraccia di più.
Andare in un Negozio per acquistare un Becco è un problema piùttosto
serio. In certi Negozi ne fanno vedere uno o due! Per fare una buona scelta
dovremmo averne a nostra disposizione almeno 8 o 10.
In tal caso, di non poter fare una scelta a nostro agio, è meglio non
comperare niente poichè non solo vado in rischio di spendere per niente;
ma, mi rimane ilo dubbio che altri abbiano portato via il meglio... e perciò
rimanere il fesso!
Si stia attenti che molti posti dove vendono questi articoli non ci si
vede neanche a mezzogiorno! Anche questo può pregiudicare...
Mai andare in cerca di Bocchini per Clarinetto in compagnia di altre persone!
Da soli ci si deve andare e al mattino e non alla sera!
Se si è da soli si può provare con più calma e senza consigli.
In tale circostanza i consigli di amici non sono sempre validi...
Affidarsi alla validità del proprio gusto, della sua stessa capacità...
e stando alle basi della Fisica di questo oggetto piuttosto difficile!
[TBC097]
Pagina 12. Parte terza.
Avviandomi alla conclusione, darò un tocco a tutti gli
argomenti o quasi. Mi sia perdonato se viene detto cose già
dette. E’ il lavoro che così comporta...e anche per legare le cose
di una certa importanza l’una dall’altra.
E’ bene guardare con attenzione gli Schizzi che ho fatto poichè, anche
se sono fatti a mano... sono sempre le sagome del nostro Bocchino per
Clarinetto; e da lì prenderemo lo spunto per i diversi lavori che crederemo
di fare.
Orientiamoci sull’acquisto di nuovi Becchi. Parliamo di quello
di Cristallo. Non comperare mai un Becco troppo corto e colla finestra
Armonica troppo piccola: perchè senz’altro ci verrà il bisogno di ingrandire
questa finestra, per avere del suono. In tal caso, dato che il Cristallo
è delicato, si và al rischio che si spacca e che salti delle scheggie.
L’ingrandimento della camera è meno difficile. Si trovi un pezzetto di
legno della lunghezza del doppio della misura del Becco stesso. Metà si
faccia venire sottile quel tanto da poter passare dentro la camera del Becco,
quindi con una fetta di carta vetrata avvolta nel bastoncino si gira in
modo da ingrandire la detta camera. Come avrò già detto: questa operazione
si fà se le note dello Chalumeau sono crescenti. Attenzione a non consumare
troppo materiale bel gambo del Bocchino; perchè s’indebolisce. Consumare
dopo il gambo andando verso la punta.
I Bocchini di Caucciù e di Legno; in questi si può lavorare senza timore!
Ripeterò un’altra cosa: lavorando sul Piano del Becco; non andare mai a
limare sulle due Ali della Finestra Armonica. Fategli qualcosa se vedete
delle grosse sbavature... e con molta delicatezza! Lavorando in queste Ali
e consumando materiale, anche un’ombra in più... se passa un pelo d’aria,
suonando si ferma dell’acqua... ed è scocciante!
Il Piano del Bocchino deve essere (già detto) largo quel tanto che l’Ancia
stia dentro e adagiata bene; ma non esageratamente largo. Sarebbe brutto e
porterebbe delle conseguenze non utili.
Come già accennato, i Piani dei trè Bocchini: Legno, Caucciù e Cristallo,
come Piano si lavora sempre uguale e con le medesime cognizioni; ma
l’Apertura, per legge Fisica, è diversa. (Vedere negli schizzi le differenze)
L’orientamento è sul numero 2 delle aperture fatte dalle Fabbriche.
Non andare oltre perchè se ci portiamo ad una Apertura troppo esagerate,
la voce dell’Istrumento non è più dolce e Classica! Non è l’Apertura che
fà il volume della voce, nò! Quando il Piano è riuscito bene e che tutto è
a posto, se anche non c’è una grande Apertura, del suono ne viene più
del necessario! Le Vibrazioni sono superiore al consumo!
Pure la Fascetta ha la sua importanza: non troppo larga da non andare a
finire troppo giù! Per andare bene; questa deve stare nel posto giusto!
Chiedo nuovamente scusa se sono stato lungo! Avrei dovuto esserlo di più;
mai si è detto il tutto!!!
Auguro a tutti buon lavoro! Dobbiamo andare fuori dal normale se
vogliamo trovare qualcosa di differente dai comuni Bocchini
di tutti. Dobbiamo fare come il Liutaio che per lui le misure
della Scuola di Liuteria... le ha già passate e già si è portato al suo
Ingegno e non più a quello degli altri. Credetemi: c’è il margine di
andare oltre! Buona volontà e pazienza!!!
Ernesto Olivieri
[TBC098]
Pagina 12. Parte Terza.
Avviandomi alla conclusione darò una toccata a tutti gli
argomenti e gli aspetti della questione che ho trattato. Se non tutti
ma direi quasi.
Raccomanderei di guardare tutti gli Schizzi che ho fatto che, se anche fatti
alla meglio, sono sempre le sagome del nostro Bocchino per il Clarinetto
che per tanti anni anch’io ho adoperato e che modestamente mi sono
guadagnato il pane. Vedere le sagome... prendendo lo spunto di quello che
vorremo fare o che abbiamo bisogno di fare.
Poichè noi Clarinettisti Italiani adoperiamo, per il 95%, il Becco di
Cristallo, mi sembra logico parlare più di quello che degli altri due (Caucciù
e Legno di Ebano). A mio avviso non comperare mai un Becco di Cristallo
troppo corto e con la Finestra Armonica troppo piccola. E questo lo dico
perchè senz’altro ci verrà il bisogno di avere del suono e quindi l’idea
di ingrandire la detta Finestra Armonica. A questo punto tutti sappiamo che
il cristallo è difficile lavorarlo! Ed è difficile lavorarlo perchè è facile
a spaccarsi o venire delle crepe! E’ meno facile che avvenga delle rotture
ad ingrandire la Camera del Bocchino che a ingrandire la Finestra Armonica.
La Camera si allarga se le note dello Chalumeau sono troppo crescenti. In
tal caso, non solo si mette a posto le note dello Chalumeau; ma aumenta pure
il volume del suono. Chi dovesse fare tutte due le Operazioni; conviene
prima di allargare la Camera... poi vedrete?
Come già avrò detto; per allargare la camera del Bocchino si cerchi un
pezzetto di legno come un bastoncino, bel dritto. Per la lunghezza direi del
doppio o un pò più del Becco stesso. Per circa metà si deve farlo venire sottile
in modo che vada dentro la camera del Becco. Si deve lavorare assai bene!
Dovrà essere anche più sottile della misura in modo che ci stia della Carta
vetrata arrotolata, quindi si metta dentro e si giri finche và bene.
Stare attenti a consumare molto internamente ma poco nella misura del gambo
del Becco perchè se s’indebolisce quello è facile a rompersi...! Sono cose
assai difficili e con molta pazienza! Si lavori un pò ogni tanto ma non
un’ora di seguito: se il Cristallo si scalda... si spacca! Molta attenzione!
Gli altri due Becchi: Caucciù e Legno; non danno problemi... e si lavorano
quando si vuole e finche si vuole.
A questo punto un Clarinettista qualunque mi potrebbe chiedere: Quale
Bocchino ci consiglia di adoperare? La risposta da dare sarebbe assai difficile!
Ed è difficile perchè vi è l’abitudine della Scuola. L’idea della persona
stessa. I consigli che gli amici o Musicofoli stretti amici... hanno sulla
persona stessa di chi ha il Clarinetto in mano... C’è un sacco di cose...!
Io personalmente sono dell’idea che se il Bocchino fosse anche di terra
cotta ma che il Piano sia ben riuscito... si può suonare ugualmente e con
una bella voce. Ma poichè abbiamo ognuno una testa... e un’abitudine.
Lascio a tutti la libertà di fare a modo proprio!
Ancora una volta direi che come Apertura di orientarsi sulla misura del
N 2. (Misura dei Bocchini in vendita). Questa a mè pare giusta.
Troppo aperto il Bocchino non dà un suono dolce. In Orchestra la voce del
nostro Istrumento deve essere dolce! Se è dolce, il Clarino, è anche Poetico!
Se è aspro... non solo non dice niente: ma addirittura è noioso!
Il buon volume non viene dall’apertura molto aperta! Se il Piano è fatto
bene; le Vibrazioni sono superiore al consumo
Pure la Fascetta deve essere fatta bene e non troppo grande da non andare
a finire sino in fondo!
Auguro a tutti un buon lavoro! Mai avvilirsi!
Ernesto Olivieri
[TBC099]
Parte 4. Pagina 2.
Non sono solo i Francesi a fare il piano incavato, vi sono delle
scuole anche quì in Italia che trattano il bocchino del clarinetto
in questo modo, e a tal punto ripeto quello che ho detto prima
cioè: chi adopera questo sistema non è ne profano e ne incompetente:
sono Artisti che sanno il fatto loro e che hanno le loro ragioni.
La differenza che io trovo frà il piano piatto i il piano incavato
è che, nel primo caso si può lavorare a mano e quando il piano
va bene dal gambo alla lettera D, dopo di chè rimane solo la curva
dell’apertura e tutto è finito. Nel piano incavato (si può dare il
detto nome che è giusto) invece, rimane un lavoro assai difficile
partire abbassando il piano e poscia risalire al momento opportuno
fino al posto che l’ancia s’imposta vicino al gambo.
Questo tipo di lavorazione la riterrei più giusta non a mano ma
bensì a macchina. Con una macchina di precisione si può partire
quando tutto è regolato e la macchina stesso scatta il suo Decimo
o Centesimo... andando prima giù e poi sù... al fine di fare un bel
piano liscio e senza tacche. Difatti i Fabbricanti Francesi di
bocchini per clarinetto li lavorano a macchina e li mandono fuori
belli e lisci. Belli lisci e con molti fischi! Mi sia perdonato la
battutina comica. Eppure anche questo tipo di piano lo lavorano
a mano... e riescono a tirare fuori dei bellissimi bocchini.
Nella Fisica di questo sistema c’è una logicità da fare sbalordire:
basti solo pensare che col detto sistema nessuna ancia può chiudersi,
si perchè essendoci una bassa nel pianoe invitando la fascetta
l’ancia noin guarderà mai in direzione della punta del becco,
ma dall’altra parte... e allora non potrà mai chiudersi.
Questo è un requisito non comune. Altro vantaggio: si può andare
nelle note più acute che è una meraviglia. Anche le note dello
Chalumeau vengono belle e chiare. Ma io ho trovato in contraddizione
due cose, la prima, la grande difficoltà nella scelta delle ancie,
la seconda, il fischio permanente da non essere mai un minuto tranquillo.
[TBC100]
A questo punto invito i lettori a credere che dei bocchini per
clarinetto con questo tipo di piano ne ho lavorati a decine... e
se mi è permesso ancora di dire; dirò che vi sono parecchi
clarinettisti in giro per il Mondo che adoperano dei becchi in questo
modo fatti da mè e sono contenti! Perciò non sono profano al detto
sistema. Non sono profano e non sono contrario. C’è un guaio solo,
ed è il seguente: ci vorrebbe delle ancie buone; anzi eccellenti!
Con della canna buona questo sistema sarebbe l’ideale.
Caso contrario c’è da fare i conti con i fischi, prima di tutto,
ed altri inconvenienti dopo ...!
Sul becco di cristallo si può lavorare bene, se non del tutto con
il piano incavato; ma insomma... qualcosa si può fare. Nel legno e
Caucciù è quasi impossibile!
Anche la voce del clarino, con questo becco... è più argentina e
bella in lontananza. Il suono che uno sente avendo lo strumento
in bocca; non è uguale a quello di chi sente. Anche l’Oboe
da vicino sembra stridente, da lontano è bello. Questo becco col
piano incavato dà un suono che in lontananza è bello. Incide di più!
La grande difficoltà di lavorarlo è di dargli il suo incavo senza
tacche! C’è d’andare alla pesca... se và bene, se non và...?
Di per sè stesso il detto lavoro è difficile e occorre andare
adagio! Figuriamoci se vogliamo fare il piano incavato?! Si deve
lavorare adagio adagio e ancora adagio!!!
Il bocchino lavorato col piano piatto, a mè sembra assai più facile.
Il suono però sembra un pò più a chiocciola e direi anche insipido,
coll’abitudine poi arriva che viene interessante lostesso.
Con questo sistema, ammettendo che sia ben riuscito, con un’ancia
si suona settimane senza preoccupazioni.
Come dicevo, scelta di ancie meno nervose e costose... e più
tranquillità! La bon’anima del Prof Bianco Bianchini e anche il
Celebre Prof...Luigi Amadio, si aggiustavano i piani dei suoi becchi
col piano pari e piatto/!
[TBC101]
Parte 4. Pagina 6.
Nelle prime pagini ho spiegato come si fà per allargare la camera
del bocchino. Guardare in quella pagina!
E ora passiamo alla lavorazione del piano pari (piatto)
Il nostro lavoro è sempre nel bocchino di cristallo.
Vedere com’è il becco che si vuole lavorare. Innanzi tutto vediamo
le punte del bocchino: osservare se la lettera A è intonata con la C;
se una fosse più bassa dell’altra, consumare materiale in quella
più alta in modo da portarsi giusto. Tagliare una fettina di
smarigliata piuttosto stretta (sempre carta finissima!) quindi si
mette sulla piastrina poi, con la mano destra andarvi sopra col
becco andando, come ho detto, a togliere materiale dove c’è in più.
Con la sinistra si tenga ben fermo la cartina. Ripeto: carta nera!
Prima di finire l’operazione si vadi anche sulla parte non lavorata
così si accompagna il lavoro. Un fatto del genere, se uno lo sà
fare, finito il lavoretto non si deve conoscere niente... quasi come
niente fosse stato fatto. Tutta la lavorazione del bocchino per
clarinetto richiede molta delicatezza; ma quando si và nelle punte
o sulle due ali della finestra armonica, bisogna adoperare tutta
la delicatezza di cui uno possiede!!! Qualche volta mi è capitato
di vedere gente che aveva toccato un becco... Mamma mia, sembrava
che lì avesse mangiato un cane!!! In questo stato... e meglio non
provare neanche.
Messo a posto le punte, si osservi se si deve lavorare in mezzo al
piano. Per essere persuaso di questo bisogna essere sicuri che il
fallo sia durante la strada del piano: dalla lettera D fino al
tallone del becco. In questa piazza tutto deve essere pari; tutta
la zona di pianta deve venire piatto e perfetto, ben’inteso ad
eccezione della curva che và dalla D fino alla punta. Questa la
chiamerei: la zona speciale! Come ho detto prima ripeto quì: se vi fosse
una montagna in mezzo al piano, conviene mettere un pezzetto di
[TBC102]
carta di traverso e limare nella zona alta anche a preferenza
di fare una bassa. La detta bassa scompare poi alla rattifica finale.
E poichè siamo in campo / termini di ricerche, mi sia concesso di dire
la mia parola pure quì. Sono pienamente convinto che anche volendo
lavorare in questo sistema (piano pari e non più incavato) il becco
sia assai sonoro e ben riuscito quando in mezzo al piano vi sia
una leggerissima bassa; anche un’ombra, ma ci deve essere un pò di
materiale in meno. Ma ricordiamoci tutti insieme e senza nessun
superuomo che in questa faccenda c’è dei misteri così grandi che
nessuno lo sà! Una volta mi fù regalato un bel becco di Caucciù
(un regalo di un mio allievo), non si poteva fare una nota tanto
erano i fischi! Eppure su una mia piastra di precisione era giusto!
Tutta la pianta del becco era a posto (misure di pianta), la punta
era bellissima... dico: nessun difetto; ma il becco era inservibile!
Dopo un bel pò di tempo un bel giorno mi decisi di mettergli le
mani. Per la verità lavorai un pò con molta rabbia e disprezzo
mormorando a memoria che questo era un bocchino maledetto...
Andai giù nel piano fino a fargli una bassa enorme... Andava sempre
peggio, allora mi decisi di lavorare avanti indietro senza più
tante speranze. Beh, più andavo avanti e meglio il becco andava
e arrivai che non fischiava più. A questo punto ero quasi soddisfatto...
e calcolavo di avere fatto una bella conquista.
Poi a un dato punto credetti bene di sospendere il lavoro. Il becco
andava benissimo... tanto che è stato uno dei miei becchi più
preferiti. Lo misi per un’ultima volta sulla piastra per vedere
com’era combinato il piano; nel mezzo del piano c’era una
zona alta specie di montagna (montagna per modo di dire).
Ecco perchè ho detto che i misteri ci sono... e magari nessuno sà
il perchè è così? A questo punto si può provare di costruire una
ragione, se così possiamo chiamare.
[TBC103]
Parte 4. Pagina 9.
non è poi tanto frequente l’impegno degli acuti, vi sono taluni casi
che si potrebbe fare anche l’ottava bassa e potrebbero passare
inosservati, ma in altri casi nò. Si può citare il caso della Sinfonia
numero 8 di Beethoven che nel minuetto chiude proprio il clarinetto,
Solo, con un bel Sol naturale acuto (Fa d’effetto)
[Music omitted ]
Poi c’è ancora un pezzo di Ottorino Respighi che il clarinetto
ha una volata fino al La acuto (Sol d’effetto).
Ecco allora che è importante anche le note acute; caso contrario
siamo criticati... in special modo dagli amici d’Orchestra.
Discorso vecchio!
Oltre al bocchino che dia (a parer nostro) le note acute con facilità,
dobbiamo curarle anche noi stessi, specie se sappiamo che frè
pochi giorni dobbiamo ingoiare un dato Pezzo di Musica dove
abbiamo note acute e scoperte.
Inoltre gli acuti sono importanti anche quando non si suonano,
e vi dico il perchè. Se noi dobbiamo fare un FA acuto( MI B d’effetto)
occorre che noi ci troviamo nel sicuro nella nota più alta, cioè un
Sol (Fa d’effetto) (parlando sempre di note scoperte) e così via...
Ma alle volte non è neanche la nota stessa acuta che spaventa,
bisogna vedere come ci si arriva. E quì è il caso di vedere il SOLO
di clarinetto di: Una Notte Sul Monte Calvo, di Musorschi.
Fare le ultime due note in ottava sono pericolose anche se non
sono alte.
[Music omitted]
Questo distacco dal MI in quarto spazio al Mi acuto, disturba un pò.
Poi questo Mi (Re d’effetto) sono sempre calanti in tutti i clarinetti...
e allora viene l’etterizia! Per legge Fisica il detto Mi è calante.
[Music omitted]
[TBC104]
Ecco che se noi tiriamo fuori bene la nota acuta che dobbiamo fare,
come dicevo, è importante avere quelle più acute pronte e intonate.
Il clarinetto Bohm per se stesso arrivato al DO naturale (SI B d’effetto)
poichè si fà a vuoto e rimane lo strumento in abbandono, già
è una nota al quanto pericolosa; specie in certi casi come il SOLO
della Traviata
[Music omitted]
Molti bravissimi esecutori in questo soletto hanno fatto vedere le
sue vergogne... E appunto per il passaggio dal Mi in quarto spazio
al Do sopra le righe.
Nel clima dell’Opera della Traviata il caso poi è particolare.
Pure quì: ancie buone e bocchino che non fischia!
Prima di riprendere il discorso per la lavorazione del bocchino
vorrei chiarire una cosa, ed è la chiamata delle noti d’effetto
e quelle dell’istrumento. Se noi siamo in Orchestra (quì in Italia)
dobbiamo chiamare le note d’effetto, caso contrario facciamo la
figura degli antimusical, ma se siamo in un ambiente clarinettistico
il quale siamo noi adesso, possiamo chiamarle nelle note del
clarinetto. Lo strumento è nato in DO e le posizioni presero il nome
delle note che corrisponde alla chiave di SOL (Violino). In tutta
la Musica del Mondo intero, le parti di clarinetto sono segnate
colla chiave di Violino. I capiscuola di tutto il Mondo: Stark,
Klosè, Paul Janjan, Perriér; Lefevre... i via dicendo, che sono i
Padri del clarinetto, hanno fatto tanti Studi e tutti hanno segnato
la chiave di Violino... con delle indicazioni, per esempio:
Studio in La Maggiore con trè diesis. Lo sanno tutti che l’effetto
è di SOL Maggiore. Ma il clarinetto è nato così: la sua pianta è
quella! Trovo inutile che nell’ambiente clarinettistico si debba
parlare delle note d’effetto! Questo linguaggio teniamolo per
l’Orchestra che là dentro è giustissimo!
All’estero nessun Direttore d’Orchestra parla delle noti d’effetto;
parlano di quelle che il clarinettista ha scritto! Meno imbrogli
e tanto tempo guadagnato. Perchè noi Italiani vogliamo
complicare le cose frà noi intimi?
[TBC105]
Parte 4. Pagina 12.
Alla maniera Italiana sarebbero assai diversi, di misure di camera
e anche i fori sarebbero di un’altra fattura e misura. Dei difetti
ne potrebbe venire da ambo le parti, perciò non dobbiamo considerare
i mali riusciti; prendiamo i bene riusciti, sia se sono stati lavorati
da Buffet Chrampon a Parigi e sia se sono stati lavorati da
una Fabbrica di Milano. Consideriamo i ben riusciti tutt’assieme
e vedrete che c’è molta differenza. Ecco allora che dobbiamo convincersi
che il legno di Ebano non ha l’importanza che molti sostengono!
Nel nostro caso è quasi tutta la lavorazione che conta.
Uguale cosa è nel bocchino del clarinetto; è quasi esclusivamente
questione di fattura e lavorazione del piano.
Gli esperimenti che mi hanno convinto è che di una scattola di
bocchini fatti venire da Bucchi di Genova, tutti uguali, uno lo mettevo
a posto subito... e suonava benissimo, l’altro, ci voleva dei
mesi prima che cominciassero a dare qualche risultato. La colata
del cristallo era semore la stessa! Anche quì qualche sapientone
potrebbe dire che è un cristallo che non vibra!...
Non è invece la stessa cosa negli strumenti di Ottone.
Cerchiamo allora di mettere tutta la pazienza necessaria (senza
fretta...) e tirare fuori dei bellissimi bocchini per clarinetto!
Solo così possiamo andare al classico clarinetti d’Orchestra!
Prima di passare al becco di Caucciù facciamo un piccolo riassunto.
(Siamo sempre nel cristallo) Guardare prima se c’è una apertura
da poter suonare e controllare. Se questa fosse troppo chiusa,
si apra un pò tirando via un pò di materiale nella punta.
(operazione assai difficile) se ha un’apertura discreta, guardare
nel piano se c’è delle montagne o delle basse: sia nell’uno che
nell’altro caso si deve lavorare nel piano del becco; dalla lettera
B giù sino al tallone del becco. Sempre adagio e con delicatezza!
E quando le misure di pianta sono a posto... si scelga il piano
che uno vuole: o incavato o piatto. Non dimentichiamoci che col
piano pari o piatto, come dir si voglia, vi saranno meno fischi
e meno disgrazie, sarà più facile trovare l’ancia e si sarà tranquilli!
[TBC106]
Per tutte le lavorazioni del becco attenersi alle istruzioni già scritte!!!
-------------------------
Ed ora siamo al bocchino per clarinetto di Caucciù. Questo è l’arnese
dei Tedeschi per eccellenza.
Anche quì mi sia consentito e perdonato se certe cose le ho già
dette. E’ il lavoro per se stesso che richiede di ripetere le cose
più di una volta.
I Francesi lo chiamano Caucciù, gli Italiani Ebanite; ma è sempre
quello. Fatto di una lega frà polvere di legno e sostanza di Gomma.
(così mi è stato detto) E un becco che vibra assai di più del
cristallo, difatti è più lungo del bocchino di cristallo; se fosse
lungo uguale darebbe lo strumento molto alto di Corista.
Vibra molto e, se non và bene, strilla come un’anima dannata...!
Se non è più che riuscito, non si può fidare a portarlo in Orchestra.
Molti Artisti anche grandi hanno fatto figure meschine nel voler
fare delle prove in Orchestra con questo becco.
L’abilità di un clarinettista che fà il piano a dei bocchini per
clarinetto stà proprio in questo arnese: se un tale riesce a fare
suonare questi becchi è segno che conosce bene il becco del clarinetto
e sà fare questo mestiere! Caso contrario , è solo uno che s’arrangia.
Come già ho detto, nel cristallo, anche se non è perfetto suona
quasi ugualmente, nel caucciù se non và bene sono fischi dalla
mattina alla sera e dalla sera alla mattina! Non c’è via di mezzo!!!
In questo bocchino escluderei di fare il piano incavato, caso
contrario ci sarebbe da diventare vecchi prima di portare a termine
un piano da portarlo in Orchestra. Siamo di fronte a ben’altra cosa.
Nel becco di cristallo noi troviamo un suono scuro, e molte
volte buio... allora giova fare il piano incavato per avere un pò
più di vita e anche una certa brillantezza, e poichè è meno facile
il pericolo del fischio... quì possiamo lavorare il piano e portarlo
incavato. Nel Caucciù, se così facciamo... c’è il pericolo di non
potere fare nemmeno una scala! Il Caucciù della brillantezza e della
vita ne ha fin che si vuole; queste qualità le ha per natura!
[TBC107]
Parte Quarta. Pagina 14
Il becco di caucciù è un’ottimo accessorio del nostro strumento;
ma è subordinato alle qualità e alla pazienza del Clarinettista.
Inoltre occorre conoscere il mestiere del Pianoista e le qualità
del becco che abbiamo in mano. Poi, ripeto: pazienza assai!!!
Non so se uno che non ha mai lavorato nei becchi, riesce di primo
colpo di cavarsela con un Becco di caucciù?
Ma siamo sempre lì: chi pesca bene... e chi pesca male!
Il Clarinettista anziano che già ha lavorato in questi Bocchini;
oltre alla disinvoltura nel lavoro, và anche meno giù di morale.
Sì perchè certi individui, alla prima cosa un pò anormale... buttano
al diavolo tutto! Calcolando poi che degli errori del genere, ne
fanno tutti, e, in definitiva: non muore nessuno!
Perciò, coraggio e avanti!
Il Caucciù (o Ebanite; e sempre quello ha molte caratteristiche
del legno (becco di Ebano), molte volte più stridente e secco di
suono; con la sensazione del fischio in arrivo... Sempre al detto
difetto, contribuisce molto la fattura del Bocchino; specie la punta.
La sostanza che compone questo caucciù, è polvere lavorata di legno
di Ebano con sostanze di gomma. Ecco perchè chiamano caucciù.
Questa composizione ha molte vibrazioni; forse più del necessario.
Se in quello di cristallo noi ci troviamo bene in una settimana;
nel caucciù potremmo abituarcisi in un bel mese...? A questo punto
si deve considerare la fortuna o meno delle ancie che abbiamo a
nostra disposizione.
Se arriviamo al punto che il becco và benino e senza fischi; che è
già una bella fortuna; torniamo alla carica e armiamoci di molta
pazienza... e guai a tornarci attorno! Non dimentichiamolo che è
una grande virtù anche quello di sapersi guidare! In atre parole:
via le tentazioni e sappiamo guidarci!!!
In questo becco di caucciù, si lasci l’orlo della punta più largo
del becco di cristallo: se l’orlo è troppo stretto; il suono è
più cannoso ed è più pericoloso per il fischio!
[TBC108]
L’apertura del detto becco di caucciù, vuole più corta del becco
di cristallo. Apertura più corta e assai curvata. Caso contrario,
il suono è, anche quì, più cannoso.
Fin da principio ho detto che le misure dell’apertura non possono
essere del tutto esatte in quanto c’è sempre una notevole differenza
da un becco all’altro; e attraverso queste differenze, siamo obbligati
a deviare il nostro lavoro e fare piccolo cambiamenti...
Però, questi cambiamenti sono legati alle regole. In altre parole;
cerchiamo di non allontanarci dalle regole e non finire per rendere
inutile il nostro sudato lavoro... Restare sempre concentrati nelle
regole: Per legge Fisica, se l’ancia è molto aperta in punta;
l’apertura deve essere più lunga: Ecco perchè molti clarinettisti
sbagliano nell’andare ad aprire il becco in punta anche quando non
ve ne è bisogno. Non sanno che se si apre in punta; si deve portare
più giù l’apertura alla lettera D.
L’apertura che nel grosso modo ho sempre visto al mio Maestro e
ad altri e mè compreso, si aggira sul millimetro e mezzo in punta.
Se anche l’ho detto, non è male ripeterlo. Nella mia carriera ho
avuto modo di osservare che le dette misure (come tanti chiamano)
è difficile da applicarle perchè in un tale becco ho avuto bisogno
di fare un pochino differente... ed ho capito che l’ho indovinata.
Non tutti i Bocchini hanno le stesse caratteristiche: ogni becco
ha una sua disposizione: finestra Armonica diversa, Ali armoniche
diverse... ecc.
Teniamo presente che poichè il becco di cristallo vibra meno;
l’hanno dovuto fare un pò più corto. Se fosse lungo come il caucciù
o in legno, sarebbe calante. Tutti i Bocchini in genere, lavorandoli,
specie se si lavora in punta, hanno tendenza di accorciarsi.
Ma questo capita di rado.
Se il becco è fatto bene; noi lo troviamo più perfetto e lavoreremo
bene sin da principio. Per farsi la nostra scorta di Bocchini; non
dobbiamo aver fretta: si osserva i negozi dove li vendono
stando attenti ai nuovi arrivi. Non si aspetti che gli altri scelgano...
[TBC109]
Parte 4. Pagina 15.
Un Clarinettista in Professione, deve avere una scorta di Bocchini
almeno di trè o anche quattro. Non può viaggiare con un solo becco.
In tutte le Orchestre del Mondo vi è sempre poco posto, e allora
essendo vicini l’uno dall’altro, non è difficile toccarsi... colle
conseguenze di un’urto e mandare al diavolo il nostro tesoro di
bocchino. La scorta di parecchi bocchini; e che vadino bene; forma
un’attrezzatura indispensabile. Molto utile per la riserva e direi
adatta alle combinazioni che può capitare. All’improvviso può
capitare di suonare in una Sala che abbia una sonorità diversa.
Ci si può trovare in un complesso più piccolo ove vi sia una assai
diversa acustica... e via dicendo. Con diversi bocchini sempre
possiamo trovare una via d’uscita migliore...
Quando si parla di quel tale strumentista... ha una bella voce
di clarinetto; sono del parere che non sia solo la vera sua natura
ad arrivare a fare un così interessante suono; bensì anche al suo
ingegno personale.
Pure i Professori di Oboe e Fagotto, ogni uno
di questi uomini, mettono in atto tutta la sua pazienza e ingegno
nel farsi le sue Pive (ancie). E non dimentichiamo che loro hanno
l’ancia doppia...
Nei tempi della scuola la responsabilità delle
ancie e dei bocchini; voglia o nò; è dell’Insegnante. Ma dopo e in
Orchestra che siamo: l’impegno è nostro e soltanto nostro!
E torniamo al becco di caucciù.
Avendo in mano uno di questi becchi e ammettendo che dobbiamo
toccarlo; cosa che non fà meraviglia poichè il 90% devono essere
aggiustati da noi stessi; disponiamoci al lavoro; armati di molta
pazienza! (Non mettiamoci al lavoro per una mania... o perchè lo
fanno altri, nò: cominciamo questo lavoro se c’è veramente bisogno!)
Prima di tutto: osserviamo com’è la punta e che apertura c’è...
Vediamo la finestra Armonica. Osserviamo la camera perchè questa ci
dà l’indirizzo dell’intonazione. (se fosse troppo larga e che il becco
fosse calante... niente perchè è tempo sprecato)
Se la punta del becco è buona e si possa provarlo. Si provi e si
tiri le somme circa quello che c’è da fare. Se questa non và,
si cerchi di aggiustarla nel migliore dei modi tanto da poter
[TBC110]
provarlo. Ottenuto questo e si possa provare il becco con il
risultato di dover grattare dal piano del materiale per una
montagna; si tagli una fettina di carta smarigliata fine; e la si
metta di traverso della lastra di metallo in modo da limare solo nella
zona troppo alta. Non importa se dove si gratta venisse una bassa,
si pareggia poi all’atto della finitura della rettifica finale.
Dico bassa; ma sempre relativa alla cosa: Attenzione a non esagerare!
Si vada sempre molto adagio!!!
Finito questo sgrossamento; viene la rettifica finale. Adesso la
carta smerigliata, si metta alla lunga del piano, lavorando con
una delicatezza enorme! Se l’ho già detto lo ripeto ancora. La carta
smariglio deve essere 00; cioè fine e non grossa, caso contrario
avviene degli sgorbi nel piano. Non dovrà essere liscio come
lo specchio, il detto piano; ma neanche raschiato e sgorbioso; bello!
Se si ha una stanghetta da carburante dritto e non storto, prima
di mettere sulla lastra il becco, si dia una rattifica alla smarigliata
in modo da tirare via qualche bollicina...; si può fare la detta
rettifica da ambo le parti della smarigliata.
Quando riteniamo che il piano vada bene, si dia un colpetto alla
Apertura (sempre se ce nè bisogno). A questo punto dovremmo essere
a buon punto.
Nel Bocchino per Clarinetto di Caucciù, sono contrario
al piano incavato. La mia esperienza m’insegna che è meglio fare
il detto piano pari e piatto! Meno grattacapi e meno fischi...!
E la sostanza del materiale del caucciù più delicato e pericoloso.
Nel provare il becco in questione, si abbia molta cura nell’osservare
l’ancia che adoperiamo: se questa ancia, dopo svariate prove...
mandasse qualche fischietto; la si cambi cercandone una al quanto
migliore; ammettendo che DIO ci aiutasse a trovarla.
Il detto suggerimento è assai importante poichè le ancie si adattano
ad un detto piano... e possono prendere delle storte...ecc.
Quando un’ancia è adattata su un becco, se l’ha mettessimo su
un’altro anche meglio; possiamo fare una gaffa enorme e senza
risultati positivi. Bocchino nuovi e ancie nuove!
-------------------------
Quando un becco lo abbiamo portato ad un punto buono, possiamo anche
concederci qualche giorno di riposo: E necessario fermarci; questo
tempo è oro a 18 carati. Ci fermiamo per qualche giorno...e senza fretta!!!
[TBC111]
Parte 4. Pagina 15.
Un Clarinettista in professione deve avere non meno di trè o quattro
becchi pronti alle evenienze... Guai a chi si affida a mettersi
in Orchestra con un solo becco! Una caduta o un urto... questi è
rovinato. Poi oltre ad avere l’attrezzatura adatta e tranquilla;
può capitare di suonare in un locale che comporti una data voce.
Tutte le sale e tutti i Teatri non hanno la medesima acustica.
E nei becchi che si ha di riserva c’è sempre quello adatto al caso.
Vuol dire tanto l’attrezzatura. Questa riserva può valere dei Milioni.
SE non Milioni in valore ma in effetti lo sono. Un bocchino buono e
riuscito bene, e magari suonato per molti anni; può costare più
dell’istrumento! In parole adatte può essere quello che dicono i
Violinisti, cioè: uno Stradivari! La qualità del suono non c’è solo per
la natura dell’elemento, ma anche per l’ingegno stesso. I Professori
di Oboe e Fagotto con maggior ragione devono sapersi fare le proprie
ancie. Come ho detto, gran parte della loro fama dipende anche
da questo ingegno. Nei primi tempi della scuola c’è l’abilità
dell’insegnante; in un dopo scuola occorre l’abilità dell’elemento stesso.
E chi più ne ha più ne mette!!!
Avuto un becco di caucciù e ammettendo che dobbiamo toccarlo; e non
è una meraviglia perchè 99 su 100 se non s’aggiustano non suonano,
cerchiamo di disporsi al lavoro. Osserviamo come è fatto la punta,
come è grande la finestra Armonica, che Camera ha, se è grande o
piccola, e l’apertura che stò becco ha. Se quest’ultima è buona, cioè
che abbia un’apertura da poter suonare in qualche modo... se, al
contrario, fosse chiuso ed impossibile per una semplice prova, si cerchi
di accomodare la punta: con la massima delicatezza cercando di tirare
via il meno possibile di materiale; si perchè strada facenda quel
materiale in più che si consumerebbe inutilmente, lo verremmo a
desiderare perchè nella finitura del lavoro é tanto importante.
Se invece l’apertura fosse buona, e sarebbe una grande fortuna; si
osservi se nel piano c’è delle montagne o delle basse. Se vi fosse
una montagna si prenda delle fettine di carta smarigliata molto
[TBC112]
fine; mettendola di traverso della piastra in modo da consumare
solo dove c’è la montagna. (L’ho già detto anche nella lavorazione
del becco di cristallo) Si vada sempre adagio e con molta delicatezza!
Con la mano destra (se uno non é mancino) s’impugni il becco
sostenendolo col dito pollice e il medio e coll’indice, che rimane
sopra, lo si tenga fermo regolando gli alti e i bassi che lavorando
può succedere. Ma non si spinga troppo sulla piastra; si cerchi che
il movimento vada di normale andatura, così facendo il materiale
si consuma con precisione e senza troppi sgorbi.
E poichè sono contrario nel becco di caucciù al piano incavato;
arrivati ad abbassare la eventuale montagna o storta... dopo di ché
si tratterebbe solo di darle l’apertura giusta e il lavoro è quasi
finito. Il lavoro sembra meno complicato in questo becco, invece
é molto difficile! In altre parole, se nel becco di cristallo ho
parlato di più non vuol dire; è la sostanza del caucciù più delicata
e quindi avviane molto più difficoltà. In primo luogo, appena si
e fatto un’ombra di un piccolo lavoretto in questo caucciù,
può dare delle sensazioni di averlo rovinato anche se veramente non
è così... e allora possiamo avvilirci e magari buttare il bocchino
all’inferno...! Si perchè da sintomi di fischi, di voce cannosa, di
un suono vuoto e tutt’altro che di clarinetto. Questi passaggi...
non ci devono mandarci giù di morale. Tutt’altro, dobbiamo impuntarci
e lavorare con più tenacia! Alla Tedesca.
Si tenga presente una cosa. Quando il becco avesse molti fischi
e noi ci mettessimo al lavoro per togliere questo maledetto difetto,
si cambi l’ancia mettendone sù una molto buona (se si può). Un’ancia
che sia stata su un bocchino che fischia, se quell’ancia la portassimo
su un becco molto perfetto e senza fischi, il fischio può
venire ugualmente; e può venire questo perchè nella permanenza
di quest’ancia sul becco difettoso, quest’ancia ha preso storte
o si è mossa portandosi i imperfetta. Ogni tanto si cambi l’ancia.
Non rimanere dei cocciuti; cerchiamo di fare il meglio del meglio!
[TBC113]
Parte 4. Pagina 16.
Bisogna cambiare non solo le ancie; anche la carta smarigliata;
ogni tocco si prenda una cartina nuova. Questo fatto ha due ragioni,
la prima é che un tocchetto di carta già adoperata in parte
è consumata e non può più prestare fede al su livello di perfezione,
in seconda luogo non si può più vedere quello che si fà;
se invece è nuova, ogni grattatina si vede la posizione dove viene
fatto il lavoro. ripeto che nel caucciù ci vuole carta finissima.
Caso contrario avviene raschiate grosse e brutte. Quando un bocchino
é finito e che và bene, si avrebbe piacere che fosse bello; assai
bello! Anche l’estetica ha la sua ragione di esserci. se è bello piace
di più e si è più felici. Un clarinettista che faccia questa
professione con passione, e che sia dotato di una buona dose di
coscienza, ama più il becco del proprio strumento che la moglie!
Tutte le cose d’arte hanno un trasporto più grande delle altre
cose anche familiari.
Nel bocchino di caucciù non ci sono solo dei pericoli... di fischi
e altre cose; ci sono anche dei vantaggi. Ad esempio, se nella finestra
Armonica occorresse di ingrandire, o nelle ali o dentro, con un
temperino, o meglio, colla punta, tutto si può fare. Molte volte
vicino all’orlo e dentro, se lì ci fosse del materiale in esuberanza
le vibrazioni camminano più lentamente, c’è meno volume di suono
e porterebbe a crescere lo strumento. Se vi fosse bisogno di allargare
la camera del becco: col medesimo pezzetto di legno e un pò di
carta smarigliata in pochi minuti si allarga la camera e s’intona
come si vuole. Attenti a questa operazione! Se si lavorasse troppo
si rovinerebbe il becco per sempre! Passata quella misura lo strumento
diventa calante e non c’è più modo di adoperare il detto becco.
L’allargatura della camera perchè vadi bene bisogna lavorare un
pò meno del fabbisogno. Nel becco di cristallo è più difficile
ingrandire troppo la camera; ed é così perchè dato che il materiale
[TBC114]
è molto duro non si può esagerare, nel caucciù, il materiale è
tenero e allora basta un niente... per rendere il becco calante.
Si deve stare molto attanto! Comunque è meglio che il becco rimanga
un pò crescente e dopo si può intonare tirando un pò fuori o il
becco stesso o il barilotto. Non si ingrandisca la camera
intonando il clarinetto con tutto dentro. Ripeto, si lasci un pò di
margine nel Corista.
Molte volte può essere il bocchino che stona lo strumento. Altre volte
può essere il clarino non adatto al becco. C’è molta differenza da
un’istrumento di una Casa ad un’altro di un’altra casa; specie nel
corista e nell’intonazione. Quasi sempre mi é successo che cambiando
il clarinetto ho dovuto cambiare anche il bocchino. E questo avveniva
per l’intonazione. Come già ho detto (almeno mi pare) i nostri
clarinetti Italiani crescono nello Chalumeau e tendono a calare
negli acuti. Hanno tendenza anche a crescere nel registro basso.
I Clarinetti Francesi hanno lo Chalumeau meno crescenti, gli acuti
più intonati, e il Registro basso quasi calante. Quì si deve stare
sù col labbro! Le note acute più belle di tutti i clarinetti del
Mondo le aveva i Selmer. Dico: le aveva, perchè sono molti anni che
non l’adopero più. I Clarinetti Selmer sono dei migliori che esistono
al Mondo. Buffet e Selmer sono istrumenti da Professori di
Clarinetto da grande Orchestra.
Riassumiamo e concludiamo. Il becco di caucciù da più vibrazioni
del cristallo, allora l’apertura dell’ancia deve essere più corta
caso contrario viene un suono più cannoso, e direi anche più facile
di trovare il fischio. Una cosa è certa. Quando un clarinettista
ha preso una certa pratica e che conosce bene tutta questa faccenda,
o lavora nel legno, o nel cristallo o nel caucciù... può sempre
sistemare un becco senza troppa difficoltà, e aggiungerei:
senza paura! C’è un segreto dominante in tutta questa cosa: andare
adagio e lavorare con molta calma aggiungendo una forte dose di
pazienza! E attenersi alle istruzioni già lette e studiate.
[TBC115]
Parte 4. Pagina 17
Altra parola dominante e già ripetuta: non si stia di proposito sulla
regola di quello che già ho detto. Ogni Bocchino per clarinetto
ha le sue caratteristiche e direi anche la sua fattura e conformità;
in base a queste cose può essere necessario allontanarsi dalle
regole andando incontro all’esigenza del soggetto che abbiamo
in mano. Ad esempio, se noi abbiamo in mano un becco di caucciù
che avendolo lavorato l’abbiamo portato sì alle misure giuste
e magari anche l’apertura pare esatta... ma che dasse una voce troppo
secca; allora si può allungare l’apertura appena appena... tanto
da avere un suono più omogeneo. In questo caso l’apertura vuole
curvata e non mai dritta; è questa curva che darà la voce più
dolce di prima. Vedere la figura.
Le trè figure mostrano una apertura curvata meno curvata e la
posizione dove si deve aprire il becco per allungare
[Drawings omitted]
Si metta una fettina di carta smarigliata alla lettera D del
numero 3; o per essere più precisi, la fettina della smarigliata
si metta sulla piastrina di metallo poi si poggi il becco; sempre
sulla piastra; andando incontro alla carta smariglia, così facendo
si consuma il materiale alla lettera D... finito questo si intoni
tutta la curva dell’apertura che, in tal modo, si può dare curva
a questo spazio di apertura.
[TBC116]
Ho detto e ripeto che più lunga è l’apertura più deve essere aperto
in punta; e quando si va ad aprire nella punta il bocchino,
necessariamente si deve allungare l’apertura. Questo è per legge
fisica. Poi vi sono le eccezioni di cui già tanto ho parlato
e che in ogni becco può avere delle caratteristiche da dover
camminare al di fuori delle regole.
Queste eccezioni o diversità di cose, sono proprio quelle che
fanno l’Arte. Figuriamoci se un Liutaio dovesse stare solo alle
regole? Se un Artista del genere lavorasse solo con le vere misure
e che tutto andasse bene; nel Mondo di oggi ci sarebbe molto più
Liutai di quelli che vi sono e tutti sarebbero buoni di tirare
fuori altri Violini al pari degli Stradivari! Dobbiamo convincersi
che sarà molto difficile applicare le regole con esattezza; ma che
è altrettanto difficile navigare fuori delle regole e misure.
Nella mia vita ho conosciuto parecchi Liutai, e direi anche di
buona fama; mi hanno sempre detto che non tutti i Violini o
Violoncelli, o Viole ecc. a lavoro finito presentano gli stessi difetti.
Quello che possono fare ad una tale Violino, non fanno all’altro.
E non glielo possono fare perchè non c’è la necessità. Ecco allora
che ogni soggetto può avere una caratteristica diversa dall’altra.
E i nostri becchi sono uguali. Non possiamo fermarsi solo alle
regole. Se dobbiamo trovare il meglio del meglio; dobbiamo andare
fuori delle regole e misure... e navigare dentro la nostra Arte.
A questo punto però subentra un’infinità di cose che mettono alla
prova la nostra capacità e la nostra intelligenza.
Per navigare fuori delle regole e misure, noi dobbiamo capire i
difetti...! In altre parole, siamo come un Medico che visita un
malato; egli deve capire la malattia, caso contrario non può ordinare
la medicina. Noi dobbiamo vedere e capire cosa dobbiamo fare
al bocchino. In base a questo lavoreremo andando verso la
perfezione. Non è facile! Eppure; o per abilità, o per intuito... il più
delle volte possiamo andare verso la perfezione.
[TBC117]
Parte 4. Pagina 19.
Ma può essere una grande madre pazienza anche a stare fermi e
distruggere la tentazione di andare a grattare il bocchino...!
In molte cose del Mondo è un prodigio a fare... ed è un’altro
prodigio a fermarsi e non fare. Si può fare una grande figura a
parlare....e si può fare una figura ancora più grande a tacere.
Attenti anche alle tentazioni!!!
E siamo al bocchino per clarinetto di legno di Ebano.
Negli anni settanta (cioè nel 1973) è molto difficile trovare dei
Professori di clarinetto, in qualunque Orchestra del Mondo, vederli
suonare col bocchino di legno di Ebano. Se siamo noi Latini, specie
Italiani, adoperano quasi tutti il becco di cristallo, tutt’il resto
del Mondo suona col becco di caucciù; Russia compreso.
Nel campo della Musica leggera c’è chi adopera bocchini di Bachelite,
Osso, e anche di metallo. Ma il vero Professore di Clarinetto,
come già ho detto, adopera, in scala Mondiale, il Caucciù o Ebanite
che è sempre quello. Il becco di legno è un bel arnese ma pochi
hanno la costanza di farselo. Una quindicina d’anni fà un Esimio
Professore di clarinetto di Parma andò nell’Orchestra di Bologna
a sostituire il loro primo clarinetto...(non so se il titolare fosse
malato...?) Questi suonava col bocchino di legno. Bisognava sentire
la bellezza della voce! Il vero clarinetto per eccelenza.
In questo momento direi: ma perché non si può suonare col becco
di legno? Gli antichi crearono lo strumento con questo bocchino e perché
noi non abbiamo la volontà di aggiustarselo e metterselo sotto???
La risposta non l’avremo mai poichè vi sono una quantità enorme
di risposte che sarebbero quasi tutte valide. Qualcuno direbbe che
quel becco era un’arnese primitivo... un’altro direbbe che il legno
non stà a posto... e via di seguito. Solo che all’atto pratico,
per chi è capace di adoperarlo; è un’ottimo bocchino.
Il suo sistema di fargli il piano è sù per giù come il caucciù.
Lasciatemi dire. Pure quì non siamo del tutto di fronte a dei
problemi circa il materiale del becco: bisogna vedere la fattura
del soggetto e come procede la nostra lavorazione...?
[TBC118]
Il detto becco occorre che sia piuttosto grosso; mai sottile!
Le ragioni le ho già spiegate ma di sfuggita è bene ricordarle.
Sia perché il legno stà meno a posto degli altri materiali, sia
perchè il tiraggio della fascetta (c’è chi la chiama: la lagatura)
può avere una certa unfluenza... circa a muoversi; è bene acquistarlo
piuttosto robusto e anche panciuto così forma un pezzo più massiccio
e meno facile alle mosse.
Le mie idee personali sarebbero di fargli un piano con un’apertura
(apertura dell’ancia) un pochino più lunga del becco di caucciù,
ma pure quì torniamo ai soliti propositi, cioè: vediamo come riesce
il piano... sentiamo il timbro di suono che stò becco ci dà... e
tante altre cose che constateremo all’atto pratico.
Nella punta di questo bocchino è bene lasciare un bell’orlo.
Verrà una voce più omogenea e sarà più robusto in caso di un’urto.
In questo bocchino di legno avremo la facilitazione di lavorare
bene dentro; ammettendo che occorra... Svasare nella scarpata
Armonica, ingrandire la camera ecc.
[Drawing omitted]
Il legno di Ebano è più tenero ancora del caucciù; in tal caso
stare attenti alle eventuali svasature o ingrandimento della
camera: oltrepassare la misura significa andare giù di corista
con conseguenze di rendere inservibile il bocchino!
Questo becco di legno è adoperato dal Clarinetto basso, dal
clarinetto contralto della Banda, e anche da molti Saxofonisti.
A fine lavoro o prova, assiugare bene tutto il bocchino!!!
[TBC119]
Pagina 20.
Il piccolo clarinetto in Mi B, adoperato in larga scala nelle Bande
ma che sovente vi sono parti anche in Orchestra. E quando un
Compositore lo mette, state pur sicuro che stò povero clarinetto
in Mi B ha qualcosa da fare! Per dire la verità non sono strumenti
del tutto nell’organico dell’Orchestra; li hanno messi man mano
nel passare degli anni. In quest’era moderna, Musicalmente parlando,
mettono il clarinetto piccolo in Mi B, il Sax contralto, tenore o
anche il soprano (vedere nel Bolero di Ravel) In una composizione
di Mozart; e anche di Strauss; hanno messo anche il clarinetto
contralto in Mi B, con il nome di corno di bassetto. Mi pare però che
stò corno di bassetto non fosse in Mi B?! Però hanno fatto la parte
con un clarinetto contralto in Mi B. Il corno di bassetto doveva
essere in Fa ma siccome questo istrumento non esiste; come ho detto,
la parte di questi pezzi furono eseguiti con un clarinetto contralto
in Mi B.
Io personalmente sono del parere che un clarinettista dovrebbe
avere in casa anche il piccolo Mi B. Un primo clarinetto non
può suonare nè il piccolo e nè il Basso (clarone): ne ha abbastanza
del lavoro di primo, e come! Il clarone poi ci vuole uno che si
dedichi assolutamente all’istrumento. In altre parole; non è
possibile mutare dal clarinetto al clarone istantaneamente!
Si arriverebbe di non poter più suonare nè con uno e nè coll’altro!
Lavorare il bocchino del clarone è un pò difficilino, sì perchè
lo strumento in se stesso presenta delle sorprese: o rangia con
note mal sicure e con il fischio; o che certe note non vengono
assolutamente. Questo è uno strumento che molte volte l’ho visto
nuovo con un bocchino abbastanza buono. E sapete il perchè? E uno
strumento che costa assai e allora la Fabbrica stessa se non lo cura
anche nel becco e che vada assolutamente bene, corre il rischio
che il compratore lo manda indietro... Il clarinetto Basso (clarone)
il Sax Baritono e anche il Sax Tenore, come dicevo, li ho visti
muniti di bocchini curati benino che meritava non toccarli: con
quel tantino di abitudine??... potevano andare.
[TBC120]
Anche il piccolo Mi B merita di dedicarsi; specie per le note acute,
però dalla mia esperienza avuta durante i tanti anni di professione,
ho visto elementi che hanno trovato lo strumento lì per lì; magari
in prestito da un amico... e se la cavavano abbastanza bene...
Nel famoso Balletto Francese di Ravel Daphne, Klò..., il
piccolo Mi B ha una parte terribile...! Eppure anche dei dilettanti
se la sono cavata.
Il Clarinetto Basso è uno strumento che bisogna suonarlo bene!
Wagner poi l’ha messo in tutte le sue Opere quale protagonista
assoluto! Il becco di questo non deve essere tanto aperto; caso
contrario mancherebbe la dolcezza del suono, che in verità è la sua
vera caratteristica. Può darsi che un suonatore di clarone non abbia
il bisogno di dedicarsi alla lavorazione del becco; tenendo conto
che costui parta fin da principio con un bocchino che vada bene.
Se vi fosse il bisogno di mettergli le mani... si fa una preghiera a
S. Antonio da Padova sperando che egli dia un aiuto?! Chiedo scusa
dell’aggiuntivo Religioso!
Nel caso di dover lavorare; il mio suggerimento è di non calcolare
la differenza dal clarinetto al clarone facendo poi l’apertura nella
proporzione dei due becchi; nò perchè nel becco del clarone
verrebbe un’apertura troppo lunga e forse troppo aperto; si tenga la
sua apertura un pelo più lunga del becco del clarinetto ma non di
tanto; caso contrario avviene come già ho accennato: sparisce la
dolcezza! L’ancia deve essere lontano all’orlo del becco circa come
quella del clarinetto; o semmai appena un pelo in più!
Quì non abbiamo un bocchino con molto spazio di finestra Armonica,
di camera e di costruzione. L’ancia al quanto più grande; perciò
delle vibrazioni ne viene oltre il necessario... anche non facendo
una apertura grande. Inoltre non dimentichiamoci che è sempre un
uomo che soffia... e allora non ci deve essere bisogno di spingere
esageratamente. Poi, per concludere, dobbiamo tenere presente che
è un’istrumento dolce per natura e che si deve suonare dolcissimo!
Altro avvertimento: guai se il clarone ha dei cuscinetti che sfiatano!
Allora non c’è bocchini che facciano suonare...! Curare molto
la tamponatura del clarinetto basso o clarone che è sempre quello.
[TBC121]
Parte ultima. n2
I Saxofonisti che sento adesso alla Radio e che vedo alla
Televisione, suonano in un modo che non saprei quale bocchino
consigliarli? Anche quì parlo a ragion veduta. Ho osservato i Sax
che i Saxofonisti di oggi adoperano; ho guardato i loro bocchini
come sono fatti... Per dire bene non dico niente, così finisco prima.
Nel suono che in oggi fanno i Saxofonisti (di adesso 1973) non so
cosa dovrei dire? Sì perchè tutto quello che direi non conterebbe
a niente! Ho visto dei becchi aperti enormemente; ancie tenere come
la carta vellina; ; le labbra vengono appoggiate leggermente sul
becco senza premere, così come se le labbra si trovasser lì per
caso. Và bene a loro e và bene anche a mè!
Gli Artisti di cui parlo adesso sono i moderni che fanno la Musica
leggera. Quelli della Musica Pop... non sò chi siano?
Prima di concludere diamo uno sguardo al Saxofono che un domani
dovrebbe andare in Orchestra Grande a fare un pezzo solo come ad
esempio: Il Vecchio Castello nei Quadri di Musorschi.
In questo caso possiamo trovarci davanti ad un Celibidache, un
Albert, un Molinari Pradelli ecc.
In questo caso dobbiamo suonare bene. Il Saxofono si può suonarlo
bene intonato anche senza essere delle Celebrità.
Per portare in Orchestra Grande un Saxofonista e che faccia la sua
buona figura, occorre non sia un generista della Musica Leggera:
un buon Orchestrale che si sia dedicato all’istrumento.
Tutti i Saxofoni sono uguali; cambia la tonalità ma le posizioni
delle note sono sempre uguali.
Il Sax và per ottava e non per Dodicesima come il clarinetto.
Intonato una tale nota le altre sono ottave e sono intonate anche
quelle. Io ho suonato i due strumenti contemporanei e in posti di
(Contralto e clarinetto) responsabilità; ho sempre intonato meglio
col Sax che col clarinetto; specie d’Inverno col freddo.
E ne convengo che è un bellissimo strumento.
A questi Saxofonisti di grande Orchestra e che io pure ho fatto
parte, suggerisco di osservare il bocchino che non vi sia delle
[TBC122]
Montagne nel piano, oppure delle basse... e poi fare un bel piano,
riuscito questo, per l’apertura dell’ancia si deve andare più giù
in modo che se si vibra col labbro di sotto l’ancia sia più libera
guidando meglio le vibrazioni; Vedere l’esempio.
[Drawings omitted]
Spero di farmi capire. Naturalmente con chi vuole fare questi
esperimenti si andrebbe meglio facendo un colloquio parlando...
leggendo solo può darsi che certe cose non vadano nel cervello.
Poi parlando si può dire ognuno la sua ragione e punti di vista...
e la cosa sarebbe al quanto bella. Tutto al Mondo può succedere.
Tutti gli strumenti ad ancia sono difficili e noiosi, ma il Sax
da meno da fare del clarinetto. Se il Saxofono è buono che venga
bene le note basse, e un becco che vibri bene, le ancie sono più
grosse ed hanno una resistenza maggiore delle ancie da clarinetto
e così i fastidi e la rabbia è assai meno.
Il più bello di tutti i Sax è il Tenore. Suonato bene è un Violoncello
addirittura.
Ho detto che l’apertura deve essere più lunga,
ma non troppo aperto in punta, così i suoni sono più dolci e si
fa meno fatica. Le note basse del Sax spesso vengono male, ma se il
becco non è esageratamente aperto anche queste note vengono bene.
Ho avuto un Sax contralto Conn Americano, mi veniva le note basse
con molta facilità; non capivo niente dal clarinetto al Sax per
le note basse. Lo vendetti a Firenze e feci una delle più grandi
fesserie di tutta la mia vita! D’altra parte tutto ha fine...!
Il Sax non è uno strumento Traspositore... Questo è bello!!!
[TBC123]
Pagina 22. Discorso Finale & Conclusivo.
Fin da principio ho detto che l’Oboista e il Fagottista imparono a farsi
le loro Ancie già da Studenti e che i loro Insegnanti, con scrupolosa
disciplina; gli insegnano ogni particolare. E allora: idem con l’insegnamento
del Clarinetto (o per lo meno dovrebbe essere...): di arrangiarsi, non
solo le loro Ancie: ma anche il suo Bocchino, in casi di bisogni...
E merita di ripetere: che ogni Clarinettista è libero di fare come vuole.
O si vuole arrangiarsi il proprio Becco o nò... è sempre di gran profitto
studiare il presente Trattato. Anche non volendo lavorare sul Piano del
proprio Bocchino, è necessario conosceerlo anche solo per l’acquisto! Sapere
almeno le cose più importanti... e le sue Fisiche.
Per tutta la durata della mia Professione; i miei Bocchini me li sono sempre
arrangiati da mè! Comodità e molta soddisfazione personale!
Andando alla cerca di una compera di un nuovo Becco; non si vada mai in
compagnia di altre persone...! Le chiacchiere disorientano e si perde la
bussola. Si vada di mattino e a labbri fresco... poichè è inevitabile una
prova.
Attenzione a quanto segue!
Come si vede, il Trattato è composto di questi scritti e anche degli Studi:
fatti positamente per il controllo del lavoro che si fà man mano che si
lavora. In questi studi, vi sono delle indicazioni: per il controllo dei Fischi.
Per vedere i suoni se legano ecc. ed ecc..Specie per lo Staccato e il
Puntato. Da non dimenticarsi queste indicazioni!
Noi Clarinettisti Italiani che, il 95%, suoniamo col Becco di Cristallo
(e non siamo dei fessi!), si stia attenti al lavoro che scaldandosi e
quindi provando... basta un niente alla crepa... Si lavori poco e spesso ma
non molte ore! Quando in un Becco di Cristallo viene una piccola crepatina,
nel corso dei giorni che si lavora, la rottura aumenta; sono le vibrazioni
che portano a questo! Non c’è via di scampo!!!
Ho detto che noi Italiani adoperiamo il Bocchino di Cristallo e non siamo
dei fessi. Anche se gli Stranieri insistono col dire che il Cristallo non
è un suono fine; noi dobbiamo ammettere che anche i più grossi Direttori
d’Orchestra Stranieri, fanno Elogio alle belle voci di noi Esecutori di
questo importante Strumento!
Sono però dell’avviso che il Clarinettista di Professione, specie se gira
il Mondo, debba avere anche altri due Bocchini: Caucciù ed Ebano.
Nello svolgimento della Professione... può venire il bisogno anche degli
altri due Bocchini... Non si può sapere?
Il Bocchino di Caucciù sarebbe molto indicato nella Musica di Mozart.
Anche quello di Legno di Ebano è assai indicato per certa Musica.
Per molti anni io ho lavorato con questi Bocchini.
Quando però uno è piazzato con uno di Cristallo che và bene; non è tanto
facile fare cambiamenti. Si può trovare delle rogne!
Come ho già detto: non si apra tanto il Bocchino in punta. Se non è una
ragione più che valida, si lasci così anche se sembra poco aperto.
Aprendo in punta, la Fisica vuole anche l’apertura più lunga... e allora
l’operazione è di doppia difficoltà. Anche se non sembra aperto; se tutto
è in Sintonia: delle Vibrazioni ne viene più del bisogno.
Ed ora l’ultima cosa: Piano Piatto o Piano Incavato?
Facendo anche il Piano incavato, si deve partire sempre dal Piano Pari...
Se questo mio discorso fosse un Testamento, direi: Cercate di fare un bel
Piano Piatto o pari che è sempre quello, che suonerete con meno grattacapi
e meno disgrazie... e con dei suoni assai più Dolci. Forse quando vi
era delle Ancie buone si poteva fare il Piano Incavato. Ora dobbiamo
arrangiarsi come possiamo. Piano Piatto!
Ernesto Olivieri