C'è un altro tipo di traiettoria, sempre sull'orlo della biforcazione, ed è il percorso segnato nell'oscurità dell'amnesia. E dopo? Non si ha alcun piano, nessuna scelta, nessuna aspettativa, solo una caduta, un fallimento. Ogni passo apre la possibilità di una nuova svolta: le cose crescono in qualcos'altro, e allo stesso tempo il loro qualcos'altro cresce in quello che sono. Qui la somiglianza è un effetto, una somiglianza sensata, l'indeterminatezza resa chiara, la chiarezza offuscata.
L’insistenza sulla transitorietà può suscitare durabilità. La durata non può che essere espressa in termini transitori.
Il punto paradossale della convivenza tra l'eternità abbinata alla mortalità è ciò a cui si sta attenti.
Viene tracciata una linea irregolare lungo la quale appaiono alcune forme. È una camminata spettrale, il percorso tracciato da una figura in movimento che è già scomparsa; o un filo di fumo, o bava di lumaca. In questa traiettoria evanescente, qualcosa sembra conferire permanenza e chiarezza: il ricordo di un'immagine – la sua memoria mancata? Oblio: ricordare è una vergogna! Come si può rappresentare qualcosa che è stato dimenticato? La rappresentazione non implica il ricordo? Un codice, una griglia, dove le longitudini vengono fissate in anticipo per permetterci di ricordare per sempre le cose così come sono? La memoria non è altro che conoscenza prefigurata: i sentieri sicuri della somiglianza, tracciati in anticipo e che dettano da seguire.
Lo specchio funge da metafora per le complesse relazioni tra arte, realtà e rappresentazione. Riflette l'idea che l'arte e la realtà sono interconnesse attraverso relazioni proiettive, che si rispecchiano a vicenda ma non catturano mai completamente la loro essenza. Questo concetto è ulteriormente esplorato nel contesto del realismo dei dati e dei momenti di realtà alterata, evidenziando l'influenza delle reti e del machine learning sulla rappresentazione della realtà.